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I veri punti chiave per la sicurezza di una navigazione d’altura

– 12 Gennaio 2024 – Vita a bordo

Vita a bordo

I veri punti chiave per la sicurezza di una navigazione d’altura

Uno dei punti cardini della sicurezza a bordo di un cabinato a vela da crociera è la profonda conoscenza di ogni sua parte, la familiarità con impianti e attrezzature, la completa padronanza delle manovre base e quelle di emergenza. Il principio vale per tutte le barche naturalmente, ma soprattutto per quei cabinati che hanno delle attrezzature o allestimenti particolari, come per esempio il rollaranda o la calza dello spinnaker o ancora manovre non rinviate direttamente in pozzetto.

Leggi anche: Ecco come mettere il boma in sicurezza durante la crociera

Familiarità dell’equipaggio con manovre e attrezzature

Oltre all’armatore o allo skipper, tutti i membri dell’equipaggio dovrebbero sapere dove mettere le mani in coperta e sviluppare un certo automatismo nella gestione di tutte le manovre. Una capacità fondamentale in situazioni critiche, un colpo di vento improvviso, uno stato del mare vigoroso, un tratto di mare con traffico marittimo importante, etc.

È buona norma per esempio, specie sulle barche da charter, che ogni scotta, drizza, winch e pulsante di una consolle, sia correttamente etichettato in modo che colui che userà quella manovra avrà subito chiara l’idea della sua funzione. Stesse indicazioni andrebbero inserite sul pannello elettrico, sulle prese a mare, su eventuali telecomandi in remoto, come quello del salpancora.

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Una lingua comune per evitare incomprensioni ed errori

Tutti i membri dell’equipaggio, a prescindere dalla loro esperienza, dovrebbero almeno essere istruiti, ma anche esercitarsi sull’uso dei comandi principali della barca. L’uso del chartplotter, del Vhf, del telefono satellitare, le manovre a motore, e così via. Se l’equipaggio è misto e multilingue, sarebbe utile concordare una lingua conosciuta da tutto l’equipaggio. In modo da essere sempre chiari, pronti e perfettamente consapevoli di quello che succede a bordo. Nei momenti concitati, ma anche solo quando soffia il vento o sbattono le vele, le comunicazioni a bordo possono essere piuttosto difficili e la perfetta comprensione degli ordini è decisiva.

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Con il maltempo cambia tutto nella sicurezza

Le condizioni meteorologiche amplificano enormemente le sfide in mare quando si va in crociera. Un conto è navigare con vento leggero, mare calmo, in tratti sotto costa o al largo privi di pericoli. Altra cosa è andare a vela in presenza di groppi, fronti perturbati, onde incrociate, di notte o in zone ad alto traffico. Le raffiche di vento, la pioggia battente, il freddo, la barca sbandata o nebbia richiedono doti marinare, competenza e sangue freddo da parte di chi governa ed esegue le manovre. Tutto a bordo diventa più impegnativo, anche solo spostarsi sulla coperta bagnata e scivolosa oppure scendere sottocoperta o ancora infilare la testa nel vano motore.

Non parliamo poi delle condizioni da tempesta. In queste circostanze, che pure possono capitare, specie nei lunghi trasferimenti al largo, la visibilità, la capacità di sentirsi a vicenda e di muoversi agevolmente sul ponte diventano estremamente difficili. La sicurezza di tutti i membri diventa fondamentale. Tutti devono sapere dove stare per non intralciare le manovre e rimanere al sicuro. Per esempio non certo in piedi in pozzetto in balia delle oscillazioni del boma i cui colpi accidentali possono essere causa di infortuni anche gravi. Oppure non essere legati alla jack line mentre si cambia una vela di prua, magari di notte. Commettere certe imprudenze può addirittura costare la vita, come riportano le cronache.

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La navigazione d’altura comporta rischi maggiori

In linea di principio la navigazione d’altura non è molto diversa da quella costiera. A livello tecnico e di conduzione della barca sono praticamente simili. Le andature, i cambi di direzione, il tenere la rotta, tutto è uguale. Cambiano i tempi naturalmente, le ore di guardia e quelle di riposo, l’autonomia a livello energetico, ma soprattutto al largo si è completamente da soli. A livello di sicurezza in caso di avarie improvvise o di problemi medici, la distanza dalla costa è fondamentale. Stando molto al largo potrebbero volerci giorni per raggiungere la costa e chiedere aiuto.

In caso di emergenza grave e di lancio di un mayday, bisogna considerare che gli elicotteri di soccorso hanno un raggio d’azione di circa 500 miglia. In particolare, trasportano abbastanza carburante per andare fino a 250 miglia al largo, rimanere in volo per circa 30 minuti per soccorrere un equipaggio in difficoltà. Quindi tornare indietro per altre 250 miglia. Sembra tanto, ma in mare non è così.

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Tecniche di primo soccorso un vero “must” per la sicurezza

Tutte le precauzioni di sicurezza che normalmente non si adottano quando si naviga sotto costa se si è al largo devono essere applicate a tutto l’equipaggio. Non si tratta solo dei giubbotti di salvataggio e delle jack line, ma anche di pratiche di navigazione più conservative. L’addestramento al primo soccorso e alla rianimazione cardiopolmonare, dovrebbe essere uno standard.

Dovrebbero essere facilmente accessibili a tutti i membri a bordo forniture e manuali completi di primo soccorso. Così come le borse preconfezionate con le cose essenziali (per esempio, passaporti, prescrizioni mediche, etc.). La possibilità di comunicare con la costa con dispositivi a lunga distanza, così come quella di ricaricare tutti i dispositivi per un uso prolungato è fondamentale.

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