Eolie: una crociera a vela nelle isole dei vulcani
Le isole Eolie, tutte di straordinaria bellezza, seducono il diportista con i loro scenari mozzafiato, gli antichi vulcani, i pendii scoscesi e le sabbie nere che si tuffano in un mare di un blu acceso. Si fa presto a innamorarsi della loro atmosfera mitologica, la natura primordiale, la gente semplice e sanguigna, i tramonti di fuoco. Basta una crociera a vela di una settimana, con i compagni di viaggio giusti e il cuore ben aperto.
1 giorno, Marina di Portorosa (imbarco)
Il nostro itinerario parte dalla base di Marina di Portorosa che dista circa 14 miglia dall’arcipelago e rappresenta un’ottimo punto d’imbarco per la crociera. Di solito si sale a bordo alle ore 17, per poi passare la prima notte in porto a rilassarsi e godersi un’ottima cena.
2 giorno, Marina di Portorosa-Vulcano, 14 miglia
Tempo di mollare gli ormeggi per la prima tappa della nostra crociera: la splendida Vulcano che con la sua natura primordiale, il vulcano attivo, le fonti termali e le tante calette è un gioiello del Mediterraneo. Per raggiungere l’isola basta una navigazione di 2,5 ore e sono poi i venti a dettare all’equipaggio lo scalo migliore per l’atterraggio. Il Porto di Ponente, a Sud Ovest del Promontorio di Vulcanello, offre un bell’ancoraggio ridossato da venti di Nord Est, Est-Sud Est e Sud. Si può entrare nella rada mantenendosi al centro dove la profondità del fondale è di 12-15 metri, poi decresce verso riva. Da qui si può raggiungere la famosa spiaggia di Sabbie Nere, simbolo di Vulcano, da non perdere al tramonto con le sue sfumature rosso fuoco. La strada dietro la spiaggia porta al paese. Quando il vento soffia da Ovest, Sud Ovest e Nord Ovest, l’alternativa per l’ancoraggio è il Porto di Levante nella parte Est dell’istmo che collega Vulcanello a Vulcano. Qui si può ormeggiare alla banchina dedicata ai diportisti, oppure utilizzare i pontili galleggianti con tutti i servizi o ancora sfruttare il campo boe nei pressi del pontile.
Esplorando la costa, merita una visita Cala del Formaggio, graziosa baia con una spiaggetta di sassi e circondata da pareti rocciose. Altrettanto suggestive sono Cala di Mastro Minico e Cala di Capo Secco, un’insenatura isolata di una bellezza selvaggia, incastonata tra erte scogliere vulcaniche. Da qui subito a Nord c’è Punta di Capo Secco che ospita la Grotta del Cavallo e le Piscine di Venere, due punti costieri tra i più emozionanti dell’isola. Altri approdi interessanti sono l’Ancoraggio di Gelso, una baia con una bella spiaggia nera di sabbia e ghiaia che si affaccia su un mare azzurro e poi la Spiaggia delle Fumarole, unica per le sue acque scaldate dai vapori sulfurei e sorgenti sottomarine. C’è infine una delle esperienze più suggestive dell’isola: la scalata al Gran Cratere, meglio noto come “Fossa di Vulcano”. Il sentiero che conduce al cratere è piuttosto impegnativo (7 km), ma alla portata di tutti: il consiglio è di farlo nelle ore meno calde della giornata.
3 giorno, Vulcano-Lipari, 3 miglia
Il giorno seguente si parte alla volta di Lipari, l’isola più grande, ma anche la più popolata e la più attrezzata dell’arcipelago che dista appena 3 miglia. Ci ormeggeremo nella Baia di Cugno Lungo sulla costa Ovest vicino a San Calogero. Lipari è uno scalo estremamente piacevole ed affascinante con le viuzze del centro storico arroccato sul mare che salgono fino al castello costruito nel XVI sec. Qui è ospitato anche l’importante Museo Archeologico Eoliano, accanto alla celebre Cattedrale con facciata tardo barocca di San Bartolomeo con la sua ripida scalinata e ai resti del monastero normanno del Santissimo Salvatore.
Meritano una visita anche il bellissimo Belvedere di Quattrocchi che regala uno dei panorami più suggestivi dell’arcipelago, ma anche il paesino appartato e genuino di Acquacalda nella parte Nord dell’isola, oppure la frazione di Canneto con il suo grazioso lungomare, ottimo per lunghe passeggiate gustando una fresca granita. Assolutamente da vedere anche le Cave di Pomice, un complesso di edifici arroccato su Capo Rosso che serviva per l’estrazione e la lavorazione della pomice. Per quanto riguarda invece le spiagge di Lipari, le più belle sono la Forbice, una bellissima baia dall’acqua color smeraldo poco a Sud del centro abitato, la Sponda di Vinci dove spiccano i due ripidi faraglioni di Pietralunga e Pietra Menalda, e la lunga spiaggia di ciottoli di Valle Muria isolata e selvaggia.
4 giorno, Lipari-Panarea, 12 miglia
Tempo di mollare gli ormeggi e riprendere la crociera con destinazione Panarea, la più frivola delle sette isole. Non a caso è chiamata la “Capri delle Eolie” per la bellezza dei suoi scenari, le case imbiancate a calce, le bouganville, l’atmosfera chic, gli alberghi di lusso, la movida e i ristoranti esclusivi. Servono 2 ore per coprire le 12 miglia che la separano da Lipari. Le coste offrono buoni ridossi con venti da Ovest e da Nord. La costa occidentale scende in mare con ripidi picchi, mentre il lato Est offre una costa più dolce con baie e insenature dai buoni ancoraggi. Tra questi il migliore è Cala Milazzese, un ridosso sicuro con venti da Nord e da Ovest e un ottimo fondale di sabbia e poseidonia. Cala della Nave, sul versante Nord Ovest, rappresenta l’unica alternativa con venti da Sud: si riconosce per il grosso scoglio alto 40 metri dalla forma di nave appunto. Più scomodo l’attracco al molo Ditella, sempre sovraffollato di estate e scalo di linea per i collegamenti tra Panarea e le altre isole.
Per iniziare al meglio l’escursione dell’isola si potrebbe raggiungere Punta del Corvo, il suo punto più alto (421 metri) e ammirarla dall’alto oppure perdersi tra le sue spiagge piccole, esclusive e affacciate su un mare meraviglioso. Una delle più belle è Cala Junco lungo la costa meridionale dell’isola: una splendida piscina naturale con acque turchesi racchiusa ad anfiteatro da alte pareti di roccia. Altrettanto splendida è Cala degli Zimmari, una tranquilla baia incorniciata da una scogliera, la vegetazione rigogliosa e un mare blu cobalto. Molto apprezzata è anche la spiaggia della Calcara, conosciuta per le fumarole e i colori sulfurei con temperature che raggiungono i 100° C. Gli appassionati di immersioni apprezzeranno invece il relitto della nave inglese a Lisca Bianca che ospita anche la Grotta degli Innamorati e i popolosi fondali di Le Formiche.
5 giorno, Panarea-Stromboli, 13 miglia
Per il quinto giorno ci aspetta Stromboli, un’isola dal sapore Mediterraneo, tranquilla e silenziosa tra i vicoli angusti sottomessi alla mole del vulcano. Quest’ultimo, alto quasi 1.000 metri è in attività permanente e regala ai diportisti straordinarie emozioni, come la Sciara del Fuoco, magma incanalato tra due creste, che osservata di notte dal mare lascia senza fiato. Con un paio d’ore di navigazione raggiungiamo l’isola con i suoi fondali che raggiungono in breve profondità impossibili per ogni ancoraggio. L’accosto meno disagevole sono Cala Ficogrande o Scari, rispettivamente a Ovest e ad Est di Punta Lena. Entrambe le banchine sono adibite al servizio di linea di traghetti e aliscafi, ma si può fare rada poco lontano dalle stesse, solo con venti a regime di brezza da Nord Ovest e tempo bello. In alternativa si può sfruttare la piccola caletta di Ginostra situata di fronte al villaggio omonimo: qui si può dare fondo davanti alle case, a 80 metri da terra, in 7-8 metri d’acqua, su un fondale roccioso irregolare. Nei pressi di Ginostra si apre anche la spiaggia di Forgia Vecchia, poco frequentata e deliziosa. Come tutte le spiagge dell’isole anche questa offre sabbia nera, rocce vulcaniche e mare cristallino. Qui ci sono anche delle piscine naturali raggiungibili via mare e incastonate tra le rocce. Un’altra bella spiaggia è Piscità che ospita un vecchio mulino a vento a forma di torre e la rinomata Grotta di Eolo.
Nel centro storico di Stromboli spicca la Piazza San Vincenzo, affacciata sul mare e nota per la spettacolare vista sul rinomato Strombolicchio, isolotto vulcanico che è il punto più a Nord dell’intera regione siciliana. Da visitare anche la Chiesa di San Bartolomeo, risalente al 1801, così come la casa di Ingrid Bergman, in cui soggiornò nel 1949 la bellissima attrice durante le riprese del film “Stromboli, Terra di Dio” di Roberto Rossellini.
6 giorno, Stromboli-Salina, 20 miglia
Il giorno seguente si parte alla volta di Salina, distante 20 miglia. È la più verde di tutte le Eolie e famosa per i suoi borghi marinari e gli scorci paesaggistici, a partire dai sei vulcani comprese le due cime vulcaniche più alte dell’intero arcipelago: il monte Fossa delle Felci e il monte dei Porri che rientrano in una riserva naturale protetta. Il nome Salina deriva da un lago situato nella frazione di Lingua, da cui si ricavava il sale. Due i possibili ancoraggi: S. Marina di Salina sul versante Est e Rinella su quello Sud. Il primo è il più importante approdo dell’isola, ai piedi del paese principale. Si divide in due darsene, ma si può dare fondo anche appena fuori il porto su fondale di 7-15 m di poseidonia e roccia. Ottimo ridosso con venti da Ovest. Rinella è invece un’insenatura naturale trasformata in porto grazie a un molo cha parte dalla riva e che protende verso Ovest. È un ottimo ridosso dai venti del 1° e 2° quadrante, ma esposta ai venti meridionali. Ci si può ormeggiare in banchina solo se non è previsto l’arrivo dei traghetti. In alternativa è possibile dare ancora davanti la spiaggetta in 4-7 m di acqua su fondale di sabbia ed alghe. Qui gli amanti dello snorkeling possono ammirare i fenomeni detti “sconcassi”, tipiche emanazioni di gas e vapori vulcanici dal fondale marino.
La spiaggia più bella però è Baia di Pollara, la più famosa di tutte le Eolie e scelta da Massimo Troisi per ambientarvi Il Postino. Vi si accede per mezzo di una scalinata, sormontata da una scogliera tutt’intorno e con di fronte il Faraglione di Pollara. Da qui si può ammirare uno dei tramonti più suggestivi al mondo, con il faraglione davanti e Alicudi e Filicudi in lontananza. Oltre al paesino di Santa Marina, meritano una visita il piccolo borgo di pescatori di Lingua caratterizzato da spiagge di ciottoli e da un mare cristallino e Malfa con le sue abitazioni bianche costruite da un gruppo di amalfitani che fondò in questo luogo dell’isola una colonia.
7 giorno, Salina-Filicudi-Marina di Portorosa, 45 miglia
È quasi tempo di lasciare questo meraviglioso arcipelago, ma non prima di assaporarne la sua anima più selvaggia, impervia e primordiale: Filicudi. L’isola si trova a 10 miglia a Ovest di Salina. Poco più di un’ora di veleggiata per raggiungere questo scampolo di terra antica e quasi disabitata (150 persone d’inverno), ma bagnata da un mare di un blu acceso. Le coste di Filicudi sono scoscese, deserte e difficilmente accessibili, oltre che e circondate da secche e scogli pericolosi. L’approdo principale è il Porto di Filicudi, in realtà solo una baia con un molo per lo scalo di traghetti e aliscafi. L’alternativa è l’ancoraggio in baia su fondale sabbioso in 7-10 m di acqua. Pecorini a Mare, sul versante Sud, per quanto molto suggestivo, non ha alcun ridosso, quindi da considerarsi solo con tempo buono.
L’isola è un continuo saliscendi di sentieri, mulattiere, pareti vulcaniche e terreni terrazzati su cui si alternano mandorli, fichi, carrubi e melograni. Le case di Filicudi si allineano sull’unica strada asfaltata che collega i due borghi marinari dell’isola, il Porto da un lato e Pecorini dall’altro lato dell’isola. Per gli amanti del trekking un itinerario da non perdere è la salita al Monte Fossa delle Felci (771 metri), così come la visita al villaggio fantasma di Zucco Grande. Altra tappa da non perdere è il promontorio di Capo Graziano che ospita i resti di un villaggio a forma ovale di epoca neolitica. Da qui, si arriva anche alle antiche Cave di Macine. Da vedere infine la Canna di Filicudi, imponente scoglio di 71 metri di altezza e la maestosa “Grotta del Bue Marino”, la più grande insenatura delle Eolie che termina con una piccola spiaggetta di ciottoli vulcanici.
David Ingiosi
Appassionato di vela e sport acquatici, esperto di diporto nautico, ha una lunga esperienza come giornalista professionista per testate nazionali e internazionali.