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Come Ancorare in Rada: Guida all'Ormeggio - Marenauta Blog

Come ancora in rada

– 29 Gennaio 2019 – Vita a bordo

Come ancora in rada
Vita a bordo

Come Ancorare in Rada: Guida all’Ormeggio

Le soste in rada sono sicuramente tra i momenti più belli di una crociera con barca a vela, specialmente se ci troviamo assieme agli amici con le loro barche. Così succede di voler’ ormeggiare affiancati, un’operazione da eseguire con molta cautela in modo da non danneggiare i scafi o l’attrezzatura. Vediamo allora come eseguire correttamente la procedura di affiancamento.

Procedura di affiancamento in rada

Durante una crociera può capitare di navigare insieme a barche di amici, un’occasione felice che rende sicuramente l’esperienza in mare ancora più divertente, senza contare che può essere un valido aiuto per in caso di difficoltà o cambiamento improvviso del meteo. La compagnia di altre imbarcazioni si apprezza ancora di più durante le soste, sia che si ormeggi tra le banchine di un porto sia che di decida di ancorarsi in rada. In quest’ultima ipotesi è bene seguire alcuni suggerimenti su come le barche devono essere affiancate al meglio e le corrette procedure affinché tutto fili liscio.

Ancorarsi stando affiancati e a contatto con altre barche è una manovra che va eseguita con molta cautela per non danneggiare scafi e attrezzature. La prima preoccupazione in questo tipo di ancoraggio è quella di impedire che l’attrezzatura, in particolare il rigging della barca, quindi albero, sartie e crocette non vengano a contatto con esiti disastrosi. Stare affiancati è sconsigliabile soprattutto con vento superiore ai 20 nodi e in presenza di onda o risacca. Vediamo come procedere affinché la manovra venga eseguita in sicurezza.

Come ancorare in rada affiancati da altre barche

 

Le cime di ormeggio da utilizzare per ancorare in rada

Prima di accostare un’altra barca è sempre opportuno contattare l’altro o gli altri equipaggi con la radio Vhf di bordo o anche un cellulare per allertare skipper e addetti all’ormeggio e concordare la sequenza di manovra. Se non si riesce a stabilire un contatto, è meglio avvicinarsi a motore e comunicare a voce la procedura.

Una volta scelta la zona di ancoraggio vanno abbassate le vele e acceso l’entrobordo, dopodiché vanno preparati per tempo i cavi di ormeggio. È importante che le cime siano libere e date volta in modo tale da avere quattro linee a disposizione: due traversini a prua (ai rispettivi masconi della barca) e a poppa e due spring, anche questi a prua e a poppa.

Ancoraggio in rada

Collocare i parabordi in maniera efficace

Per quanto riguarda i parabordi, anche questi devono essere allestiti prima di iniziare la manovra e vanno disposti dalla parte in cui ci si affianca, in particolare in prossimità della mezzeria e del baglio massimo della barca. A questo proposito va valutata attentamente l’altezza delle murate delle barche vicine, anche in considerazione di eventuali oscillazioni che possono essere consistenti.

Nel caso l’altra barca abbia fiancate più alte della propria, i parabordi vanno fissati in modo tale che sporgano sopra la coperta, viceversa se è la propria barca ad avere il bordo libero più alto, i parabordi andranno fissati più bassi con il bordo superiore all’altezza della coperta.

Ancoraggio affiancato

La manovra di affiancamento per l’ormeggio in rada

Vediamo ora come avvicinarsi all’altra barca. Si può accostare alla barca ferma all’ormeggio sia da sopravento che da sottovento. Nel primo caso, dopo avere dato fondo all’ancora, bisogna avvicinarsi in modo parallelo tenendo conto anche dello scarroccio. Da sottovento invece occorre calcolare un po’ più di potenza del motore avendo cura di avvicinarsi prima di prua e stringendo man mano che si scorre sottovento dello scafo. La velocità durante l’avvicinamento comporta sempre dei rischi, quindi è meglio usare la potenza del motore strettamente necessaria a far evoluire correttamente la barca. In caso di errore, sarà bene ripetere la manovra piuttosto che precipitarsi da un bordo all’altro per frenare, spingere o tirare lo scafo.

Se ci si allontana di prua, va controllato l’eventuale accosto con la poppa, mentre in caso di marcia indietro, se ci si allarga di poppa, va controllato che anche la prua sfili senza danni.

Ormeggiare in Rada

Fissarsi all’altra barca: come procedere

Per quanto riguarda l’ormeggio si procede in modo tale da avere la propria prua discosta rispetto all’altro scafo. In questo caso sarà opportuno che la barca già all’ancora a metta sotto tiro la linea d’ormeggio per consentire all’altra imbarcazione una facile individuazione del cavo e del punto di fondo dell’ancora. Giunti paralleli con l’altra barca, la prima cosa da fare è fissare un traversino a prua dei due scafi per farli rimanere equidistanti. Quindi si passa lo spring dalla propria prua alla poppa dell’altro scafo per poi dare volta al traversino di poppa e allo spring della propria poppa alla prua dell’altra barca.

Da notare come la corretta regolazione degli spring sia fondamentale durante l’ancoraggio in rada in affiancamento: gli spring infatti supportano infatti i carichi maggiori in caso di rinforzo del vento e soprattutto determinano la posizione di una barca rispetto all’altra e quindi la distanza di alberi e crocette. Durante l’ancoraggio affiancati infine sarebbe bene fissare ogni cima senza nodi troppo complicati: in caso di emergenza vanno sciolti rapidamente per salpare.

Appassionato di vela e sport acquatici, esperto di diporto nautico, ha una lunga esperienza come giornalista professionista per testate nazionali e internazionali.

Un commento

  • Luigi Giubilei

    Mi fate capire una cosa:se uno va ad esempio a Malta, può rimanere in rada quanto vuole?
    Mi sapete rispondere?
    grazie

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