Come affrontare il maltempo durante la crociera a vela
È possibile evitare il maltempo in mare? E se non è così, come lo si affronta? Ecco alcune informazioni e tecniche essenziali da conoscere. Tutti i marinai temono le tempeste. Tanto che questa paura può impedirgli di andare al mare. I bravi skipper in realtà evitano il cattivo tempo con un’attenta analisi delle previsioni meteorologiche e dei bollettini. A volte tuttavia quando si è al largo durante una lunga crociera può capitare di affrontarlo. Durante le crociere estive tuttavia le giornate di vero maltempo si riducono molto e al massimo si può incontrare qualche groppo di vento o qualche giorno di pioggia.
In entrambi i casi con il giusto addestramento e una barca ben preparata, si possono dissipare molte delle nostre paure di navigare con vento forte, maltempo e mare formato. L’importante è affrontare queste situazioni con il giusto approccio e sapendo come comportarsi per ridurre al minimo i rischi.
Partire al momento giusto
Per evitare di navigare con il maltempo si può rinviare la partenza di 24 ore. Poi, controllando regolarmente il tempo al largo della costa, grazie all’SSB, si può pensare all’opportunità di allontanarsi dal percorso di eventuali depressioni e turbolenze. A volte infatti vale la pena estendere il proprio percorso di rotta per evitare i venti forti.
Tutto questo significa non farsi prendere troppo dall’orologio. La maggior parte delle burrasche che affrontano i velisti sono in realtà legate alla necessità di rispettare un rigido programma di arrivo. Quindi, se possibile, lasciate diversi giorni di margine intorno alle vostre crociere per permettervi di navigare con il tempo migliore.
Cos’è il maltempo per un velista
Il cattivo tempo può essere costituito da una serie di fattori: nuvole grosse, scure e minacciose, pioggia, fulmini, freddo, visibilità ridotta, spruzzi. Ma gli elementi di base per misurarlo rimangono l’intensità del vento e la grandezza delle onde. La velocità del vento si misura in nodi e un nodo equivale a circa 1,8 Km/h. I venti normali vanno da 0 a 30 nodi. Solo oltre i 20 nodi può parlarsi di tempo cattivo, mentre dai 30 nodi in sù si tratta di una burrasca. La barca è messa a dura prova, così come l’equipaggio impiegato nei turni di guardia e di manovra.
C’è da dire in ogni caso che il maltempo per un velista certo incute una buona dose di timore, ma fa parte del gioco dell’andare per mare. Di quella meravigliosa sfida che è mollare gli ormeggi e navigare verso l’orizzonte. E alla fine il maltempo rappresenta il vero test che ci permette di affinare la tecnica marinaresca, le doti e l’efficienza della barca; così come di formare un equipaggio affiatato.
Quali sono i rischi reali del maltempo?
Al largo i principali pericoli del maltempo per un equipaggio in barca a vela sono legati allo stato del mare. Più grande è il fetch, ossia la distanza che le onde percorrono senza colpire la terra e più forte è il vento, più alte sono le onde. Inoltre, quando il vento ruota, i treni di onde provenienti da diverse direzioni s’incontrano, rendendo il mare incrociato e molto più difficile da gestire al timone.
Queste onde possono a volte rovesciare una barca a vela, molto spesso causando il disalberamento quando la barca viene raddrizzata. Grossi frangenti possono anche rompere il timone, colpendo direttamente la pala, e costringendo la barca a fermarsi improvvisamente. In caso di forti burrasche l’attrezzatura di bordo e le vele sono estremamente sollecitate e la minima debolezza può portare alla rottura di un tessuto o di cavo o di un avvolgitore. È quindi importante preparare e mantenere bene la nostra barca prima di salpare. Non da ultimo tra i rischi del maltempo c’è quello di procurare il mal di mare all’equipaggio. Un’eventualità che oltre a causare malessere, può far saltare i turni di guardia e creare una spossatezza generale di chi deve manovrare e condurre in sicurezza la barca.
Tecniche per navigare con tempo avverso
La prima regola in caso di brutto tempo in navigazione è quella di ridurre le vele per tempo. Una presa di terzaroli o un cambio di fiocco, se fatti in anticipo sono un gioco da ragazzi. Fatti in ritardo diventano faticosi e difficili, qualche volta pericolosi. Quando diventa impossibile navigare a causa del vento forte e delle onde grandi, è possibile difendersi dagli elementi mettendosi alla cappa. Questa tecnica consiste nell’issare un fiocco di tempesta contro la randa, che è generalmente abbassata, con il timone spinto sottovento. La barca inizia quindi a derivare in equilibrio permettendo all’equipaggio di riposare. La cappa si dice invece “secca” quando si pratica senza nessuna vela. In questo caso il timone è semplicemente spinto sottovento, ma non è una manovra che si adatta a tutte le barche.
Infine in caso di maltempo è possibile fuggire, sempre senza randa. In questo caso il timoniere cerca di mantenere la barca in linea con il moto ondoso, surfando sui frangenti. La sfida è quella di evitare a tutti i costi di essere traversati dal vento, con il rischio di essere ribaltati.