Come usare il salpancora senza prosciugare le batterie
Nelle soste in rada spesso si vedono armatori che tirano su la catena costantemente sotto trazione, compreso il distacco del ferro dal fondale. Questi diportisti probabilmente hanno banchi di batterie ad alto rendimento o comunque sovradimensionati e non si preoccupano di prosciugarli oppure semplicemente non sono a conoscenza di quanto il salpancora e le relative operazioni di ancoraggio sono in grado di incidere sugli ampère di bordo. Quello che è certo è che comportamenti simili sono sbagliati e assolutamente non marinareschi, in quanto la gestione ottimale delle risorse di bordo, compresa l’energia elettrica, dovrebbe essere un principio del buon marinaio a prescindere dalla disponibilità dei propri mezzi.
La regola durante gli ancoraggi è, infatti, quella di non delegare il recupero dell’ancora e della catena solamente all’argano elettrico di bordo con il rischio di consumare in pochi istanti la carica degli accumulatori.
Vediamo allora come sfruttare al meglio la potenza del nostro salpancora con alcuni accorgimenti salvabatterie.
Prima regola del recupero: la catena deve essere verticale
In assenza di vento una barca alla fonda ha sicuramente la catena dell’ancora che scende verticalmente da prua fino al fondale marino. In queste condizioni si può salpare la catena agevolmente e senza sforzo poiché il salpancora deve sollevare soltanto il peso di quest’ultima. Superati i primi metri però la catena inizia a sollevarsi dal fondale disponendosi obliquamente in direzione dell’ancora e di conseguenza aumenta la forza di trazione sul verricello. Interrompendo il recupero, il peso della catena fa avanzare la barca fino a quando il calumo torna a essere di nuovo verticale. A questo punto si può riprendere a salpare la catena. Utilizzando il motore di bordo per avanzare, il recupero diventa più agevole e continuativo.
Diversamente se c’è vento e si insiste a usare solo il salpancora anche quando la catena appare visibilmente inclinata e tesa si corre il rischio di superare il valore massimo di trazione del dispositivo elettrico sovraccaricando le batterie e causando il loro collasso con conseguente abbattimento della corrente.
Il salpancora non ama gli sforzi prolungati
In un motore elettrico come quello del salpancora la coppia, ossia la forza che il motore trasmette alla ruota dentata, è proporzionale alla corrente assorbita: raddoppiando il carico sulla catena, si raddoppia la corrente assorbita e di conseguenza si riduce proporzionalmente anche il tempo di erogazione della batteria. Un salpancora da 1.500 watt che ha un assorbimento nominale di 125 ampère, per esempio, potrebbe abbattere una batteria da 100 ampère in pochi minuti. Per questo è buona norma utilizzare il salpancora con il minor carico possibile ed eventualmente arrestarlo ogni volta che si avverte un aumentare della trazione.
Bisogna inoltre evitare assolutamente l’uso del salpancora per spedare un’ancora dal fondale. Per questa operazione è meglio ricorrere al motore di bordo imprimendo piccoli colpi di avanzamento. La manovra è molto più efficace e non incide in modo deleterio sulle batterie.
4 cose da sapere sui consumi del salpancora
Per calare il ferro con il salpancora, al contrario, il consumo delle batterie è abbastanza irrilevante. Tuttavia quando c’è molto fondale l’operazione risulta abbastanza lenta e per la posa dell’ancora e del relativo calumo è preferibile utilizzare la frizione del salpancora effettuando cioè la calata libera con motore fermo.
Per comprendere bene le forze in gioco durante le operazioni di ancoraggio è bene tenere a mente i seguenti principi:
– Quando il motore del salpancora inizia a calare di giri, significa che sta già superando il limite dell’assorbimento nominale. Se cala ulteriormente, si rischia di fare collassare le batterie.
– Tenendo il motore di bordo acceso durante la manovra, si ha un apporto di corrente pressoché irrilevante, cioè meno del 5 per cento.
– Utilizzando un salpancora per 5 minuti consecutivi, applicando il carico indicato sulla targhetta del motore, si provoca un abbattimento delle batterie recuperabile solo con molte ore di ricarica. Considerate poi che se una batteria scende sotto gli 11 Volt è difficilmente recuperabile.
– La linea elettrica del salpancora è solitamente protetta da un limitatore di corrente detto anche “salvamotore”. Questo dispositivo consente di utilizzare carichi elevati solo per tempi brevi. Se questi limiti vengono superati il salvamotore si stacca interrompendo definitivamente il flusso di corrente al salpancora.
David Ingiosi
Appassionato di vela e sport acquatici, esperto di diporto nautico, ha una lunga esperienza come giornalista professionista per testate nazionali e internazionali.