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I Diportisti e le regole di navigazione che non piacciono - Marenauta Blog

I diportisti e le regole di navigazione

– 10 Giugno 2019 – Vita a bordo

I diportisti e le regole di navigazione
Vita a bordo

Le 7 regole di navigazione che non piacciono ai diportisti

Sono ben pochi quei diportisti che non tengono a bordo i giubbotti di salvataggio o che non dotano la propria barca di copertura assicurativa. Altre regole di navigazione, però, vengono spesso ignorate. Perché e quali sono?

Sarebbe bello vivere in un mondo senza regole oppure le regole sono necessarie per vivere in un mondo bello? Certo è che nella navigazione così come nella mobilità a terra non siamo esenti dal rispetto di una certa quantità di norme di comportamento. L’obiettivo di queste regole è assicurare la sicurezza a bordo, diminuire l’eventualità di incidenti, promuovere la convivenza civile, osservare la salvaguardia dell’ambiente, etc. La capacità dei diportisti di ubbidire a queste norme e mettere in essere un comportamento sempre esemplare dipende da molti fattori: la coscienza di ciascuno innanzitutto, la condivisione con la filosofia di quella legge, così come la paura di prendere una multa per mancata inosservanza della stessa.

Alcune regole di navigazione, quelle fondamentali per la sicurezza ad esempio vengono in linea di massima rispettate. In pochi si sognerebbero di non tenere a bordo i giubbotti di salvataggio o di non dotare la propria barca di copertura assicurativa oppure rinunciare al Vhf. Altre regole, invece, vengono spesso ignorate. Abbiamo provato a fare una classifica basata sulle statistiche dei controlli in mare da parte delle forze dell’ordine.

Limiti di velocità in porto

01 Limiti di velocità in porto

La navigazione all’interno e in prossimità dei porti è regolata da una serie di norme generali che devono essere osservate ovunque. Innanzitutto si deve navigare a velocità moderata. In genere all’entrata di un marina ci sono dei cartelli che indicano la velocità massima consentita all’interno del porto. In ogni caso non si deve mai superare i 3 nodi, velocità che consente sia di avere tutto il tempo di fermarsi o correggere la rotta in caso di ostacoli improvvisi, sia di non provocare eccessivo spostamento d’acqua, fastidioso per le imbarcazioni all’ormeggio.

La velocità di navigazione andrebbe sempre moderata a seconda delle situazioni, ad esempio nel passare in un tratto di mare particolarmente trafficato oppure vicino alla costa, ma sopratutto all’interno del porto! rendono la navigazione in porto molto impegnativa e potenzialmente pericolosa. Occorre fare attenzione a molte cose mentre ci si prepara alla manovra di ormeggio o disormeggio. Per questo motivo il limite di velocità è generalmente fissato a 3 nodi. La regola sarebbe valida per tutti, comprese le forze dell’ordine, gli ormeggiatori e gli operatori del porto indipendentemente dalla stazza e dalla motorizzazione, ma quanti nella pratica la rispettano?

Distanza minima dalla costa

2) Distanza minima dalla costa

Per ragioni di sicurezza ogni capitaneria di porto stabilisce una distanza minima dalla costa, valida sia per la navigazione a motore che a vela. Questo limite può variare dai 150 ai 500 metri a seconda delle disposizioni locali che lo ricordiamo hanno valenza di legge. Il minimo in genere corrisponde ai tratti di scogliera mentre le distanze massime vengono richieste per le spiagge frequentate da bagnanti. Che questa regola possa essere sistematicamente disapplicata nella pratica lo testimoniano i casi di cronaca riportati a ogni stagione estiva dai tg che hanno ad oggetto persone falciate da eliche e danni da incaglio alle imbarcazioni.

Precedenze in mare e nei porti

03 Precedenze in mare e nei porti

A stabilire i diritti di precedenza in mare è il Regolamento Internazionale per Prevenire gli Abbordi in Mare. È importante ricordare che la barca che deve lasciare libera la rotta manovri per tempo e in maniera visibile in modo da tranquillizzare l’altra: piccole correzioni di prua o peggio manovre dubbie sono sempre da evitare. Chi invece ha diritto di precedenza deve mantenere la stessa rotta e velocità intervenendo solo nel caso in cui l’altra non riesca a modificare adeguatamente la rotta. Nel caso l’incrocio sia tra due barche a vela ad avere la precedenza è quella che naviga con le mure a dritta. Nel caso invece in cui le due barche procedono con le stesse mure a dovere accostare è chi naviga sopravento poggiando con largo anticipo e passando di poppa.

Il Codice della Navigazione in linea generale prevede che in caso di incrocio senza pericolo di collisione si debba mantenere sempre la dritta rispetto alla barca che si avvicina, moderando la velocità. Nel caso in cui le rotte siano a rischio di collisione invece l’imbarcazione con migliori capacità di manovra dovrebbe tenersi discosta da quella con maggiori difficoltà. Anche in corrispondenza dell’imboccatura del porto ci sono delle precise regole di precedenza da rispettare: ha diritto di precedenza chi esce rispetto a chi entra e che uscendo ci si dovrebbe sempre allontanare facendo rotta a 90° rispetto alla riva. Anche in questo caso queste regole spesso non sono rispettate e non è difficile incontrare prepotenti o vedere qualche barca tagliare la rotta di un’altra.

Bandiere e segnali diurni

04 Bandiere e segnali diurni

Le bandiere in mare costituiscono da sempre un linguaggio antico che un tempo era esclusivo dei marinai e che rappresentava l’unica forma di comunicazione fra le navi. Alle bandiere è affidato il rispetto di un’etichetta propria dei navigatori, ma anche importanti principi di sicurezza e comunicazione. Secondo il codice di navigazione a bordo le bandiere vanno issate in questo modo:

– La bandiera nazionale va alzata dalle 8.00 al tramonto, di poppa, e deve essere di dimensioni maggiori a tutte le altre bandiere a bordo. L’esposizione della bandiera è obbligatoria per tutte le imbarcazioni e navi, sia in navigazione che in porto. Sono i natanti (sotto i 10 m) possono decidere di non esporla.

– Il guidone sociale può essere issato in testa d’albero e tenuto fisso.

– La bandiera di cortesia dello stato ospitante va alzata alla crocetta di dritta o sull’ asta di prua per le barche a motore. Questa azione non è obbligatoria ma fa parte dell’etichetta nautica, è perciò buona norma osservarla ogni volta possibile.

– La bandiera armatoriale può essere issata sulla crocetta di dritta, quando non è presente la bandiera di cortesia, oppure su quella di sinistra.

Tutte le bandiere, escluso il guidone, devono essere ammainate quando è ammainata la bandiera nazionale. La bandiera di nazionalità si vede in tutte le barche ma le altre bandiere spesso non vengono esposte affatto o vengono issate in modo sbagliato.

Stessa approssimazione da parte dei diportisti c’è per i segnali diurni. Secondo il Codice della Navigazione: “Le navi a vela che navigano mosse da macchine sono equiparate a tutti gli effetti a navi a propulsione meccanica. Devono mostrare di giorno un cono con il vertice in basso”. Allo stesso modo tutte le navi e imbarcazioni quando sono alla fonda devono mostrare un pallone nero di dimensioni adeguate a prua. Basta navigare lungo le nostre coste per sapere come i navigatori scrupolosi che utilizzano correttamente i segnali diurni sono davvero pochi.

Distanza dalla boa dei sub

05 Distanza dalla boa dei sub

Nonostante le autorità, le forze dell’ordine, i giornali e le tv lo ripetano milioni di volte a ogni stagione, tutti gli anni c’è sempre qualcuno che dimostra di non avere capito o meglio digerito e rispettato questa norma basilare per la sicurezza dei sommozzatori. Cosa dice la legge? Chi si immerge deve essere collegato a una boa di segnalazione con bandiera rossa e striscia diagonale bianca visibile almeno da 300 metri. In caso di immersioni notturne deve esserci inoltre una luce lampeggiante gialla visibile dalla stessa distanza per 360 gradi. Il subacqueo, poi, deve tenersi entro 50 metri da questi mezzi di segnalazione o da un eventuale barca appoggio, mentre le altre unità in transito devono navigare ad almeno 100 metri di distanza. Coloro che transitano con una imbarcazione ad una distanza inferiore a 100 metri da una boa di un sub commettono un illecito penale. Su questo punto in effetti c’è ben poco da scherzare.

Partenza dalla spiaggia

06 Partenza dalla spiaggia

Arrivo e partenza dalla spiaggia per le imbarcazioni in Italia sono consentiti alle seguenti condizioni:

– Nei corridoi di atterraggio, procedendo a velocità minima;

– In assenza di corridoi, nelle zone frequentate dai bagnanti, l’attraversamento della fascia è consentita soltanto a remi.

A quanti di noi è capitato di vedere gommoni, barche a motore, barche a vela e moto d’acqua con motore acceso a pochi metri dai bagnanti e fuori dal corridoio apposito?

Regole di sci nautico e wakeboard

07 Regole di sci nautico e wakeboard

Lo sci nautico così come anche il wakeboard sono strettamente regolamentati in Italia. Non bastano una moto d’acqua o il tender dell’imbarcazione e una corda per provare. Il regolamento prevede molte limitazioni tra cui:

– Il conducente deve possedere ed essere munito di patente nautica, anche quando la potenza del motore non lo richiede;

– La distanza tra la barca trainante e lo sciatore deve essere superiore a 12 metri;

– La corda di traino deve essere galleggiante e l’asta conforme alle disposizioni RINA;

– La  barca trainante deve essere dotata di specchio retrovisore convesso;

– Lo sciatore deve sempre indossare un giubbotto di salvataggio.

Molti si improvvisano nell’attività di sci nautico e e wakeboard non conoscendo questa legge ma attenzione, le sanzioni possono essere salate. Il nostro consiglio è di rivolgersi a centri specializzati con istruttori e guide qualificate che vi faranno imparare ed esercitare in tutta sicurezza al largo e rispettando la normativa.

Appassionato di vela e sport acquatici, esperto di diporto nautico, ha una lunga esperienza come giornalista professionista per testate nazionali e internazionali.

2 commenti

  • umberto

    Le regole non vengono rispettate perchè la maggior parete delle “persone” che possiedono questi mezzi sono nate o diventate facoltose e potenti, o almeno credono di esserlo e quindi arroganti e prepotenti per difetto professionale (politici, notai, avvocati, giudici, forze dell’ordine, grossi imprenditori e i loro figli ancor di più). Quelli che applicano le regole sono coloro che lo fanno per passione e quindi studiano per prendere la patente, non la comprano non gliela regalano. Io vivo accanto al mare da sempre e ogni anno vedo la mia bella Sicilia devastata da lidi che si impossessano di intere spiagge, non rispettano la distanza dalla battigia e si permettono pure di scacciare vie le persone che hanno tutti i diritti di stare lì. Imbarcazioni e mega yachts si ormeggiano a pochi metri dalle spiagge, acquascooters e gommoni enormi sfrecciano a tutta velocità fra i bagnanti. Se denunci ti minacciano. Se chiami la Guardia Costiera, rischi di prendere un verbale tu per una cazzata tipo disturbo della quiete o perche ti è caduta un carta per terra, perche hanno ordini ben precisi del sindaco del luogo che emana le concessioni. Di consegueza la stessa si sfoga su piccole barchette con motori di 3-4 cv di cui i pescatori sportivi fanno uso per pesca sub che devono stare a 500 m dalle spiagge quando la gittata di un fucile subacqueo è di appena 5 metri, a colpo singolo, e per ricaricarlo ci vuole almeno 1 minuto, mentre la caccia può essere svolta a 100 m dalle abitazioni, strade e mezzi, con fucili automatici che possono raggiungere e uccidere anche a 300 m. provate a cercare quante persone sono morte per un arpione e quante per una cartuccia. E questa la chiamano societa civile. Sappiamo tutti che in italia è così e fingere di non saperlo o negarlo è soltanto ipocrisia. Io preferisco essere “incivile” e stare alla larga dalle persone “civili”

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