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Malattie croniche e crociere vela non sono sempre incompatibili

– 4 Febbraio 2023 – Vita a bordo

Vita a bordo

Malattie croniche e crociere a vela non sono sempre incompatibili

Malattie croniche e vela. Si può fare? Le statistiche parlano chiaro. Il 30 per cento dei velisti ha più di 70 anni e non c’è nulla di male, anzi. Le persone con una certa età hanno più tempo libero, spesso sono già in pensione, possono contare sui risparmi accumulati con il lavoro e andando in barca semplicemente si godono la vita, fanno attività sportiva ed esplorano il mondo. Spesso tuttavia, proprio perché in là con gli anni, i velisti più attempati sono anche più esposti a una salute precaria, sistemi immunitari che perdono colpi e malattie a volte croniche. Eppure molti di loro non vogliono rinunciare al benessere che dà la vela. Anzi più navigano e più si sentono meglio. Sono più attivi, autonomi e responsabili. Insomma la vela in realtà la allunga la vita. E sono le indagini mediche a dirlo.

Non tutti però la pensano così e non sono solo le persone più anziane. Di fronte alla diagnosi di una malattia cronica c’è chi rinuncia al proprio sogno di navigare e andarsene in giro per gli oceani. Può essere l’asma, l’ipertensione, la propensione all’infarto, l’insufficienza renale, ma anche alcuni tipi di cancro. È davvero così?

Leggi anche: Mal di mare in barca: i 7 migliori rimedi che funzionano

Prima stabilizzare la malattia, poi navigare

Certamente la fase di crisi acuta di una malattia non lascia spazio alla decisione di vivere a bordo o andare in crociera liberamente. Solo quando una malattia si è stabilizzata mediante un trattamento e questo ha iniziato a dare i suoi frutti, si può pensare di andare per mare.

Non tutte le malattie croniche però sono uguali. Possiamo distinguere tre principali famiglie di malattie. Quelle lievi che possono essere gestite con i trattamenti e sono stabili nel tempo. Tra queste ci sono per esempio la pressione alta, l’apnea notturna, l’orticaria o l’asma. In questi casi il paziente è abituato alla sua malattia e alle sue manifestazioni. Quindi laddove compatibile la vita a bordo può essere praticata, tenendo però conto di due elementi. La disponibilità dei farmaci e l’eventuale peggioramento della malattia. Per navigare sereni è quindi necessario contattare il medico curante e sottoporsi ad alcuni esami complementari. Può essere per esempio un elettrocardiogramma per assicurarsi che tutto sia sotto controllo.

Basta consultare il medico e organizzarsi

Le malattie che richiedono invece un maggiore intervento medico sono sicuramente la categoria più ampia. Si tratta di patologie che, anche se non invalidanti, richiedono al paziente di compiere gesti medici ripetitivi su sé stesso. Per esempio il diabete. In questo caso può essere complicato andare in barca e fare lunghe crociere con la quantità necessaria di insulina. Così come effettuare a bordo la misurazione della glicemia in mare. Inoltre l’adattamento della cambusa alla dieta talvolta molto specifica di un diabetico può complicare le cose.

Anche in questo caso, tuttavia basta discutere con il proprio medico, organizzarsi e valutare le strategie più appropriate da adottare se si vuole andare in crociera. Dopodiché ci si può organizzare per la vita a bordo. Bisogna solo adattare la modalità di navigazione alla propria patologia. Non solo in termini di ritmo per gestire meglio la fatica e lo stress, ma anche in termini di potenziale infortunio. Nel caso per esempio di una ferita minore, per esempio, una persona diabetica avrebbe bisogno di maggiori cure.

Malattie

Le malattie gravi richiedono un “cambio di rotta”

L’ultima categoria è quella che può essere più frustrante per i velisti, ossia le malattie invalidanti. Ad esempio, le persone con problemi renali che necessitano di dialisi. Non si può ragionevolmente pensare di intraprendere una crociera a lungo raggio, lontano dalla costa, e di avere bisogno di una dialisi regolare. Bisogna essere realistici e consapevoli fino in fondo delle proprie condizioni di salute. Averne rispetto.

Inoltre tali malattie spesso possono peggiorare molto rapidamente e in mezzo all’oceano l’aggravarsi di una patologia già grave sulla terraferma può trasformarsi velocemente in un dramma. In questo caso, l’unica alternativa sostenibile è la piccola navigazione lungo costa, da porto a porto.

Viaggiare all’estero: ricette chiare e tradotte

Se si naviga in paesi stranieri e si trasportano medicinali o attrezzature mediche per la propria patologia, è necessario disporre di certificati medici che attestino tale patologia. Il consiglio è di riprodurre questi certificati anche in inglese, per evitare di perdere tempo al momento del controllo doganale. La raccomandazione è ancora più forte se si trasportano farmaci, potenzialmente considerati in alcuni paesi come stupefacenti.

Per superare il problema si può chiedere al proprio medico di redigere la ricetta non con il nome commerciale del prodotto, ma chiamando i farmaci con il loro principio attivo o meglio ancora l’INN (International Non-Proprietary Name), ossia una tabella di denominazione dei farmaci accettata in quasi tutti i paesi del mondo.

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Imbarcare attrezzature mediche specifiche

Mantenere l’attrezzatura medica necessaria alla cura di alcune patologie in buone condizioni può essere talvolta complicato nella normale vita in barca. Pensiamo ai respiratori, per esempio, che potrebbero necessitare di impianti elettrici appositi e sempre sotto carica. In questo caso un apparecchio ad hoc permetterà di trascorrere una settimana di notti all’ancora senza scaricare le batterie della barca. Si devono poi imbarcare anche eventuali pezzi di ricambio per le macchine mediche, come filtri, cavi di alimentazione e altri tubi o maschere di ventilazione, per essere sicuri di non andare nel panico in mare.

Assicurarsi quando si è malati

C’è poi la questione dell’assicurazione quando si va in crociera. È raro che una compagnia assicurativa copra malattie croniche preesistenti. Se avete una polizza assicurativa, chiedere chiaramente alla vostra compagnia assicurativa è l’unico modo per sapere se sarete coperti in caso di complicazioni in mare. In questo caso particolare, non lasciate spazio all’improvvisazione o all’impressione di essere coperti, perché i costi possono essere estremamente elevati in caso di incidente grave in mare.

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Informarsi sulla propria malattia

È nell’interesse di ogni velista che va in crociera conoscere la medicina d’altura. I velisti con malattie di lunga durata lo sono ancora di più. Avere una malattia cronica significa conviverci 24 ore su 24, 7 giorni su 7, al punto che dopo un po’ diventa parte di te. Il rischio è che si smetta di pensare alla malattia come a un’anomalia e non si pensi a come possa evolvere. Pertanto, è necessario imparare a conoscere in modo specifico la propria malattia e a rilevare un cambiamento in essa e a trattarla. Questo può sembrare molto angosciante e ansiogeno, perché riduce il diportista al suo stato di malattia, ma è anche una forte garanzia che sarà in grado di reagire.

La cosa più importante è non considerare la malattia come un ostacolo alla propria passione. La malattia cronica è un fattore che complica la crociera e la vita in acqua. O meglio, si può ritenere che sia la vita in acqua a complicare la malattia cronica. Tuttavia spesso essere malati non impedisce di andare in mare, anzi. Può essere una vera opportunità per realizzare i propri sogni, almeno in parte. È necessario semplicemente adattare questi sogni alla realtà della malattia.

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