Un’estate per ripartire al meglio imparando la vela
In quest’anno reso drammatico dall’emergenza sanitaria finalmente con l’avvento dell’estate e il progressivo allentamento delle misure di distanziamento e isolamento sociale si potrebbero sfruttare le vacanze per imparare ad andare a vela, magari frequentando un corso o noleggiando una barca con gente più esperta di noi. Sono in molti a farlo sia perché attratti da questo modo di vivere il mare in maniera dinamica e divertendosi, ma anche perché più sicuro che frequentare palestre e luoghi chiusi.
Le vela resta in ogni caso una disciplina affascinante e misteriosa che evoca il viaggio, l’avventura e un profondo spirito di libertà, ma anche la voglia di conoscere e vivere l’ambiente marino in maniera attiva ed ecologica. Senza contare l’esigenza di staccare la spina dai ritmi frenetici e familiarizzare con un mondo a dimensione più umana. Anche per chi ha già sperimentato tutti questi aspetti e ha cominciato a capire di nodi, manovre e direzione dei venti, il desiderio di “perseverare”, perfezionando la tecnica, esplorando nuovi lidi e conoscendo persone diverse, si fa sentire sempre forte.
Corsi e crociere per tutti i livelli
La scelta di imparare la vela attraverso una scuola o un corso apposito dipende dai propri obiettivi e dal tempo a disposizione. Certo è che oggi l’offerta di istruzione su derive, cabinati e multiscafi è quanto mai variegata: scuole, corsi e modelli di insegnamento sono tanti, collaudati e a misura di tutte le tasche. Si può frequentare per esempio una scuola “a tempo pieno”. In questo caso si vive un’esperienza totale, con giornate dense di attività e ritmi serrati: sveglia all’alba, lezioni teoriche, uscite in mare, pause pranzo e turni di corvèe, per poi ricominciare le così fino a sera. Ovvio che in posti del genere ci si trova fin da subito immersi nella nuova disciplina, si sviluppa un forte spirito di collaborazione e si apprende in fretta.
In alternativa si può seguire un corso su misura che impegna soltanto per alcune ore al giorno o nei week end. Anche in questo caso teoria in aula e pratica in mare vanno di pari passo, ma i ritmi sono più rilassati e si ha il tempo di “digerire” nomi astrusi e manovre sul filo della scuffia. Tra i vari corsi disponibili si può scegliere secondo le barche utilizzate, monoscafi o catamarani, derive o cabinati, oppure secondo l’interesse verso materie specifiche, per esempio la meteorologia, la navigazione astronomica, l’ormeggio o la navigazione con cattivo tempo. C’è anche la possibilità di mettere a frutto un corso per prendere la patente nautica oppure per apprendere le tecniche di regata o addirittura del match race, la formula di gara “barca contro barca” in puro stile Coppa America.
Che bella la crociera scuola! S’impara navigando…
Altra opportunità di prendere confidenza con scotte e timone sono le crociere scuola. Una formula, questa, di sicuro “impatto” con la vela. Qui, infatti, si sale a bordo di un cabinato con uno o più skipper, e una volta stabilito l’itinerario, il programma di viaggio e la rotta, si viene subito coinvolti nelle manovre, nei turni di guardia, insomma ci si ritrova immersi di getto nella nobile arte marinaresca con le sue dinamiche, i suoi equilibri e le sue fatiche.
E già perché la vacanza a vela richiede pur sempre una certa attività fisica, impone regole, orari e soprattutto un atteggiamento mentale aperto al confronto con sé stessi e con gli altri. I vincoli e le abitudini della vita ordinaria dovrebbero essere lasciati a casa per concentrarsi sulla disponibilità all’arricchimento e sulla capacità di affrontare gli inevitabili disagi che la vita a bordo comporta.
Lo skipper: una guida, un maestro e un buon papà
In questo può aiutare senza dubbio la figura di riferimento che in barca come in aula è l’istruttore. A lui spetta non solo il compito di svelare i segreti della vela, ma anche di trasmettere la sua esperienza, le sue sensazioni, il suo modo di vivere il mare. È l’insieme di questi aspetti che definisce la preparazione del futuro velista. Meglio allora instaurare con il maestro di vela un buon dialogo fin dalle prime battute del corso, il che vuol dire rispettare le sue decisioni e non avere paura di chiedere per l’ennesima volta come si esegue una manovra, così come di sbagliare un nodo o una regolazione delle vele. In fondo a scuola ci si va per imparare no?
Si apprenderà così che arte marinaresca significa anche spirito di collaborazione, solidarietà e rispetto degli altri. La vita in barca, infatti, con le manovre collettive, la divisione dei ruoli, i turni di guardia, impone fin da subito un contatto “gomito a gomito” tra i membri dell’equipaggio.
In mare vince la preparazione e il giusto approccio
Spazi angusti e persone sconosciute non devono spaventare perché se è vero che i disagi della vita a bordo possono far emergere con facilità malumori e divergenze di carattere, nello stesso tempo le attività comuni generano subito un piacevole spirito di squadra. Tutto sta nel partecipare a questa esperienza con l’atteggiamento giusto, rendersi utili ed essere comprensivi verso gli altri. Coloro che hanno più esperienza possono aiutare i principianti valorizzando anche le piccole responsabilità e mettendo in risalto i piaceri della navigazione.
Vela significa soprattutto la barca, questo straordinario mezzo di trasporto che bisogna imparare a conoscere per sfruttarlo con disinvoltura e in sicurezza, ma anche un ambiente retto da equilibri che non si possono sconvolgere e in definitiva una grande opportunità che consente di mettersi alla prova non solo con il mare ma anche con gli altri e con sé stessi. Chi accetta questa sfida viene ripagato da emozioni ed esperienze fuori dal comune che sarà difficile dimenticare, almeno fino alla prossima vacanza.
David Ingiosi
Appassionato di vela e sport acquatici, esperto di diporto nautico, ha una lunga esperienza come giornalista professionista per testate nazionali e internazionali.