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Evitare navi e traghetti quando si viaggia in barca

Incroci pericolosi in mare

– 11 Ottobre 2019 – Vita a bordo

Incroci pericolosi in mare
Vita a bordo

Evitare navi e traghetti quando si viaggia in barca

Non è raro per i velisti incrociare sulla propria rotta navi da crociera, traghetti, portacontainer, grandi pescherecci. Basta un po’ di prudenza e stare sempre in guardia sia attraverso la navigazione a vista che quella strumentale e questi incontri sono tutt’altro che pericolosi. Tuttavia ogni tanto qualche collisione tra barche a vela e questi titani del mare capita, come testimoniano i diversi incidenti di questo tipo che vengono registrati durante l’anno.

Basta un momento di distrazione, un calcolo errato sulla distanza, una manovra azzardata e lo scontro è inevitabile, con conseguenze che possono essere anche gravi. Sono stati registrati diversi casi in cui mastodontiche navi mercantili hanno colato a picco barche a vela e yacht senza neanche rendersi conto di quello che era accaduto, così come ci sono stati cabinati a vela che si sono scontrati con traghetti senza che il loro equipaggio facesse nulla per evitarlo, semplicemente perché nessuno a bordo si era reso conto del rischio.

Leggi anche: Le 7 regole di navigazione che non piacciono ai diportisti

Normativa internazionale e regole di precedenza in mare

Navi e traghetti

Chi conduce una barca a vela deve ricordare che ci sono alcune norme valide in tutto il mondo per navigare in sicurezza ed evitare collisioni con altre unità. Tali norme sono contenute nel “Regolamento Internazionale per Prevenire gli Abbordi in Mare”. Secondo tali norme una barca a vela ha diritto di precedenza su qualsiasi unità a motore, anche se in caso di dubbio o di difficoltà, deve in ogni caso prevalere il buon senso da parte di chi sta al timone. Questo diritto di precedenza viene meno in caso di pescherecci intenti nella pesca, in caso di barca a motore che non governa o a manovrabilità limitata o ancora condizionata dal proprio pescaggio.

Un’altra eccezione si ha nel caso in cui la barca a vela abbia una rotta raggiungente rispetto a quella a motore. In questo caso infatti ad avere la precedenza è sempre la barca raggiunta, sia essa a vela o a motore.

Le navi e i traghetti sono lenti e difficili da manovrare

Navi e traghetti

Questo dunque dice la legge navale, occorre tuttavia considerare la difficoltà e i tempi di manovra di una grande nave rispetto a un piccolo yacht a vela. I velisti son abituati a governare barche dagli 8 ai 20 metri. Dal pozzetto di una barca lo skipper ha una visuale pressoché perfetta di quello che ha davanti. Quando decide di virare gira la ruota del timone e la barca risponde nel giro di qualche secondo. Se poi si decide di arrestare la barca anche stando a vela, si lascano le vele, si accende il motore e si mette la retromarcia e nel giro di qualche decina di metri, la barca è perfettamente immobile sull’acqua. Per le navi invece è tutta un’altra storia.

 Navi commerciali, portacontainer, mercantili, traghetti e navi da crociera hanno tempi di manovra estremamente lunghi. Solo per cambiare rotta di pochi gradi necessitano di centinaia di metri e un tempo proporzionale alla lunghezza, al peso e al dislocamento della nave. Solo per rendere l’idea un traghetto che viaggia a 16 nodi, la normale velocità di crociera per queste navi, per fermarsi occorrono 236 metri. Inoltre per un mercantile eseguire una deviazione per evitare una barca significa perdere tempo e soldi e questo a molti comandanti e compagnie marittime non piace, così le manovre vengono ridotte al minimo eseguendo solo quelle strettamente necessarie.

Visibilità in plancia e cono d’ombra

Navi e traghetti

Le grandi navi hanno poi un altro problema, il cosiddetto “cono d’ombra”. Chi timona una nave da crociera dalla plancia riesce a vedere un oggetto che gli transita a prua se questo si trova a una distanza dai 300-400 alle 2 miglia, tutto dipende da quanto è alta la nave, quanto è alta la plancia stessa sul ponte della nave e quanto è spostata verso poppa. Una portacontainer con la plancia a poppa, può avere davanti alla prua un buco cieco di 2 miglia. Il che significa che il timoniere non vede assolutamente nulla di ciò che sta nel tratto di mare che va dalla prua a 2 miglia da questa. Questo per quanto riguarda la navigazione a vista.

Per quella strumentale occorre del resto considerare che anche i radar hanno un cono d’ombra davanti alla prua e, inoltre, non riescono a rilevare facilmente, oggetti vicini all’acqua. Questo significa che quando ci troviamo a tagliare la rotta di una nave, il timoniere di questa, fin tanto che siamo nel cono d’ombra della prua, non potrà vederci.

Nave in vista: niente panico, ma stare in guardia

navigazione a vista e strumentale

Quando si incrocia una grande nave sulla nostra rotta bisogna allora farsi rapidamente un idea di dove questa è diretta e se la sua rotta può rischiare di intersecarsi con la nostra. La velocità della nostra barca la leggiamo sull’apposito display accanto alla timoneria. Quella di una nave varia tra i 18 e i 22 nodi nel caso di un mercantile, tra i 20 e i 26 per una nave da crociera, tra i 28 e i 30 nodi se si tratta di un traghetto veloce. Basta effettuare un paio di rilevamenti bussola con l’unità per verificare il rischio di incrocio. Se i rilevamenti, a distanza di pochi minuti l’uno dall’altro, non cambiano, significa che siamo in rotta di collisione, se invece cambiano, significa che si arriverà sul punto di intersecazione in momenti diversi.

Accertato il pericolo di collisione, non bisogna aspettarsi che la nave manovri per evitarci. Meglio non rischiare e manovrare noi. Sui mercantili, specialmente quelli di piccole dimensioni, può accadere per esempio che in plancia non ci sia nessuno e che la nave proceda con il pilota automatico. In realtà gli incidenti si verificano quando né la barca a vela, né le navi si accorgono del pericolo.

Come manovrare per evitare la collisione

navi e traghetti

Evitare navi e traghetti. Se ci si accorge all’ultimo momento del pericolo, occorre sempre virare a dritta, questo è quanto dice la regola e questa è la cosa più intelligente da fare. Virare a dritta e non a sinistra è particolarmente importante quando le rotte di collisione sono opposte. In questo caso se tutte e due le unità virano a dritta, non si rischia la collisione, se una va a dritta e una a sinistra, si rischia che collidano nella manovra di disimpegno. In caso di rotta congiungente, se la nave si avvista da lontano, basta una deviazione di 2-3 gradi per metterci al sicuro. Quello da evitare è di passare molto vicino alla poppa della nave. Le turbolenze dell’acqua provocate dall’elica della nave, infatti fanno si che né il timone, né l’elica della barca faranno presa sull’acqua e la barca sarà ingovernabile.

Altra buona norma è tenere il Vhf acceso per dichiarare le proprie intenzioni e quelle dell’altra unità in modo da coordinare le azioni successive. Di notte accendere sempre le luci di navigazione e quelle di fonda se si è ormeggiati in baia. Infine è sempre imperativo informarsi sulle ordinanze delle Autorità Marittime locali che regolano la navigazione all’interno e in prossimità dei porti, porti canali e canali, dove esiste il traffico di navi e traghetti.

Appassionato di vela e sport acquatici, esperto di diporto nautico, ha una lunga esperienza come giornalista professionista per testate nazionali e internazionali.

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