Le manovre a vela di base che in crociera tornano utili
Manovre base per la crociera. Sempre più persone oggi scelgono di passare il proprio tempo libero e soprattutto le vacanze prenotando una crociera a vela. Non tutti però sono velisti navigati. Anzi la maggior parte sale in barca per la prima volta e può provare una sensazione di smarrimento all’idea essere su un guscio sballottato dalle onde. Lo skipper in questi casi diventa un punto di riferimento, ma lo stesso non è raro che in alcune situazioni chieda un po’ di aiuto all’equipaggio.
Basta seguire le sue indicazioni, mettersi al proprio posto e fare gioco di squadra. Più si manovra e più con il passare dei giorni diventa tutto più facile e familiare. Esistono tuttavia almeno cinque manovre che un velista neofita deve saper fare per vivere la crociera in piena sicurezza. Si tratta di manovre base che all’inizio possono risultare ostiche da imparare ma senza le quali non si può condurre l’imbarcazione in autonomia. E impararle facendo esperienza può aprire la strada al noleggio senza skipper.
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Regolare randa e fiocco
Se durante la navigazione non si regolano bene le vele, la barca rimane piantata oppure naviga in modo goffo e comunque con il freno a mano tirato. In genere i neofiti credono che regolare le vele sia un’operazione molto complicata e riservata ai soli capitani di lungo corso, ma in realtà non è così. Proprio come per altre manovre, ci sono dei gradi di apprendimento progressivo. Regolare le vele per fare una veleggiata con gli amici sfruttando al meglio le potenzialità della barca, non è difficile, basta seguire alcune regole di base.
Riuscire a regolare di fino le vele per guadagnare quel nodo in più e giungere in porto all’orario pianificato, è più difficile e serve esperienza. In ogni caso è una manovra alla portata di tutti, basta un po’ di pazienza e dedizione.
Ridurre la velatura: la presa di terzaroli
Un’altra manovra che può mettere ansia all’equipaggio di neofiti in crociera è quella della presa di terzaroli. Non tanto per le sue modalità di attuazione, quando per il contesto in cui si deve svolgere. Oggi quasi tutti i cabinati utilizzati dalle società di charter hanno un rolla randa che facilita molto l’operazione. Se pure questo componente non fosse presente, in genere la randa è comunque dotata di un apposito circuito di presa di terzaroli rapida. In questo caso basta cazzare una borosa per richiamare in basso sia la brancarella di prua sia quella di poppa della mano di terzaroli
Se tutto questo non è presente a bordo per ridurre la velatura e prendere una mano bisogna conoscere bene la dinamica della manovra perché questa si svolge quasi sempre in condizioni di vento forte e, a volte, con mare formato. Condizioni nelle quali non si può perdere tempo nel cercare di ricordare come si fa una cosa. La regola da ricordare è prevenire e anticipare. Prendere i terzaroli quando già la barca naviga con la falchetta in acqua, è imprudente e rischioso. Un bravo skipper prenderà i terzaroli prima che la forza del vento arrivi al suo picco per la velatura che ha a riva.
Rialzare la barca sbandata
Manovre base per la crociera. Spesso accade che il velista principiante si diverta a vedere la barca molto sbandata. C’è addirittura chi pensa che il massimo del saper andare a vela sia proprio mettere la falchetta in acqua. Poi però in certe condizioni subentra la paura, che guarda caso è estremamente contagiosa. In realtà ogni barca in base alla propria stabilità di forma è progettata per avere un grado di sbandamento ideale, oltre il quale le linee d’acqua escono dalla superficie e la barca rallenta. Non esistono barche disegnate per navigare tutte sbandate. Anche perché non è affatto efficiente ai fini della velocità.
Come riportare dunque dritta la barca?. Le opzioni sono tre: orzare, poggiare o lascare. Orzando e poggiando, soprattutto se non lo si fa con grande accortezza, porterà la barca a sbandare ulteriormente per un breve momento, cosa che potrebbe peggiorare la situazione di ansia a bordo della barca. Più sicuro e immediato è invece mollare la randa. Nel momento infatti in cui si libera la scotta della randa dallo strozza scotta e la si lascia filare un po’, la barca si raddrizzerà subito senza sbandare ulteriormente. Una volta rialzata la barca, la si potrà riportare in rotta regolando bene le vele, in modo che questa possa rendere il massimo senza sbandare eccessivamente e ristabilendo un clima rilassato a bordo.
Ormeggiare, ma senza stress
Manovre base per la crociera. Lasciare il proprio posto barca e uscire dal porto in genere è la manovra a più alto tasso di stress per chi non ne ha molta pratica di vela. E anche il rientro può mettere ansia, anche dopo anni di esperienza. I velisti dei paesi nordici hanno risolto il problema eliminando dal proprio repertorio marinaresco la manovra di ormeggio con poppa in banchina. In paesi come l’Inghilterra, la Francia e la Germania gli skipper entrano nel posto barca di prua. Entrare è facilissimo in questo modo, un po’ più complicato mollare gli ormeggi. Tuttavia, con un po’ di pratica anche ormeggiare di poppa può essere un gioco da ragazzi, in particolare se non c’è molto vento. Se il vento invece è forte e, soprattutto, se soffia al traverso della barca ormeggiata, la manovra può diventare difficile anche per gli skipper esperti.
Sostare in rada: la regola del buon ancoraggio
L’ultima manovra di base che il velista deve conoscere è quella dell’ancoraggio in rada. Tutti coloro che vanno in crociera vogliono godere il piacere di dormire qualche notte in rada. Per farlo bisogna saper scegliere la baia giusta e saper dare fondo all’ancora. Sembra essere un’operazione semplice, ma i rischi sono dietro l’angolo e possono portare a gravi conseguenze.
Bisogna prenderci la mano, sapere quanta catena dare e come darla e infine quale posizione è più consigliabile prendere all’interno di una rada date le condizioni meteo, il traffico e il piano di sosta.