Prima crociera a vela: ecco come non sembrare un principiante
La maggior parte degli operatori charter e dei velisti esperti possono riconoscere un principiante che noleggia una barca a vela in bareboat, ossia senza skipper, a un miglio di distanza. E non sono pochi quelli che si lasciano andare a una risata discreta ai danni di quei neofiti che entrano in un ancoraggio affollato a vele spiegate dopo il tramonto. Quando si tratta di navigazione a vela e prima crociera c’è una lista apparentemente infinita di cose da imparare. Ed è normale per chi non ha esperienza saltare subito all’occhio di un buon osservatore.
L’ideale sarebbe arrivare alle prime crociere charter con un minimo di navigazione alle spalle, non necessariamente come skipper, anche se è molto consigliato. Non preoccupatevi però. In fondo anche in barca a vela c’è sempre una prima volta. Seguire un corso di formazione velica su cabinati può essere molto utile, così come prendere la patente nautica. Le nozioni più importanti da apprendere sono l’utilizzo del motore, le tecniche di navigazione, le manovre a vela, la gestione delle comunicazioni, la conoscenza delle dotazioni di bordo e delle procedure di emergenza.
Dopodiché si può provare tranquillamente cercando magari di non incorrere in errori assolutamente banali e grossolani, tali da mettervi in ridicolo e farvi sembrare totalmente imbranati. Tranquilli comunque, ci sono passati tutti. Basta fare tesoro di queste esperienze. Se in ogni caso non si vuole sembrare un perfetto principiante al primo noleggio ecco una lista di comportamenti da evitare.
Quelle corse disperate all’ormeggio
Non c’è cosa peggiore che identifica un equipaggio di principianti che arrivare nell’ancoraggio prescelto alla massima velocità con il sole che tramonta e fare a gara con un’altra barca che è davanti per accaparrarsi l’ultimo gavitello per l’ormeggio. Basta pianificare l’ancoraggio con un po’ in anticipo e arrivare presto, molto prima del tramonto, in particolare negli ancoraggi più affollati. Gareggiare con un altro yacht per un ormeggio in un porto affollato può essere comunque pericoloso per la vostra barca e il vostro equipaggio, per non parlare delle molestie che arrecate a tutti quei diportisti che si stanno godendo il giusto relax in banchina.
Perdere un parabordo in mare
A tutti i velisti principianti è capitato di perdere un parabordo per via di un nodo sbagliato o fatto di fretta. Il nodo giusto è quello cosiddetto “parlato”, è molto semplice e basta esercitarsi per un po’ a farlo per padroneggiarlo egregiamente. I parabordi sono accessori costosi e poi sono realizzati di plastica, quindi una volta caduti fuoribordo andrebbero a inquinare il nostro mare. Altro errore grave in fatto di parabordi è di lasciarli appesi alle fiancate mentre siete in navigazione. Ci sono almeno tre buone ragioni per tirarli dentro in coperta. I parabordi lasciati fuori durante la navigazione possono facilmente liberarsi e perdersi. I parabordi che sbattono contro lo scafo possono causare danni alla barca. E ancora una volta farete la figura dei principianti. Davvero imperdonabile poi è chiamarli “paraurti”, come quelli di un’automobile. Il linguaggio marinaresco è importante, non una cosa snob e va imparato progressivamente. Padroneggiare il gergo appropriato vi salverà in un sacco di situazioni e soprattutto non vi farà sembrare dei perfetti principianti sprovveduti.
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Non imparare a fare i nodi
Potrebbe sembrare che i nodi marinareschi sono roba da secchioni. Niente di più sbagliato. I nodi a bordo di una barca a vela sono nozioni fondamentali necessari ai fini delle manovre e della sicurezza della barca. L’arte dei nodi è fondamentale nella gestione dell’attrezzatura di bordo e durante le manovre, oltre che a essere decisiva in condizioni di emergenza e pericolo. In realtà quelli davvero fondamentali sono una decina: il Savoia, il nodo Piano, il Parlato, il Mezzocollo, il nodo Margherita, il nodo Bandiera, il nodo di Bitta, il nodo Ancorotto, la Gassa d’Amante, il Nodo di ormeggio, la Bocca di lupo, il nodo Scorsoio, il nodo Inglese. Se poi vi piacciono davvero e volete conoscerli a fondo una vera “bibbia” in materia è Il grande libro dei nodi di Clifford W. Ashley (Magenes Editore) che ne raccoglie diverse migliaia.
Partire dalla banchina con il tender sbagliato
Prima crociera in porto. Quasi sempre, soprattutto nei porti affollati e in alta stagione, è probabile che ci siano molti altri tender ormeggiati lungo moli e banchine in attesa che i rispettivi equipaggi tornino a prenderli dopo le loro passeggiate a terra. Sembrano tutti più o meno uguali, anche se tecnicamente dovrebbero riportare il nome della barca a cui appartengono sulle proprie fiancate. Se questo non c’è, si può comunque prendere nota del numero stampato sullo scafo. Come ulteriore precauzione, può essere utile portare con voi la “chiave” o interruttore di sicurezza per fermare il motore in caso di caduta in mare del vostro tender quando partite.
Sfrecciare con il tender in rada
Prima crociera e soste in rada. Sfrecciare all’interno di un ancoraggio affollato con il proprio tender facendo rumore e lasciando una scia gigantesca sulla poppa non solo è di una cafonaggine unica, ma è scorretto e pericolo da punto di vista marinaresco: in quelle acque potrebbe infatti nuotare qualcuno, un bambino per esempio, ma anche un animale, cane o un pesce. Per ottenere punti extra come principiante e pirata del mare, vi basta fare tutto questo in piedi sul tender in navigazione e senza usare il leash di sicurezza che spegne il motore in caso di emergenza. Se non siete diretti a terra per un’emergenza medica, rallentate. I vostri yacht vicini lo apprezzeranno molto e soprattutto vi risparmierete una pessima figura, se non peggio.
Ancorare a mezzo metro dalle altre barche
Prima crociera e ancoraggi. Chi va in barca a vela lo fa per rilassarsi e godersi in santa pace la natura, quindi in rada preferisce sempre un po’ di solitudine serale e di privacy. Se possibile, lasciate allora ai vostri vicini di barca più dello spazio minimo di oscillazione durante l’ancoraggio. A nessuno piace essere costipato con la barca vicina di ormeggio a mezzo metro di distanza. È anche una questione di sicurezza, visto che le oscillazioni all’ancora o un improvviso cambio di direzione del vento potrebbero portare a spiacevoli e pericolose collisioni tra gli scafi. Se l’ancoraggio è molto ampio con ormeggi a volontà, non scegliete quello l’unico posto accanto all’unica altra barca in giro, a meno che non sia la barca del vostro migliore amico.
Lasciare che i vostri figli giochino con il Vhf
Prima crociera e mezzi di comunicazione. Il Vhf non è un giocattolo, ma un componente fondamentale per gestire le comunicazioni a bordo: chiamare la Guardia Costiera, un marina turistico o un porto per trovare un posto barca, parlare con altri diportisti e soprattutto gestire situazioni di pericolo o di emergenza. Se avete figli a bordo, evitate allora di lasciarli liberi di giocare con la radio Vhf finché non sono abbastanza grandi da capire come usarla correttamente e professionalmente. Potrebbero infatti metterla fuori uso, farla cadere fuori bordo e soprattutto interferire con le altre comunicazioni marinaresche in corso.
Urlare durante le manovre alle vele all’ormeggio
Non si spiega perché, ma i velisti principianti alla prima crociera sono soliti urlare e schiamazzare come metodo primario di comunicazione durante le manovre a vela o all’ormeggio. Solo con un po’ di pratica si comprende che urlare istruzioni ai propri compagni di equipaggio a bordo non è necessario, è controproducente perché non si capisce nulla e si fornisce un intrattenimento involontario a chi ci osserva da lontano. In realtà il vento e le onde possono rendere difficile sentire le istruzioni tra il timoniere e l’equipaggio, soprattutto sulle barche più grandi. Per questo esistono anche alcuni segnali manuali predeterminati che consentono di farsi capire senza parlare, per esempio tra l’uomo che sta a prua per cercare il gavitello e il timoniere che conduce a motore. Segnateveli e imparateli.
Figure da principianti a parte, le crociere a vela sono molto più di galateo e regole. Danno una sensazione di completa libertà che si alterna tra relax ed euforia. E se si viene individuati come principianti alla prima crociera, non è poi così male. I marinai in fondo sono persone quasi sempre intelligenti, divertenti e indulgenti.