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Regolare le vele: ecco come si interpretano i filetti segnavento

– 14 Novembre 2022 – Accessori di bordo

Accessori di bordo

Regolare le vele: ecco come si interpretano i filetti segnavento

Sapete interpretare i filetti segnavento? Anche per navigare in crociera occorre dedicarsi alla perfetta regolazione delle nostre vele che comporta una serie di vantaggi in ordine di velocità della barca, ma anche stabilità e sicurezza della navigazione. L’occhio di uno skipper allenato ma anche la sua sensibilità permettono di accorgersi immediatamente se una vela è regolata al meglio in certe condizioni.

Ci sono tuttavia dei piccoli componenti che agevolano il lavoro di regolazione delle vele anche ai principianti. Stiamo parlando dei cosiddetti “filetti segnavento” (in inglese “tell-tales”) che vengono utilizzati su tutte le imbarcazioni, da quelle sportive a i cruiser puri che utilizziamo quando noleggiamo per il charter. Vediamo in questa guida come sono fatti, a cosa servono e soprattutto come si utilizzano a bordo.

Leggi anche: Stecche delle vele: a cosa servono veramente?

I filetti segnavento più importanti: quelli della randa

Per filetti segnavento s’intendono quegli stroppini, in genere realizzati con fili di lana o nylon, che si attaccano alle vele, con l’obiettivo di mostrare all’equipaggio il flusso del vento vicino alla loro superficie. Una curiosità: sembra che in natura alcuni uccelli hanno delle penne collegate ai muscoli delle ali che svolgono una funzione simile ai filetti, permettendo all’animale di correggere costantemente il profilo alare e volare anche sotto raffica. I primi filetti segnavento che a bordo di un cabinato a vela ci guidano nella corretta regolazione delle vele, sono quelli collocati sulla randa, ossia la nostra vela principale.

In genere li troviamo installati lungo la balumina, nella parte mediana, e vicino all’inferitura della randa. I filetti posti lungo la balumina, all’altezza delle tasche delle stecche, sono i più significativi perché consentono la valutazione del flusso d’aria in uscita da tutta la vela. Sono loro dunque a offrirci il quadro generale delle prestazioni di tutta la randa.

filetti segnavento

Regolare la balumina e il “grasso” della randa

Per la messa a segno della randa si parte dal filetto segnavento della balumina più alto, vicino alla penna, manovrando la scotta di randa. In successione si passa a filare correttamente gli altri filetti sulla balumina, questa volta agendo sul vang. La stecca alta deve esser quasi parallela al boma. Con vento teso, la balumina tenderà a vibrare, rendendo la lettura dei filetti impossibile. Oltre che cazzare il vang, si deve dunque mettere in tensione la cimetta interna alla vela che aggiunge tensione e rigidità alla balumina.

I filetti nella parte mediana della randa sono collocati sia sopravento che sottovento. Servono per la regolazione della forma della randa, ovvero aumentare o diminuire il “grasso” della vela. Ma indicano anche la presenza di eventuali “rifiuti” turbolenti che provengono dalla vela di prua. I filetti mediani vanno osservati tutti insieme, individuando le zone troppo grasse o troppo magre. Se, ad esempio, il grasso della vela è troppo basso, i filetti sottovento della parte bassa tenderanno a cadere. In questo caso bisogna tesare la base di randa per migliorare il profilo della vela.

I filetti segnavento vicino all’inferitura della randa infine indicano il flusso all’angolo attacco della vela. Vengono utilizzati meno sulle barche da crociera, mentre sono molto importanti su barche sportive e sulle derive, dove il cunnigham modifica di molto la forma della vela in quest’area.

filetti segnavento

Come regolare i filetti sulle vele di prua

Sulle vele di prua invece i filetti segnavento indicano la corretta incidenza della parte prodiera della vela rispetto al vento e risentono principalmente della tensione della scotta di fiocco. Se per esempio i filetti sono paralleli tra loro significa che in quell’area, la vela di prua è a segno, l’angolo di incidenza e attacco sono corretti e infine il flusso è laminare in entrata sia sopravento che sottovento. Quando il filetto sopravento va verso l’alto, la vela è troppo cazzata e strozza il vento. In questo caso la vela di prua genera molto sbandamento e poca progressione. Bisogna allora intervenire lascando la scotta di fiocco. Quando al contrario il filetto sopravento va verso il basso significa che la vela non porta, è troppo lasca. Bisogna allora cazzare la scotta.

filetti segnavento

Il lavoro dei filetti sulle vele portanti

Sulle vele di prua come il gennaker, lo spinnaker e il Code Zero in genere i filetti si utilizzano meno e il bravo prodiere, osservando lo stesso bordo di uscita della vela manovra la scotta. Gli basta lascare e cazzare quando vede formarsi la classica “orecchia” sulla balumina, cercando l’equilibrio tra questi due punti.

Ci sono barche tuttavia che montano filetti sul gennaker, specialmente quelli sottovento. In questa posizione indicano infatti interazioni turbolenze generate dal fiocco che vanificano la portanza della vela portante nelle andature più veloci. Sui Code Zero invece spesso i filetti vengono già posizionati dal velaio nei punti strategici in modo da indicare chiaramente all’equipaggio quando la vela ha l’angolo e la forma ottimale per garantire massima spinta in condizioni di vento scarso.

Oggi a bordo dei cabinati moderni si trovano anche dei filetti segnavento elettronici. Questi alimentati a batteria inviano i dati alla strumentazione di bordo e persino a una app sul vostro cellulare. Ma a saperli interpretare i vecchi filetti analogici svolgono ancora egregiamente il loro compito.

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