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Venti catabatici: capire i rischi per chi naviga a vela in crociera

– 6 Gennaio 2025 – Vita a bordo

Vita a bordo

Venti catabatici: capire i rischi per chi naviga a vela in crociera

I venti catabatici sono un fenomeno meteorologico spesso poco conosciuto, ma che può rappresentare un pericolo per i velisti in crociera. Tali venti discendenti generalmente si formano quando una massa d’aria raffreddata diventa più densa di quella circostante e si precipita verso il basso, accelerando il suo movimento ad alta velocità.

Sebbene il fenomeno si verifichi più spesso nelle regioni montuose o polari, in realtà può verificarsi su qualsiasi terreno in presenza di condizioni favorevoli. I venti catabatici che generano potenti raffiche scendendo dalle montagne meritano di essere compreso per poter essere meglio compreso in mare. Ecco allora alcune spiegazioni che aiuteranno a comprendere meglio questo fenomeno e ad anticiparlo durante la navigazione.

Venti catabatici

Il “meccanismo” dei venti catabatici

I venti catabatici si verificano quando una massa d’aria, raffreddata dall’irraggiamento o dal contatto con una superficie fredda, come per esempio un ghiacciaio o una montagna, diventa più densa dell’aria circostante. Tale raffreddamento crea una sorta di squilibrio termico che gli scienziati chiamano “downdraft”. Tale fenomeno è spesso associato a un’inversione di temperatura in cui l’aria più fredda rimane intrappolata vicino al suolo, mentre l’aria più calda si trova più in alto. Il vento catabatico scende allora lungo il pendio sotto l’effetto della forza di gravità e la velocità del vento può raggiungere i 50 km/h.

I venti catabatici si verificano più spesso nelle zone polari. Le cosiddette “polinie” per esempio, zone libere dai ghiacci nell’Artico e nell’Antartico, si formano principalmente proprio a causa dei venti catabatici che soffiano dal continente verso il mare, liberando il ghiaccio dalla costa. Questi spazi aperti nel “pack” non solo costituiscono un habitat fondamentale per la fauna marina, ma hanno anche attratto gli esploratori fin dal XIX secolo, che li hanno utilizzati come vie di accesso per le spedizioni polari. Esploratori, come per esempio il norvegese Fridtjof Nansen, che effettuò la prima deriva artica a bordo del Fram nel 1893, approfittarono delle “polinie” per sfuggire allo spessore dei ghiacci e continuare le loro missioni. Il fenomeno offre un’opportunità di navigazione a coloro che vogliono avventurarsi in queste regioni remote.

Venti catabatici

Condizioni favorevoli alla formazione di venti catabatici

Sono due i tipi di raffreddamento che possono generare un vento catabatico:

Raffreddamento radiativo: si verifica di notte, quando la superficie della terra o delle montagne perde calore per irraggiamento, raffreddando l’aria appena sopra.

Raffreddamento per contatto: tale processo si verifica quando l’aria passa sopra una superficie ghiacciata o molto fredda e ne assume la temperatura.

Affinché il vento catabatico si inneschi, è necessario che vi sia un’inversione termica, una bassa pressione atmosferica a valle e un gradiente sufficiente a far scendere rapidamente l’aria.

Venti catabatici

Gli effetti dei venti catabatici sulla navigazione

Le conseguenze di un vento catabatico per i velisti in crociera possono essere drammatiche. Quando un vento catabatico soffia su uno specchio d’acqua, può rendere infatti la navigazione estremamente difficile e pericolosa.

Ecco alcuni degli effetti principali dei venti catabatici:

Accelerazione improvvisa del vento: un vento catabatico può passare dalla calma piatta a raffiche violente in pochi istanti.

Onde imprevedibili: le raffiche di vento possono generare onde molto irregolari che disturbano lo sbandamento degli yachts.

Nebbia e visibilità ridotta: quando l’aria si raffredda, la condensa può formare dense nebbie che limitano la visibilità, rendendo la navigazione ancora più rischiosa.

I velisti devono quindi essere particolarmente attenti soprattutto quando navigano in zone di costa con delle montagne vicine.

Venti catabatici

I venti catabatici più famosi

Il Piteraq

Uno dei venti catabatici più noti è il Piteraq, che soffia regolarmente al largo della costa orientale della Groenlandia. Questo vento estremamente violento soffia generalmente ad una velocità compresa tra 50 e 80 m/s, ovvero tra 180 e 288 km/h circa.Il piteraq si verifica soprattutto tra l’autunno e l’inverno, quando la calotta glaciale della Groenlandia raffredda l’aria sopra di essa, facendo scendere un vento potente.

Questo fenomeno è particolarmente temuto dagli abitanti della città di Tasiilaq, situata in una stretta valle. Il piteraq è in grado di causare ingenti danni materiali e di creare scompiglio nella campagna circostante. Nel febbraio 1970, un piteraq particolarmente estremo ha colpito Tasiilaq con raffiche di vento stimate a 325 km/h, superando di gran lunga la potenza di un uragano di categoria 5. Le autorità danesi hanno emesso da allora uno speciale bollettino meteorologico. Da allora le autorità danesi hanno emesso speciali avvisi meteorologici per mettere in guardia la popolazione da questo pericoloso fenomeno.

Il Williwaw

Il “Williwaw” è un altro vento catabatico particolarmente violento che soffia in alcune regioni costiere del globo, in particolare in Patagonia. Il termine “williwaw” ha origine nelle lingue amerindie e fu usato per la prima volta per descrivere le violente raffiche nello Stretto di Magellano, particolarmente temute durante l’inverno. La sua fama si è diffusa in altre parti del mondo dove si verificano venti simili, come per esempio nei fiordi dell’Alaska e nelle montagne che costeggiano il Prince William Sound.

Come i “Piteraq” della Groenlandia, i “Williwaw” appaiono all’improvviso e sono difficili da prevedere, anche per i meteorologi più esperti. Questa imprevedibilità li rende particolarmente temuti dai velisti che navigano in queste regioni. Curiosità: nel 1960, il nome “Williwaw” fu dato a un aliscafo innovativo per l’epoca: un trimarano di 9 metri progettato da David Keiper che raggiungeva velocità superiori ai 20 nodi.

Il Maestrale

Anche se meno estremo del “Piteraq” o del “Williwaw”, il Maestrale è un famoso vento catabatico. Questo vento freddo e secco si forma quando l’aria del Nord Italia e delle Alpi si raffredda e scende rapidamente verso la valle del Rodano in Francia. Il Maestrale è caratterizzato da un’elevata intensità e spesso raggiunge velocità di 40-60 km/h, soffiando per diversi giorni. Tale vento è molto conosciuto e rispettato da chi fa crociere a vela in Mediterraneo, in quanto può causare condizioni di mare molto mosso.

La Bora

La Bora è un altro esempio di vento catabatico che soffia lungo la costa adriatica. Questo vento è particolarmente intenso quando scende dalle montagne del Golfo del Quarnero e colpisce la costa croata. La Bora può raggiungere una velocità di 100 km/h, e in alcuni casi anche di 150 km/h, causando grandi onde in mare e danni alle zone costiere. Le zone più colpite da questo vento sono le città di Fiume e Spalato, dove la bora può manifestarsi all’improvviso e interrompere le attività nautiche e terrestri.

Il 9 dicembre 2024, un’impressionante immagine catturata da un satellite Copernicus Sentinel 2 ha rivelato un fenomeno spettacolare sopra il Mare Adriatico, tra la costa dalmata della Croazia e l’isola di Pag. Quel giorno, la Bora ha raggiunto velocità superiori a 100 km/h, intensificando la sua esplosione mentre scendeva dalle montagne lungo la costa croata. In quest’area, le acque poco profonde dell’Adriatico amplificano questi effetti e favoriscono la formazione di schiuma.

Venti catabatici

Consigli per ridurre al minimo i rischi dei venti catabatici

Prima di uscire in mare è fondamentale per i velisti consultare le previsioni meteo locali e prestare particolare attenzione agli avvisi sulle condizioni termiche e sul rischio di venti violenti. È bene inoltre evitare le zone sensibili nei periodi ad alto rischio: in particolare di notte o all’alba, quando le condizioni sono favorevoli alla formazione di venti catabatici.

Altrettanto importante è preparare l’imbarcazione a condizioni difficili e assicurarsi che lo yacht sia ben equipaggiato per affrontare raffiche improvvise. Questo include il controllo delle sartie e del sartiame, nonché le mani di terzaroli se necessari. Si può anche decidere di navigare in gruppo e rimanere sempre in contatto. In caso di venti catabatici imprevisti, è preferibile essere accompagnati e avere un sistema di comunicazione efficace per avvisare gli altri velisti o chiedere aiuto in caso di problemi.

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