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Crociera a vela senza pensieri: guida agli ancoraggi difficili

– 2 Settembre 2025 – Vita a bordo

Vita a bordo

Crociera a vela senza pensieri: guida agli ancoraggi difficili

Ancoraggi difficili. Durante una crociera a vela quando si getta l’ancora per una sosta, saper individuare un buon ancoraggio vuol dire essere già a metà dell’opera. In genere i migliori ridossi di un determinato tratto di costa sono riportati in guide nautiche e portolani, ma non bisogna limitarsi a quelle informazioni.

Gli elementi chiave da considerare per identificare l’idoneità di un ancoraggio sono: il tipo di ridosso, la natura del fondale, la profondità dell’acqua e lo spazio di oscillazione della barca (anche detto “giro di ruota”). Vediamoli in dettaglio, punto per punto, in questa guida agli ancoraggi difficili.

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Tipo di ridosso

Per gli ancoraggi aperti, è essenziale avere una brezza verso il largo per tutta la durata della sosta, oltre a una protezione dal mare e dalle mareggiate. Controllate le previsioni per verificare che non ci siano sbalzi di vento che potrebbero trasformare una caletta appartata in una pericolosa costa sottovento. Ricordate inoltre che il carattere degli ancoraggi interessati dalle maree può cambiare durante il loro ciclo. Oltre al cambiamento della corrente, variano anche gli eventuali ripari, come per esempio le sporgenze rocciose che possono formare frangiflutti naturali e coperture.

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Natura del fondale

La sabbia e il fango offrono la migliore tenuta, purché non siano troppo morbidi. Le alghe e le rocce sono invece da evitare. La linea di costa visibile può indicare cosa succede sotto la superficie. Gli affioramenti rocciosi sulla riva possono estendersi verso il mare, così come il tratto di sabbia tra di essi, quindi cercate di posizionarvi in quella zona. Sappiate che la sabbia riflette più luce delle alghe o delle rocce, quindi gettate l’ancora in queste zone più chiare.

Anche la vista satellitare di Google Maps può rivelarsi preziosa: salvate le schermate dei probabili ancoraggi sul vostro telefono o tablet prima della partenza. I contorni lisci suggeriscono sabbia, mentre i fondali rocciosi sono più irregolari. In un ciclo di marea ci si trova in 3 modalità diverse: verso la piena, il riflusso e il ritiro. Dunque la posizione dell’ancora deve tener conto di tutti e tre i fattori.

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Profondità dell’acqua

Considerate sia l’acqua alta che quella bassa. La lunghezza della catena e della cima di ancoraggio che portate con voi limita la profondità a cui potete ancorare con successo. Quanta catena dare? In assenza di vento o con vento moderato basterà moltiplicare l’altezza del fondale per 3 e dare catena di conseguenza. Se il mare è invece leggermente mosso o c’è vento in aumento, allora è meglio dare catena per 5 volte l’altezza del fondale. Se c’è vento forte e mare agitato il rapporto sale a 7:1. Una buona norma è di utilizzare l’ancora giusta rispetto alla natura dei fondali e soprattutto di non dare ancora su fondali troppo alti. Se infatti l’ancora dovesse rimanere incagliata tra le rocce, la manovra per disincagliarla potrebbe essere difficile per l’equipaggio. Per evitare problemi, si può utilizzare il cosiddetto “grippiale” e comunque bisogna sempre avere a bordo maschera e boccaglio per intervenire in emergenza.

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Spazio di oscillazione della barca

È necessario infine considerare lo spazio di oscillazione della barca, anche detto “giro di ruota”. Si tratta del giro che la barca descrive attorno al punto di ancoraggio a causa del vento, delle correnti e delle onde. È fondamentale calcolare correttamente questo spazio per evitare collisioni con altre imbarcazioni o con la costa. Considerate che maggiore è la lunghezza della catena (calumo) dell’ancora, maggiore sarà lo spazio di oscillazione. In acque più profonde, è necessario usare più catena per garantire un buon angolo di tenuta dell’ancora, aumentando così il raggio di oscillazione. Un vento più forte aumenta la forza che spinge la barca, amplificando il suo movimento e il giro di ruota. Anche le correnti marine possono deviare la traiettoria della barca, influenzando ulteriormente il suo spazio di oscillazione.

La presenza di altre barche ancorate nelle vicinanze può limitare lo spazio di oscillazione e richiede una maggiore attenzione alla distanza di sicurezza. Per calcolare lo spazio di oscillazione bisogna sommare la lunghezza della catena e della lunghezza della barca.

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