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Tassa di navigazione: ecco dove si paga in Mediterraneo nel 2023

– 5 Aprile 2023 – Vacanze in barca

Vacanze in barca

Tassa di navigazione: ecco dove si paga in Mediterraneo nel 2023

Prima di partire per una crociera in barca a vela in una delle tante destinazioni da sogno del Mediterraneo può capitare di dover pagare una tassa sul transito o lo stazionamento del cabinato su cui si è a bordo. Alcuni Paesi infatti prevedono questa speciale gabella che incide sulle tasche dell’equipaggio. Il loro costo per fortuna è abbastanza contenuto e i Paesi dove è prevista in realtà sono pochi.

È bene tuttavia informarsi sugli appositi siti ufficiali per conoscere la normativa locale, come effettuare il pagamento e non incorrere in spiacevoli multe durante il soggiorno in quei luoghi.

In Italia dal 2016 la tassa è stata abolita

Una buona notizia per chi ha in programma crociere a vele in Italia. Nel nostro Paese infatti la tassa sul possesso delle imbarcazioni è stata definitivamente abolita nel 2016. Si è chiusa così una pagina abbastanza “nera” della legge nautica italiana che era stata messa a punto col il Governo Monti nel 2011 e che negli anni aveva causato la fuga di molte barche all’estero. Altro Paese agevolato per gli equipaggi in crociera è la Francia. Qui è prevista solo una tassa annuale sui motori marini da diporto che dovuta solo se si è residenti fiscali nel Paese, a prescindere dalla nazionalità dell’imbarcazione e da dove si naviga.

Ci sono tuttavia alcuni Paesi del Mediterraneo dove una o più tasse di navigazione sono dovute da parte degli equipaggi per il transito, lo stazionamento e il possesso della barca. Tra questi vi sono la Croazia, il Montenegro, la Grecia e la Spagna. Gli importi di queste tasse, come abbiamo già accennato, a volte solo alquanto irrisori, ma è bene conoscerli prima di mollare gli ormeggi, perché chi non è in regola corre il rischio di pagare multe salate oltre alle tasse stesse.

Croazia più libera, ma qualche tassa rimane

Con l’ingresso della Croazia nell’area Schengen e l’adozione dell’euro dal gennaio 2023 oggi è molto più semplice navigare a vela nel Paese affacciato sull’Adriatico. L’ingresso agevolato per barche e diportisti tuttavia non si traduce in un’anarchia normativa. Rimangono infatti alcune tasse da pagare. Tra queste ci sono quella per la sicurezza della navigazione, i tributi contro l’inquinamento marino, la tassa di soggiorno e, qualora si entrasse in una Riserva marina Protetta, il relativo ticket d’ingresso. La buona notizia è che per il pagamento di queste gabelle, con l’eccezione della prima visita, può essere effettuato online.

Partiamo dalla tassa di soggiorno. Questa è dovuta se la barca è lunga più di 7 metri e l’equipaggio dorme a bordo. Può essere pagata in un’unica soluzione in base alla lunghezza della barca, per tutta la durata del soggiorno, o a persona per notte. Il pagamento si effettua comodamente online sul sito dell’Ente Nazionale Croato per il Turismo. L’opzione per persona è più noiosa da inserire online e deve essere compilata più volte se si fanno più crociere in Croazia durante l’anno. Ma in compenso si rivela più economica per soggiorni brevi.

Sicurezza della navigazione, inquinamento e aree marine protette

Gli oneri per la sicurezza della navigazione e i tributi ambientali contro l’inquinamento marino sono calcolati sempre in base alla lunghezza della barca, ma anche sulla potenza del motore. Per il primo ingresso nel Paese bisogna per forza passare in Capitaneria di Porto per la registrazione e si può pagare la tassa anche sul posto esclusivamente però con bancomat o carta di credito. Successivamente si possono pagare online sul portale eNautics, a cui è possibile accedere con lo SPID o la Carta di Identità Elettronica.

Infine per ormeggiare in una Riserva marina Protetta o un Parco Nazionale è necessario acquistare il relativo ticket d’ingresso. Si può fare anche on line in anticipo e con lo sconto. Questo non è richiesto per la navigazione senza ormeggio. In ogni caso consigliamo di avere ulteriori informazioni visitando le pagine ufficiali dell’ente parchi nazionale croato.

Anche il Montenegro richiede tassa sul transito

Coloro che vogliono navigare nelle acque del Montenegro devono pagare la cosiddetta “vignetta”, ovvero la tassa di permanenza. Questa può essere acquistata presso la Capitaneria di Porto quando si arriva e deve essere attaccata all’imbarcazione in modo che sia ben visibile. Il costo di questa tassa di navigazione dipende dalla lunghezza dell’imbarcazione e dal periodo di validità (1 giorno, 1 settimana, 1 mese, 3 mesi, 6 mesi o 1 anno). Sono inoltre previste alcune spese per la manutenzione dei fari e amministrative pari a 2 euro. Alle imbarcazioni che fanno scalo per lavori di manutenzione non è richiesto il pagamento della vignetta, così come chi partecipa a una regata o a un evento velico.

Dopo aver acquistato la vignetta i diportisti dovranno pagare anche la tassa di soggiorno che dipende dalle dimensioni dell’imbarcazione e dalla durata del soggiorno. Questa copre tutto l’equipaggio a bordo dell’imbarcazione durante il periodo di validità della vignetta.

In Grecia da pagare c’è la “TEPAI”

Dal 2019 la Grecia ha introdotto una tassa per la sosta e la navigazione nelle acque territoriali che si chiama “TEPAI”. Questa deve essere pagata da tutte le barche e natanti lunghi oltre 7 metri che transitano in acque greche. Parliamo sia di cabinati privati che appartenenti a società di charter indipendentemente dalla bandiera.

La tassa può essere pagata online sul portale eTEPAI, in anticipo o, al più tardi, il giorno dell’arrivo in Grecia presso l’Autorità Portuale. Il costo varia in base alla lunghezza della barca e alla durata della permanenza nelle acque territoriali, mentre non si paga se la barca rimane a terra. Sono previsti alcuni sconti in caso di pagamento annuale anticipato o se l’imbarcazione ha un contratto di ormeggio annuale in un porto greco.

Tassa

In Spagna, il record di passe da pagare

Anche la Spagna non si sottrae al regime di tassazione in campo nautico. Per le imbarcazioni che navigano in acque spagnole è richiesto il pagamento della Tassa sulle Imbarcazioni da Diporto (Tasa T-5), in caso di sosta, della Tassa per gli Aiuti alla Navigazione (Tasa T-0) e, nel caso in cui l’imbarcazione batta bandiera spagnola o l’armatore risieda in Spagna, dell’Imposta di Registro. Per quanto riguarda la Tassa sulle Imbarcazioni da Diporto, l’autorità portuale competente è responsabile della riscossione e del calcolo della stessa. L’importo è calcolato in base allo specchio d’acqua occupato dall’imbarcazione moltiplicato la durata della sosta, il tutto moltiplicato per 0,124 euro e un coefficiente che dipende dal tipo di posto barca.

La Tassa per gli Aiuti alla Navigazione deve essere pagata sia dalle barche in transito che dagli armatori con ormeggio annuale. Per le barche a vela fino a 12 metri la tariffa è forfettaria, mentre negli altri casi è basata su un calcolo della lunghezza per la larghezza per un coefficiente. La quota è annuale, ma nel caso in cui l’imbarcazione sia in transito viene calcolata proporzionalmente.

Infine, coloro che abbiano la residenza in Spagna, un codice fiscale spagnolo o un’imbarcazione che batte bandiera spagnola, devono versare anche la tassa di immatricolazione. Questa è dovuta per le imbarcazioni oltre gli 8 metri e per le moto d’acqua. Per i cittadini stranieri è pari al 12 per cento del valore dell’imbarcazione che si abbassa all’11 per cento nelle Canarie.

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