Cime e scotte di bordo: le qualità “magiche” delle fibre esotiche
Chi noleggia un cabinato a vela moderno trova in coperta tantissime cime per la gestione delle manovre sia per le vele che per gli ormeggi. Molte di queste cime e scotte sono ancora quelle classiche in poliestere, ma alcune sono più moderne e a livello di prestazioni sono a dir poco eccezionali: super leggere, ultra resistenti e affidabili in ogni condizione. Si tratta dei cordami realizzati con le cosiddette “fibre esotiche”, un appellativo che nasconde in realtà un mondo molto variegato e complesso, all’interno del quale tra tanti materiali e denominazioni commerciali diverse, non è sempre facile orientarsi. Ecco una panoramica delle fibre esotiche più comuni presenti a bordo delle barche da crociera.
Molto più leggere e resistenti dell’acciaio e caratterizzate da un allungamento molto ridotto, le fibre esotiche sono ormai ben affermate a bordo di monoscafi e catamarani da crociera. Nascono nel mondo delle regate e ancora oggi, dato il loro costo elevato e le caratteristiche tecniche, dai velisti vengono riservate a usi specifici di bordo.
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Due famiglie: Polietileni ad alto modulo e Aramidi
Le fibre esotiche possono essere classificate in due grandi famiglie, ciascuna delle quali legata a sua volta a una sottocategoria condizionata dai progressi tecnologici. I nomi commerciali con cui si trovano in brochure, schede tecniche e cataloghi sono spesso più conosciuti delle famiglie molecolari. Si tratta della famiglia dei polietileni ad alto modulo, meglio noti come “Dyneema” e poi la famiglia delle Aramidi, alias il Kevlar.
Le alte prestazioni del Dyneema
Il Dyneema salta subito all’occhio del velista per il suo aspetto lucido e setoso. Tale materiale negli Stati Uniti e in generale nel mondo anglosassone è meglio conosciuto come “Spectra”. La fibra è apparsa per la prima volta sul mercato degli Stati Uniti all’inizio degli Anni 80 e si è subito distinta per le prestazioni e la longevità molto elevate. Inoltre è leggera, poco sensibile ai raggi UV e molto resistente ai nodi. Può anche essere utilizzato in treccia semplice per la sua eccellente resistenza all’abrasione e agli agenti atmosferici.
Il suo basso coefficiente di attrito gli permette inoltre di scivolare senza usura. La densità (pari a 0,97 g/cm3) del Dyneema è inferiore a quella dell’acqua e ciò gli consente di galleggiare. Una curiosità: quando brucia, il polietilene ad alto modulo emana un odore di cera.
Fibre ad altissimo modulo più performanti
In realtà le prestazioni delle fibre di polietilene ad alto modulo sono in costante miglioramento. Lo standard SK permette di sapere con quale generazione di fibra si ha a che fare e va da SK25 a SK99). Lo SK78 è al momento attuale il più comune nella produzione di cime Spectra e Dyneema e rappresenta un ottimo compromesso tra costo e performance. A partire dal 2013 sono poi comparsi i polietileni ad altissimo modulo (UHMWPE). Si tratta del’SK99 che offe un eccezionale rapporto resistenza/peso ed è molto popolare nelle cime di fascia alta, e il DM 20 che non si deforma anche se sottoposto a carichi costanti, il che lo rende ideale per il rigging.
Pregi e difetti del Kevlar
Il Kevlar presente a bordo delle barche è facilmente identificabile per il suo colore rame o marrone chiaro. Fu nel 1964 l’azienda chimica statunitense Du Pont de Nemours a scoprire e registrare questa fibra sintetica. Oltre alla sua grande resistenza (è comunemente impiegato nella realizzazione di giubbotti antiproiettile) e allungamento moderato, una sua caratteristica particolare è che difficile bruciarlo con la fiamma, visto che il suo punto di fusione è superiore a 500 gradi. Tuttavia, con lo sviluppo tecnologico del Dyneema o dello Spectra, questa fibra negli ultimi anni sta perdendo il suo fascino. Complice anche il suo costo elevato e la sensibilità ai raggi UV e la sua scarsa tolleranza ai nodi.
Pbo e Vectran, l’ultima frontiera del cordame nautico
Recentemente nella stessa famiglia delle Aramidi sono comparse nuove tecnologie con il PBO e il Vectran che sono polimeri a cristalli liquidi (LCP). Queste fibre esotiche più recenti presentano migliori resistenze all’allungamento, alte capacità di carico e deformazione quasi nulla. Tuttavia, come tutte le fibre della famiglia delle Aramidi, la loro resistenza ai raggi UV è molto limitata, inoltre assorbono l’umidità (diventando più pesanti) e in particolare per il PBO anche la luce è dannosa.