Bozcaada e Gökçeada: la magia delle isole turche
In Turchia ci sono circa 500 isole sparse tra il Mar Egeo, il Mar Nero, il Mar Mediterraneo, il Mar di Marmara e i laghi turchi. Due di queste, Bozcaada e Gökçeada, in particolare sono due scali magnifici e da prendere assolutamente in considerazione per coloro che decidono di navigare in acque turche.
La sosta in questi due angoli di paradiso diventa infatti un’occasione per esplorare i loro territori, le spiagge e le baiette, ma anche per scoprire la cultura locale e i paesaggi incredibili, anche fuori stagione. Vediamo allora in questa guida cosa hanno da offrire ai velisti Bozcaada e Gökçeada.
Bozcaada, elegante isola citata da Omero
Conosciuta anche come “Ténedos” in greco, Bozcaada è un’elegante isola egea con una storia lunga, complessa e stratificata. Nei secoli infatti ha subito dominazioni multiple, dai fenici ai persiani, dai veneziani agli ottomani. L’isola, piccola e spazzata dai venti, si è anche guadagnata addirittura più di una citazione nei versi dell’Iliade di Omero.
Molto frequentata, soprattutto nel weekend e in particolar modo dai turchi, Bozcaada rimane semi-sconosciuta all’estero, Italia compresa. Eppure di motivi per raggiungerla a vela ce ne sono in abbondanza. La zona più vivace dell’isola è quella intorno a Merkez, nel centro città, che vanta uno storico e ammaliante quartiere greco pieno di case variopinte convertite in boutiques, bar e taverne illuminati da suggestive lucine. Ci sono inoltre magnifiche spiagge con acque cristalline, e, nell’interno, dolci colline ammantate di vigneti.
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A spasso per la Turchia tra vigneti e cantine
Bozcaada è da sempre una delle principali aree vinicole della Turchia. In tempi antichi, enormi quantità di vino venivano utilizzate per i riti dionisiaci, dedicati al dio greco dell’ebbrezza. Il territorio dell’isola è perfetto per la coltivazione della vite. Tra le principali aziende vinicole di Bozcaada figurano Corvus, Talay, Amadeus e Yunatçılar, che commercializza i suoi vini con il nome Çamlıbağ.
I quattro principali vitigni autoctoni sono Vasilaki e Cavus per quanto riguarda i bianchi, Kuntra e Karalahana per i rossi. In genere, i Cabernet Sauvignon e i Cabernet Shiraz prodotti qui sono i migliori vini dell’isola. Si possono assaggiare in una delle cantine o delle molte taverne in stile greco di Merkez oppure unendosi ai festeggiamenti durante l’annuale “Bozcaada Wine Festival”, che ha luogo nel primo weekend di settembre, durante la vendemmia.
Gökçeada, luogo “celestiale” e solitario
Nella stagione estiva un flusso costante di velisti si spinge fino alla favolosa “Isola Celestiale”, appena a Nord dell’imbocco dello Stretto dei Dardanelli. Sono tutti attratti dalle spiagge di sabbia, i paesaggi incontaminati e i pittoreschi villaggi dell’isola. Negli altri mesi dell’anno Gökçeada, la cui cultura affonda le radici nel suo passato greco, è invece un luogo tranquillo e ventoso con pochi turisti e panorami bucolici.
Crociera in Turchia. Gökçeada è un paradiso roccioso battuto dal vento che si estende su una superficie lunga 15 miglia da Est a Ovest. Al centro è attraversata da una ripida vallata mentre sulla costa il paesaggio deserto può sfidare chiunque in quanto a spettacolarità e solitudine. Anche se la presenza di una base militare rappresenterà sempre un deterrente allo sviluppo del turismo di massa a Gökçeada, conviene lo stesso affrettarsi per visitarla.
Una storia di guerre e invasioni
Un tempo Gökçeada era abitata in predominanza da greci e si chiamava “Imbros”. Durante la Prima Guerra Mondiale divenne un’importante base per la campagna di Gallipoli, tanto che il generale Ian Hamilton, comandante delle truppe alleate, si stabilì nel villaggio di Aydıncık (poi divenuto Kefalos) sulla costa sud-orientale dell’isola. Come la più piccola e vicina isola di Bozcaada, a Sud, Gökçeada fu attribuita alla neonata Repubblica Turca nel 1923, senza però essere interessata dallo scambio di popolazioni.
Navigare a vela in Turchia. Tuttavia, nel corso degli Anni 60 quando scoppiò il conflitto per Cipro, il governo turco fece pressione affinché la popolazione greca dell’isola, che allora contava circa 7.000 residenti, se ne andasse. Oggi rimangono solo poche centinaia di pensionati. Insomma uno scalo tranquillo e ricco di storia, tutto da vivere.