Ecco come mettere il boma in sicurezza durante la crociera
Sicurezza del boma. La vela è oggi un’attività straordinariamente sicura, nonostante l’ambiente potenzialmente pericoloso in cui si svolge, ossia il mare. Ciò è indubbiamente dovuto all’attitudine alla sicurezza della maggior parte degli skipper e dei loro equipaggi. Tuttavia anche i migliori velisti possono trovarsi nei guai quando e dove meno se lo aspettano.
Spesso durante i corsi d’altura l’istruttore skipper impartisce all’equipaggio l’ordine di avere sempre una ritenuta del boma e comunque di sedersi accanto a chi sta al timone quando si naviga sottovento. Questo perché c’è chiaramente il pericolo di una strambata accidentale che può portare a ferite gravi, contusioni e anche a cadute fuoribordo. Ecco, nessuno di noi, anche dopo che si è ottenuta la patente nautica, dovrebbe dimenticarsi di questi consigli e mettere da parte questo fondamentale approccio alla sicurezza. Vediamo allora come evitare il fatidico “colpo di boma” e mettere in sicurezza l’equipaggio durante nostre crociere.
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Il colpo di boma può essere fatale a bordo
Un colpo di boma in una strambata accidentale è una delle cause più comuni di lesioni gravi durante la navigazione. Una strambata violenta con tempo forte peraltro molto probabilmente sollecita oltremodo l’attrezzatura e in certi casi può essere deleteria per l’albero stesso. La soluzione classica a questo problema è la cosiddetta “ritenuta del boma” o come la chiamano gli anglosassoni il “jibe preventer”. Questo accorgimento dovrebbe far parte del rigging standard presente a bordo di un cabinato da crociera, a maggior ragione su una barca da charter. Ma purtroppo, questo non sempre accade e bisogna correre ai ripari.
Vediamo di cosa si tratta più in dettaglio. La ritenuta è una cima che vincola il boma impedendone il brandeggio sulle nuove mura in caso di strambata involontaria. Per armarla correttamente occorre una cima che parte dall’estremità del boma e arriva a prua su una bitta. Anzi ancora meglio sarebbe se sulla stessa cima ci fosse un loop dotato di bozzello per ritornare in pozzetto, su un winch o su una bitta. In questo modo l’equipaggio potrebbe agevolmente regolarla al meglio durante la navigazione. Il vantaggio di avere la manovra su un winch è proprio quello di poterla regolare di fino, ma è anche più facile da lascare in caso di emergenza.
Come armare la ritenuta del boma
La cima di ritenuta dovrebbe avere un diametro superiore alla scotta di randa. Quest’ultima infatti scorre attraverso dei bozzelli di demoltiplica, mentre la ritenuta del boma è una manovra diretta. Per avere un’idea, si consideri che su barca di 13-15 metri la ritenuta in genere si realizza con una cima da 16mm in Dyneema. Mentre su cabinati di 12-14 può avere un diametro di 12 o 14mm.
Con la ritenuta del boma armata se la barca va in strambata involontaria, si può contare su questa cima di sicurezza che va in tensione, trattenendo il boma. Se tuttavia non si riesce in tempo a tornare sulle mure precedenti, bisogna lascare la cima gradualmente e recuperare la randa con la scotta in modo da far passare il boma sulle nuove mura e riprendere il pieno controllo della barca. Ecco perché la ritenuta del boma deve sempre essere facilmente accessibile e regolabile da chi si trova in pozzetto. Per lo stesso principio, se la si fissa a una bitta con un nodo, quest’ultimo deve essere facile da sciogliere anche quando in tensione.
Errori di ancoraggio della ritenuta
L’errore più comune degli equipaggi in crociera che armano la ritenuta del boma riguarda proprio il fissaggio su quest’ultimo. Se la cima di ritenuta infatti viene fissata al centro del boma, questa andrà a creare una flessione al centro del braccio che può facilmente spezzare il boma stesso. Il punto di ancoraggio della ritenuta inoltre non deve essere nemmeno lo stesso del bozzello di scotta oppure una giunzione con un grillo perché entrambi i fissaggi non reggeranno gli eventuali carichi e sollecitazioni.
Meglio allora affidarsi a un loop tessile, possibilmente una fettuccia di Dyneema avvolta alla varea del boma. Questa fibra esotica infatti rende la cima statica e soprattutto a bassa elasticità, il che è fondamentale per arrestare il boma nelle strambate involontarie.
Su barche più piccole si usa il freno del boma
Bisogna anche fare attenzione alla ritenuta quando si naviga con barche sotto i 10 metri. Queste ultime infatti possono facilmente trovarsi con il boma in acqua che se ritenuto, potrebbe spezzarsi o danneggiare l’albero. Per tale ragione su cabinati medio-piccoli, invece della ritenuta si preferisce il cosiddetto “freno del boma. È un accorgimento che ha una funzione diversa perché non vincola il boma. Semplicemente, come dice il termine stesso, ne rallenta il brandeggio, convertendo l’energia cinetica del boma in calore, attraverso l’attrito delle cime che passano nella sua struttura.
I freni sono in genere componenti metallici in cui scorre, con attrito, una cima avvolta a spirale lungo un tamburo. Quando si tende la scotta, si aumenta l’attrito e di conseguenza la forza frenante del dispositivo. Ciò consente di controllare la velocità con cui il boma si muove in presenza di venti di diversa intensità. Come punto di ancoraggio del freno in questo caso si usa la base delle lande e il freno viene armato al centro del boma, di solito a poppa del vang. Una cima viene fatta passare attraverso il dispositivo da un lato all’altro dell’imbarcazione. L’idea è quella di creare un attrito sufficiente nel sistema per rallentare il movimento del boma in modo tale da non costituire un pericolo. La regolazione della tensione della cima aumenta o diminuisce la quantità di attrito nel sistema.