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Capo d’Orso, un giardino di rocce scolpite dal Maestrale

– 8 Luglio 2023 – Non categorizzato

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Capo d’Orso, un giardino di rocce scolpite dal Maestrale

Conoscete Capo d’Orso? Il tratto di costa attorno a Palau in Sardegna è un vero gioiello del Mediterraneo. Stretto tra il maestoso Arcipelago di La Maddalena e la rinomata Costa Smeralda, è un territorio bagnato da acque turchesi e impreziosito da spettacolari composizioni di rocce granitiche, che, complice il lavorio del mare e del vento, talvolta assumono forme pittoresche uniche al mondo.

La più famosa si trova nel golfo naturale di Capo d’Orso ed è la cosiddetta “Roccia dell’Orso. Dallo straordinario colore giallo-rosato, è posta sulla sommità di un rialzo granitico a più di 120 metri di altezza dal mare e ha la forma di un orso. In posizione accovacciata, il grande blocco granitico ha lo sguardo rivolto verso La Maddalena ed è una sorta di guardiano silenzioso di Palau che da tranquillo borgo di pescatori è oggi una delle località più amate della Sardegna.

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Come raggiungere la Roccia dell’Orso, guardiano di Palau

La base nautica di partenza per esplorare questa meraviglia della natura è proprio il porto di Palau, costituito da un grosso molo a gomito munito di bitte. La struttura ospita circa 400 posti barca su fondali di fango e sabbia dai 2 ai 5 metri. È esposta a Tramontana e l’unica raccomandazione è di tenersi lontano dalla rotta dei traghetti in manovra.

Dal porto la Roccia dell’Orso dista poco più di 5 chilometri. Si può raggiungere attraverso un sentiero panoramico che parte dal forte di Capo d’Orso, una delle tante fortificazioni militari ottocentesche di Palau, tra cui le batterie di Monte Altura e di Talmone. È un affascinante sentiero costiero di lieve dislivello, adatto a tutti, da cui si possono godere viste mozzafiato sulla costa. Una volta arrivati in cima dalle altezze della roccia il panorama è a dir poco spettacolare: si ammira tutto il litorale, dal porto di Palau e la caletta di Capo d’Orso, fino alle baie turchesi delle isole di La Maddalena e Caprera. E poi c’è lui, l’orso di granito scolpito dal Maestrale.

Capo d’Orso

Un mito già ai tempi di Greci e Romani

È lì da millenni. Già i Romani lo chiamavano “promontorium arcti”, ossia promontorio dell’orso e da allora ha mantenuto inalterato il nome. La prima attestazione storica è del geografo greco Tolomeo (II secolo d.C.), che oltre a darne le coordinate, racconta della paura che incuteva ai naviganti perché in grado di attirare le navi “come una grande calamita”. Non a caso, nel tratto di mare di fronte, sono stati rinvenuti relitti di navi onerarie di varie epoche, a conferma anche di un intenso traffico commerciale da queste parti.

Secondo Victor Berard, scrittore studioso di Omero, Capo d’Orso è l’unico luogo del Mediterraneo identificabile con la “Terra dei Lestrigoni”, giganti cannibali protagonisti del X libro dell’Odissea che inflissero gravi perdite e costrinsero alla fuga disperata Ulisse. L’eroe sbarcò qui, nei pressi della fonte Artacia (dell’orso appunto) in cerca di cibo e acqua per l’equipaggio, che a sua volta divenne banchetto della popolazione locale.

In ogni caso la Roccia dell’Orso da sempre rappresenta un riferimento per chi va per mare, ben visibile dal mare e citata in guide nautiche portolani per i naviganti che si avventurano a largo delle coste galluresi e delle Bocche di Bonifacio.

Capo d’Orso

Baie e spiagge dove rilassarsi o dedicarsi ai watersports

Una volta scesi dal promontorio di Capo D’Orso potete andarvi a riposare in una delle incantevoli spiagge della zona. Tra arenili sabbiosi e cale rocciose c’è l’imbarazzo della scelta. Proprio accanto al porto ci sono L’Isolotto, una caletta di fine sabbia bianca, e Palau Vecchio, spiaggia delimitata da una fresca pineta. Proseguendo verso Ovest, di fronte all’isola di Santo Stefano, si trova il villaggio di Porto Rafael, bellissimo e chic. La sua baia più celebre è Cala Inglese, detta “piscina di Porto Rafael”. Lì vicino spicca il tratto bianchissimo di Costa Serena. Poi ecco la bellezza indomabile di Punta Sardegna e le fattezze esotiche di Cala Trana, incastonata tra dune, rocce granitiche, ginepri e lentischi, e caratterizzata da sabbia tendente al rosa.

Proseguendo ancora in direzione di Santa Teresa Gallura si trova il paradiso dell’Isuledda o “Isola dei Gabbiani”. In realtà è una penisola, unita alla terraferma da un istmo circondato dal mare turchese. Nel cordone sabbioso si aprono a ventaglio, da una parte, la spiaggia dell’Arenaria. Dall’altra Porto Pollo, spiaggia dalla tonalità abbaglianti, accarezzata sempre dal vento: è la località sarda simbolo per windsurfer e kitesurf. Di fronte si dispiega l’isolotto Cavalli e, in lontananza, le stupende isole maddalenine di Spargi e Budelli.

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