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Come maneggiare in sicurezza le cime in barca

– 13 Gennaio 2025 – Accessori di bordo

Accessori di bordo

Come maneggiare in sicurezza le cime in barca

La gestione delle cime è un’abilità essenziale per condurre la barca e mantenere sé stessi e gli altri membri dell’equipaggio in sicurezza. Ma è una pratica che si affina con il tempo e spesso sottovalutata da chi fa crociere. Ogni anno, infatti, i casi di cronaca nautica raccontano di incidenti con le cime, mani schiacciate, dita perse e altri danni gravi dovuti a tecniche di gestione inadeguate delle cime e dei cavi di bordo. I progressi tecnologici hanno certamente ridotto notevolmente la quantità di manovre e cime presenti oggi su yachts e cabinati a vela.

Le superfici veliche sono sempre più concentrate in poche vele di grandi dimensioni, anziché essere suddivise in diverse vele più piccole. Gli avvolgitori idraulici, gli spinnaker asimmetrici, i terzaroli interni e le vele di prua autoviranti si traducono in meno cordame necessario per gestire le vele. In effetti, le cime moderne sono notevolmente “scomparse” dagli eleganti pozzetti dei nuovi yachts che spesso possono sembrano aree completamente sgombre e pulite.

Il rischio però è che mentre la quantità di cime da manovrare sulle barche è diminuita, in realtà è aumentato il carico delle cime rimaste. E i conseguenti rischi, quando si maneggiano in modo sbagliato.

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Rispettare carichi e potenze in gioco

Una cima sotto carico è come una pistola carica. Le cime sono silenziose, finché non esplodono. Spesso i velisti alle prime armi non si rendono conto di quali sono i carichi in gioco su una barca a vela. Pensiamo ad esempio a un verricello che amplifica il nostro sforzo in base al rapporto per cui è stato progettato. Un modesto winch 50:1 fornisce circa 1.250 kg di carico al cavo per 25 kg applicati dalle nostre mani. È più o meno lo stesso peso di un’automobile che, se fosse effettivamente attaccata all’altra estremità della drizza invece che alla randa, farebbe certamente riflettere.

Questi carichi, già notevoli, aumentano naturalmente in maniera esponenziale all’aumentare della lunghezza delle imbarcazioni e di conseguenza in base alla grandezza delle manovre di bordo: paranchi, rotaie, verricelli, etc.

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Massima attenzione nell’utilizzo del winch

Il winch in generale va maneggiato con la massima attenzione poiché le tensioni in gioco su scotte e drizze possono essere piuttosto elevate. Un genoa di 50 metri quadrati, per esempio, con 25 nodi di vento sviluppa sul punto di scotta un carico di oltre 650 kg. Una delle raccomandazioni è quella di cazzare la cima tenendo le mani lontane dal corpo, in modo da dare massima potenza al movimento, lavorando alternativamente prima con un braccio, poi con l’altro. In termini di sicurezza, è anche bene ricordare che le mani vanno tenute lontane anche dal winch, nel caso un carico improvviso facesse slittare i giri della scotta sulla campana.

Quando si effettua una manovra al winch bisogna poi sempre tenere sotto controllo sia quello che accade sul tamburo sia gli effetti provocati sulla vela o altre parti delle attrezzatura. Mai quindi cazzare con la schiena rivolta alla prua. Durante la manovra le ginocchia devono essere protette, la schiena dritta e se c’è vento sostenuto è sempre meglio indossare i guanti. L’equipaggio inesperto avrebbe bisogno di istruzioni e dimostrazioni dettagliate da parte dello skipper sui winch di bordo.

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Occhio alle cime delle vele che fileggiano

Altro pericolo rappresentano le vele che per qualche ragione rimangono a fileggiare sbattendo violentemente. In queste condizioni le rispettive scotte possono diventare delle fruste in grado di colpirci inavvertitamente al corpo o peggio sul viso o in testa. Ci sono velisti che hanno riportato ferite serie agli occhi e alle orecchi per incidenti simili. Per questo è importante anche verificare periodicamente lo stato di usura di tutte le cime e i cavi di bordo. Sfilacciamenti, scuciture, tagli, vanno riparati immediatamente, salvo doversi confrontare con pericolose rotture improvvise e relativi danni collaterali.

Per evitare problemi è sempre bene avere gli occhi aperti, tenere tutto sotto controllo e anticipare, quando è possibile, ogni manovra. E soprattutto conquistare con il tempo una consapevolezza di questi pericoli e cercare di evitare di trovarsi nel posto sbagliato. Bisognerebbe sempre domandarsi “cosa succede se quella manovra si sposta all’improvviso?” oppure “dove finisce una cima senza controllo?” e posizionarsi sempre al sicuro.

Mettere in ordine le cime in coperta

Le cime allentate o lasciate alla rinfusa in coperta sono pericolose per l’equipaggio. Vi si può inciampare, possono ostacolare o bloccare le altre manovre, così come finire involontariamente in acqua. Le code delle cime in uso devono essere arrotolate intorno al verricello a cui sono associate o avvolte a spirale ordinatamente accanto a questo. Le cime non utilizzate, come le scotte dello spinnaker, possono essere arrotolate e fissate con un nodo nel bozzello.

Per concludere la gestione delle cime durante la conduzione di una barca a vela avviene spesso in momenti di alta pressione: l’accostata in banchina, l’issata dello spinnaker, una virata improvvisa. Sono tutti momenti in cui lo skipper potrebbe sentirsi stressato e questo si trasferisce all’equipaggio. Prendetevi il tempo necessario per le manovre e dedicatevi alla gestione delle cime. Un comandante calma impedirà alle persone di commettere errori e consentirà loro di dare il meglio di sé.

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