Come i contratti di “barca in gestione” stanno cambiando il charter
Così come è avvenuto per il mercato automobilistico, della telefonia mobile e quello immobiliare, le barche oggi non si comprano più “tout court”. Al momento dell’acquisto di un nuovo modello, in pratica si attiva un cosiddetto contratto di gestione o di “yacht management” con società di charter che possono valorizzare e mettere a profitto il bene, curarne tutta la manutenzione, pagare il posto barca in un marina e far recuperare all’armatore buona parte del valore di acquisto.
Oggi i programmi di gestione sono una realtà fortemente consolidata e in crescita in tutto il mondo perché presentano innumerevoli vantaggi per gli armatori. Ma anche per chi noleggia le barche perché si ritrova a passare le vacanze su modelli nuovi, in ottime condizioni e dotati di allestimenti di lusso. E il binomio barca in gestione-noleggio charter è in forte ascesa anche in Italia: Così come in Francia e in Croazia, Paesi dove quasi il 30 per cento delle barche è in gestione. Molte società di charter hanno addirittura l’intera flotta non di proprietà.
Un nuovo approccio all’acquisto nautico
Anche nel settore nautico è cambiata la mentalità. Gli armatori sono i primi a considerare il “boat management” come canale primario di acquisto e come soluzione alternativa per recuperare o comunque ammortizzare i costi della barca. O addirittura ottenerne una rendita, come nel caso del franchising nautico.
Nel contratto di barca in gestione in pratica il soggetto che compra un nuovo cabinato decide di affidarsi a società di charter per dirigere l’intera gestione dell’imbarcazione. L’operatore charter può organizzare servizi di manutenzione periodica, pulizia, ricerca clienti, posto barca. Mentre all’armatore e proprietario rimane affidata la responsabilità armatoriale della barca. Il contratto di gestione è dunque una somma di più ruoli legalmente distinti. Chi compra la barca, ossia il proprietario o una società, chi svolge servizi su di questa. E chi in qualità di operatore organizza pacchetti turistici che utilizzano e sfruttano a livello economico l’imbarcazione.
Barca in gestione: le più richieste dal charter
Nel cosiddetto contratto di “yacht management” rientrano ad oggi una moltitudine di formule contrattuali e una consulenza globale specializzata che può orientare il cliente a capire quale sia la formula giusta per lui. Ci sono alcune tipologie classiche: acquisto a rendita fissa, ownership parziale o condivisa, franchising, di durata fissa variabile, con possibilità di uscita, riscatto della barca o rivendita. E anche di gestione della barca già in possesso. Molta della concorrenza tra le varie società è proprio nell’indovinare la formula più giusta per i propri clienti.
Ma di quali barche parliamo? In generale qualsiasi tipologia di barca può essere acquisita con il contratto di gestione. Dalle statistiche di mercato, tuttavia, risulta che le imbarcazioni più gettonate e quelle per cui ha più senso utilizzare queste formule di acquisto alternativo sono i catamarani a vela da crociera e i monoscafi di grandi dimensioni. Oppure le cosiddette barche ”Premium e comunque tutti quei cabinati che possano garantire a chi noleggia un’esperienza di crociera confortevole anche in caso di equipaggi numerosi.
I consulenti hanno interesse a consigliare bene l’armatore nella scelta e configurazione della barca e degli accessori. Sono loro a sapere in tempo reale cosa chiede il mercato, e a orientare persino i cantieri costruttori, spesso partner diretti delle società di boat management.
Cosa succede al termine del contratto?
I contratti di barca in gestione si stanno adeguando a soddisfare le esigenze sia di quegli armatori che vogliono “provare” ad avere una barca per la prima volta ma non sono sicuri della scelta o se vorranno tenerla, sia le necessità di quegli armatori che puntano ad avere una barca sempre nuova e sanno già che passato il periodo del contratto, vorranno comprarne un’altra.
Alla fine del contratto di gestione in proprietà, viene infatti offerta la possibilità di vendere la barca alla società, ricavando, per esempio dopo 5 anni, cifre che vanno dal 30% al 45% del valore del cabinato. Sicuramente un valore più alto per l’armatore di quello che ricaverebbe vendendo la barca privatamente sul mercato dell’usato.
Tanti servizi aggiuntivi che fanno gola all’armatore
Le formule di acquisto con gestione barche sono rese ancora più accattivanti abbinando benefits o servizi. Ad esempio viene offerta la possibilità di noleggio esclusivo di barche simili o superiori alla propria, in basi nautiche di tutto il mondo. Oppure la possibilità di provare o gratuitamente altri modelli con possibile sostituzione del proprio durante il contratto, la flessibilità di prenotare periodi di diversi mesi di uso esclusivo della barca. E ancora l’accesso a canali social dedicati per scambiare settimane o prenotare vacanze con altri armatori. Tali servizi sono la chiave su cui si gioca la partita tra concorrenti nella vendita dei contratti di barca in gestione.
Si vedono anche offerte che includono servizi in marina, uso del portale per promuovere e gestire le prenotazioni, controllo remoto della barca, forti sconti con tutti i prodotti e servizi partner della società. Senza contare i servizi di trasferimento barca con skipper, aiuto equipaggio, rigging o upgrade, lavanderia, disinfezione della barca. O ancora servizi di catering on demand, cambio di bandiera, rilocazione barca all’estero, acquisto di accessori speciali.
Barca in gestione, un trend in crescita
Ci sono naturalmente ancora molti armatori refrattari all’idea di condividere il proprio bene con altre persone. Ma ce ne sono tanti altri che hanno capito come attraverso il “boat management” si risparmino molti soldi. Specialmente considerando che la maggior parte degli armatori compra una barca per usarla un massimo di 3 settimane all’anno. Inoltre con lo “boat-management” non solo si può comprare una barca di alta fascia “pronta a navigare”. Ma con essa si comprano anche dei pacchetti di benefit e servizi “all inclusive”.
È un mercato assolutamente in crescita- E a guadagnarci sono anche gli stessi utenti finali del charter che hanno la garanzia di navigare su barche sempre aggiornate a livello di design, sicure e facili da condurre, ricche di comfort e allestimenti di lusso che trasformano le vacanze a vela in esperienze ancora più appaganti.