
Le reti di prua sui catamarani: perché ci sono e a cosa servono
A bordo di un catamarano la rete posta a prua, meglio nota come “trampolino”, è spesso la zona della coperta preferita dall’equipaggio in crociera perché è molto ampia e consente di rilassarsi, dormire e ammirare il panorama. Tale rete è posta nella zona di prua che unisce i due scafi e permette di avere anche un piano di camminamento per cambiare o regolare le vele, eseguire un ancoraggio oppure semplicemente distendersi al sole.
Rispetto a un piano solido la rete di prua consente di risparmiare molto peso nella zona prodiera della barca con il vantaggio di diminuire il fastidioso beccheggio della stessa in caso di mare formato. Lo svantaggio è che per camminarci sopra richiede una buona dose di equilibrio e può risultare un po’ scomodo a piedi nudi.
Leggi anche: Catamarani: navigare felici a bordo di un multiscafo

Due scuole di pensiero: con o senza rete
In realtà la rete di prua è un componente che potrebbe sollevare qualche perplessità a chi non conosce i catamarani. La domanda dei neofiti potrebbe essere: perché sprecare così tanto spazio a prua con un accessorio sicuramente meno comodo del piano strutturale? La risposta è da ricercarsi nel modo di navigare dei catamarani a vela. Queste barche subiscono infatti la spinta delle vele verso il basso e, quando scendono dall’onda, se questa è “forata” tendono a mettere giù la prua. Se ci sono le reti, l’onda che incontra lo scafo sfoga infatti attraverso il trampolino e non colpisce la barca. Se invece le reti non ci sono, l’onda colpisce lo scafo e a lungo andare la struttura potrebbe risentirne a livello strutturale.
Ci sono quindi due scuole di pensiero nel mondo dei catamarani: la rete a trampolino oppure il classico piano strutturale che a prua unisce i due scafi. Ci sono per esempio i modelli Lagoon che navigano in tutto il mondo e hanno le reti di prua, mentre al contrario i multiscafi del cantiere Bali a prua, al posto delle reti, hanno un grande piano strutturale che ospita un pozzetto.

I materiali con cui è realizzata la rete dei catamarani
La rete di prua per quanto potrebbe sembrare bizzarra viene impiegata da tantissimi modelli di catamarani da crociera. Oltre ai già citati Lagoon, si trova a bordo dei Nautitech, dei Catana, dei Fountaine Pajot, dei HHCatamaran, degli Ocean Voyager. I materiali con cui vengono costruite tali reti sono diversi. C’è per esempio il poliestere con maglia di colore bianco o nero di misure 30×30 mm o 13×13 mm e bordo di 10 mm di diametro. Tale materiale è trattato contro i raggi UV, è privo di nodi per garantire il massimo comfort e le maglie sono abbastanza larghe da non modificare il comportamento della barca in caso di mare mosso. Insomma, il poliestere offre un buon compromesso tra sicurezza e comfort. Il bordo della rete è una corda di tensione di 10 mm che viene fissata intorno al trampolino per dargli forma. Grazie alle maglie più strette, il poliestere offre un maggiore comfort, che permette di rilassarsi o di muoversi sul trampolino. La resistenza delle maglie di questo materiale è di 200 kg/m².
Oltre al poliestere, i costruttori di reti a trampolino per i catamarani impiegano il Dacron o il Pvc, più resistente, oppure ancora il Dyneema. Le reti in Dyneema sono molto robuste, con un’eccellente resistenza ai raggi UV e soprattutto hanno un peso estremamente contenuto. Non si allungano, ma vanno fissate correttamente: per esempio se sono troppo strette in un punto, potrebbero creare problemi alla struttura della barca. Per contro, il Dyneema è un materiale molto costoso e non molto confortevole sotto i piedi. Quindi le reti in Dyneema per il momento sono prese in considerazione solo per i catamarani ad alte prestazioni o da regata.

Trampolino del catamarano e manutenzione
Usura delle reti di prua dei catamarani. I materiali con cui è realizzata, gli agenti atmosferici e l’usura ma anche un’installazione non corretta possono ridurre la durata della rete di prua. Con il tempo questo componente subisce l’azione deleteria dei raggi solari, del salino, dell’usura, oltre ai carichi a volte importante che può sopportare. È bene quindi periodicamente procedere a un’accurata ispezione della rete e soprattutto dei suoi punti di attacco per prevenire rotture o segni di usura. La maggior parte dei trampolini sui catamarani dura da 5 a 7 anni, ma questa durata può essere ridotta per esempio se la rete viene lavata spesso con candeggina o detersivi aggressivi.
Durante l’ispezione delle reti di prua, il primo controllo da effettuare è la loro rigidità: se camminandoci sopra tendono a essere troppo morbide e affossano troppo standoci sopra con i piedi, o viceversa risultano troppo rigide e legnose, questo è un chiaro segno di usura delle fibre. Un vecchio trampolino in genere dà la sensazione di essere gessoso, opaco e rigido. Osservate attentamente anche le cuciture, poiché il filo invecchia più velocemente rispetto alla fibra. Verificare anche eventuali tracce di corrosione sugli occhielli e la lacerazione del bordo in vinile attorno a ciascun occhiello.
Photo credits immagine apertura: YachtTravelClub.
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