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Ecco gli 8 gadget più diffusi tra chi naviga in oceano - Marenauta Blog

– 7 Luglio 2021 – Accessori di bordo

Accessori di bordo

Ecco gli 8 gadget più diffusi tra chi naviga in oceano

Gadget e oceano. Attrezzare la barca per una traversata oceanica è sicuramente impegnativo. L’obiettivo è avere un mezzo di trasporto in grado di offrire le adeguate comodità ai lunghi tempi di permanenza a bordo ma anche essere in grado di affrontare gli imprevisti. Ecco cosa scelgono oggi i diportisti. Una volta verificato lo scafo, le manovre fisse e correnti, gli impianti e le dotazioni di sicurezza, sono gli accessori a rappresentare la voce di spesa più importante per quei diportisti che vogliono affrontare lunghe traversate e giri del mondo. Molte scelte sono naturalmente soggettive, ma quelli che seguono sono in assoluto i gadget preferiti da chi sceglie questo tipo di avventure in mare.

 Gadget e oceano.

Sistema Ais

Gadget da oceano. Uno degli accessori sempre più presenti a bordo delle barche dei giramondo è l’Ais. Pensato per le navi, l’Ais è un sistema che identifica automaticamente le unità in navigazione. A differenza di altri strumenti consente di avere numerose informazioni sul tipo di unità, la sua rotta e destinazione. Il sistema AIS trasmette in tempo reale su frequenze Vhf una serie di informazioni che riguardano l’unità sul quale è installato ricevendo al tempo stesso quelle relative alle altre unità nelle vicinanze. Funziona con uno strumento ricetrasmittente chiamato trasponder o tranceiver, ci sono poi anche solo i ricevitori di segnale. Le informazioni trasmesse sono di due tipi: statiche, ossia quelle inserite dall’armatore (nome, tipo della nave, numero di registrazione, tipo di carico, codice Mmsi, lunghezza, pescaggio, destinazione, etc.) e dinamiche, ovvero ricavate automaticamente dagli strumenti di bordo (posizione, rotta, velocità, etc). A queste si possono aggiungere poi informazioni sulle manovre, il tempo per arrivare, all’approdo più vicino, l’angolo di prua, etc.

La trasmissione radio avviene sul canale Vhf 87 (161,997 5 MHz) e sul canale Vhf 88 (162,205 MHz). I dati sono mostrati graficamente su un apposito apparecchio ma possono essere visualizzati anche su computer, schermi radar, plotter, etc. La trasmissione del segnale Ais usando le frequenze Vhf ha una portata orizzontale di tipo ottico che in mare aperto è di circa 25 miglia: più l’antenna è installata in alto, maggiore naturalmente è la portata dell’apparecchio.

Gadget e oceano.

Radar

Gadget da oceano. Oggi chi naviga intorno al mondo quasi sempre installa il radar, un apparato ormai disponibile in versione compatta ed economica ad uso di chi va per mare per piacere. Lo scopo del radar è quello di evitare gli abbordi in mare, specie in condizioni di scarsa visibilità, ma può essere di ausilio anche durante gli atterraggi, quando si entra in porto e nella verifica del punto nave. L’apparecchio emette pacchetti di impulsi di onde elettromagnetiche a grande distanza ed è in grado di riceverne quando questi impulsi incontrano degli oggetti solidi, ossia dei bersagli, i cui echi di ritorno vengono elaborati e visualizzati su uno schermo sul quale l’operatore può facilmente misurarne la distanza e rilevamento rispetto alla propria posizione. I bersagli da monitorare possono essere altre barche o navi, ma anche linee di costa, boe e moli. Alcuni materiali, per esempio legno e plastica, hanno scarso potere riflettente e rimandano echi molto deboli o addirittura nulli, soprattutto se posti a distanze limite. In linea generale la potenza del segnale viene condizionata dalla distanza, ma anche dalle dimensioni del bersaglio e dalla sua altezza sull’acqua. Inoltre il radar è uno strumento a portata ottica per cui esattamente come l’occhio umano è incapace di vedere oltre il suo orizzonte costituito dalla curvatura della superficie terrestre. L’orizzonte di visibilità del radar può essere ampliato sia dall’altezza della propria antenna sia dall’altezza del bersaglio sull’acqua.

Gadget e oceano.

Giubbotto autogonfiabile

Gadget da oceano. Su una barca da diporto che gira il mondo deve essere  previsto un giubbotto di salvataggio per ogni membro dell’equipaggio. In alternativa ai modelli tradizionali rigidi, funzionali ma ingombranti, molti giramondo preferiscono i giubbotti autogonfiabili costituiti da un involucro esterno, una camera gonfiabile racchiusa al loro interno e un dispositivo di gonfiaggio che può essere ad attivazione manuale o automatica. Uno dei vantaggi principali del giubbotto salvagente autogonfiabile è rappresentato proprio dalla sua facilità d’uso e dalla sua estrema compattezza quando chiuso: al contrario di un giubbotto salvagente classico infatti può essere indossato anche in navigazione, senza per questo essere d’ingombro e si attiva solo in caso di necessità. Il salvagente autogonfiabile inoltre ha la peculiarità di poter essere riutilizzato all’infinito, infatti anche dopo che la camera gonfiabile è stata attivata una prima volta, si può ripristinare il tutto con la semplice sostituzione di alcuni componenti base, per un prodotto sicuro e di lunga durata.

Ciò che fa gonfiare un salvagente autogonfiabile non è aria, ma anidride carbonica (CO2) compressa all’interno di una bomboletta che nel momento dell’attivazione viene perforata lasciando che il gas confluisca all’interno della camera di gonfiaggio, dando forma al salvagente. Questa operazione può essere innescata dalla persona che lo indossa (attivazione manuale) tirando solitamente una piccola cima, oppure quando il salvagente viene immerso in acqua (attivazione automatica).

Gadget e oceano.

Dissalatore

Gadget da oceano. Imbarcare un dissalatore che trasforma l’acqua salata del mare in acqua potabile aumenta notevolmente la qualità della vita a bordo e permette di fare lunghe traversate senza problemi. Esistono due tipi di dissalatori: quelli tradizionali, con pompa ad alta pressione e quelli di nuova generazione, caratterizzati da un pompa per il recupero di energia. Il modello tradizionale funziona a corrente continua da 12/24 Volt ed è costituito da una pompa che preleva l’acqua di mare e la invia al circuito. L’acqua passa attraverso una serie di filtri, arrivando a una seconda pompa di alta pressione che la invia alle membrane dove avviene il processo di osmosi inversa. Così si compie il processo della dissalazione dell’acqua. Non tutta l’acqua aspirata viene però “pulita”, ma soltanto una percentuale che varia intorno al 10-15 per cento. La restante quantità è scaricata in mare.

Gli impianti moderni utilizzano invece una pompa meccanica. Questa pompa, associata a un gruppo di cilindri, genera una pressione sufficiente a creare il processo di osmosi inversa. L’acqua scartata dalle membrane non è rigettata in mare, ma inviata nuovamente alla pompa meccanica, generando continuamente una pressione nel circuito. La differenza sostanziale consiste nell’uso di due pompe diverse. Nel sistema tradizionale la pompa con il motorino elettrico produce un assorbimento energetico superiore. Nel sistema più recente, la pompa di recupero energetico, utilizza l’acqua scartata dalle membrane per riportare la pressione necessaria.

Gadget e oceano.

Parasailor

Gadget da oceano. Nelle traversate ocaniche le andature portanti sono quelle prevalenti. Lo spinnaker tuttavia non è molto amato dai crocieristi e il gennaker non sempre è efficiente. Un buon compromesso allora potrebbe essere il Parasailor. Ideati qualche anno fa dall’azienda tedesca Istec, gli originali spinnaker Parasailor sono stati una delle innovazioni più originali tra le vele di prua. Simili per dimensioni e forma a un tradizionale spinnaker, si caratterizzano per un’ampia fenditura al centro della pancia della vela ispirata alle ali utilizzate nel parapendio. Questa particolare conformazione serve a conferire maggiore efficienza e stabilità nelle andature portanti alla barca: il flusso d’aria che attraversa la vela infatti genera due forze la cui risultante è una spinta sia verso l’alto che in avanti di 45 gradi. Un effetto che riduce l’elevata tensione delle drizze e la tendenza all’ingavonamento della prua della barca. Inoltre garantisce una maggiore rigidità alla vela. Semplice da gestire, il Parasailor può essere armato sia con il tangone che murato a prua.

Gadget e oceano.

Telefono satellitare

Gadget da oceano. Sempre più velisti giramondo decidono di imbarcare un telefono satellitare a favore della sicurezza. Sempre più piccoli, potenti e versatili, i telefoni portatili satellitari sono dei dispositivi che usano la trasmissione via satellite per potere chiamare e ricevere anche nei luoghi più sperduti del mondo. Per dimensioni e facilità di utilizzo sono diventati ormai piuttosto diffusi tra chi naviga in zone lontane e isolate. Un interesse dovuto anche alla possibilità di abbinare a una conversazione telefonica altre funzioni, come per esempio inviare email, fax e accedere a servizi internet se collegati ad un computer. Le comunicazioni satellitari infatti garantiscono le chiamate sempre, anche in situazioni di emergenza. Un enorme vantaggio in termini di sicurezza: nei luoghi o nelle condizioni in cui è assente il segnale, come in mare, le comunicazioni satellitari sono servizi irrinunciabili. Inoltre i servizi satellitari sono spesso molto più convenienti dei profili Gsm in roaming all’estero, con tariffe certe e trasparenti, senza alcun costo di ricezione della chiamata.

La differenza tra la tecnologia dei telefoni satellitari e quella dei telefoni cellulari sta nei mezzi utilizzati per le telecomunicazioni: nel caso dei cellulari, lo scambio comunicativo è assicurato dalle celle terrestri (ripetitori di onde radio capaci di coprire un’area di pochi chilometri quadrati); i telefoni satellitari basano il funzionamento su una rete di satelliti che orbitano a distanza variabile dalla superficie terrestre. Le comunicazioni via satellite, inoltre, garantiscono mediamente un maggior grado di sicurezza rispetto a quelle cellulari: tutte le chiamate sono cifrate, così da evitare possibili spioni digitali interessati ad ascoltare le nostre comunicazioni.

Idrogeneratore

Gadget da oceano. Per soddisfare il surplus energetico di bordo molti giramondo sono sempre a caccia di nuovi sistemi di ricarica delle batterie: pannelli solari, generatori eolici o quelli diesel. Ultima frontiera in questo campo sono gli idrogeneratori, ossia dispositivi in grado di sfruttare il movimento dello scafo in acqua trasformando la rotazione di un’elica sommersa in energia elettrica, un po’ come avviene per la dinamo che alimenta le luci delle biciclette. Attualmente l’azienda leader del mercato, la Watt&Sea, propone due modelli di idrogeneratore. La versione Racing concepita per dare il massimo dell’energia e sopportare condizioni estreme. Il corpo del dispositivo dal profilo idrodinamico è in alluminio (peso 8 kg) oppure in carbonio (6,5 kg), è lungo 80 centimetri e monta un’elica tripala a passo variabile controllata elettronicamente tramite un dispositivo elettronico che minimizza l’attrito e ottimizza il rendimento energetico variando l’incidenza delle pale per adattare la potenza dell’elica a quella assorbita dalle batterie. Efficace su una gamma di velocità tra i 7 e i 25 nodi, sviluppa già a 12 nodi una potenza di 500 Watt (40 Ah a 12 Volt e 20 Ah a 24 Volt), è compatibile con qualsiasi tipo di batterie (piombo, acido, gel, litio, etc.) e viene fornito con un convertitore e un regolatore di potenza, una pompa idraulica che agisce sul movimento di immersione e sollevamento dell’ala e la staffa di montaggio sullo specchio di poppa.

Poi c’è il modello Cruising. In questo caso il corpo del dispositivo è solo in alluminio ed è proposto a passo lungo (97 cm, 9 kg) o corto (61 cm, 8,20 kg), a cui viene abbinata un’elica tripala in composito standard da 240 millimetri, oppure in opzione quella più performante da 280 millimetri. I primi ampère (2 Ah) sono generati a partire dai 2 nodi di velocità, per arrivare a 35 Ah a 10 nodi di velocità. Se la barca aumenta ancora la velocità, quando le batterie di bordo sono completamente cariche, per evitare sovraccarichi l’idrogeneratore fa in modo che l’elica giri a vuoto senza produrre più energia. La tensione è a 12 o a 24 Volt. Il sollevamento sullo specchio di poppa dell’idrogeneratore si opera grazie a un semplice paranco.

Spera

Gadget da oceano. Le condizioni meteomarine avverse possono rendere la navigazione in oceano rischiosa e far perdere il controllo dell’imbarcazione. In questi casi è necessario rallentare e cercare di stabilizzare lo scafo. Come? Per esempio gettando in acqua un gadget come una spera, ossia un elemento di frenatura fissato a poppa. Le spere rallentano la barca riducendo così il pericolo di traversarsi e di capovolgersi quando lo scafo viene colpito da grosse onde. Gli studi marittimi sulla sicurezza della navigazione attestano l’assoluta necessità di approntare le spere con onde frangenti di potenza tale da essere in grado di rovesciare la barca e le ritengono comunque molto utili anche con frangenti di potenza inferiore. Se una barca viene colpita da un frangente infatti può venire sollevata dalla schiuma ed essere trascinata via a grande velocità magari senza danni, ma se qualche parte della barca inciampa nell’acqua ferma sono guai: la barca si traversa o addirittura si capovolge e se inciampa di prua può anche fare una capriola, nel caso in cui il frangente abbia abbastanza potenza.

La spera evita proprio questo tipo di incidenti, ma per essere efficace deve essere in grado di presentare una resistenza pari a circa il 75 per cento del dislocamento della barca. Una spera deve entrare in tiro subito, frenare la barca in modo che il frangente passi avanti velocemente senza riuscire a coricare o capovolgere la barca. Inoltre deve produrre un tiro simmetrico, grazie al quale mantiene la barca con la poppa al mare e la barca non ha bisogno di timoniere.

 

Appassionato di vela e sport acquatici, esperto di diporto nautico, ha una lunga esperienza come giornalista professionista per testate nazionali e internazionali.

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