A vela nelle Fiji: i cinque scali più belli dell’arcipelago di Yasawa
A Nord Ovest delle Fiji c’è l’arcipelago delle Yasawa, un gruppo di isole vulcaniche rinomate tra gli equipaggi di giramondo dove è possibile trovare una natura tropicale rigogliosa, villaggi di popolazioni ospitali e acque ideali per le immersioni.
Già il nome evoca paesaggi paradisiaci, spiagge tropicali e un’atmosfera idilliaca fuori dal mondo. Parliamo delle Fiji, sicuramente uno dei luoghi più incantevoli da visitare, soprattutto in barca a vela. In generale questo arcipelago del Pacifico conta 326 isole, tra cui una ventina di atolli vulcanici che sono tra i più apprezzati per la natura dei paesaggi incontaminati e la ricchezza delle acque. Si tratta dell’arcipelago di Yasawa, una trama di isole che si estende per circa 80 chilometri ed è situato nel Nord Ovest del territorio delle Fiji. Il gruppo vulcanico Yasawa è composto da sei isole principali e numerosi isolotti minori.
Fu il navigatore britannico William Bligh il primo europeo ad avvistare le Yasawa nel 1789, dopo il celebre ammutinamento del Bounty HMS. Anche il capitano Barber della HMS Arthur visitò le isole nel 1794. Dopodiché rimasero inesplorate fino al 1840.
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Un luogo per chi ama la pace, la natura e le immersioni
Tutto l’arcipelago oltre che per la sua storia suggestiva è molto popolare tra gli equipaggi di giramondo. La maggior parte dei quali proviene dalla Nuova Zelanda, dall’Australia o dalla stessa Polinesia. In questo territorio, che fa parte della Western Division delle Fiji, si parla sia il fijiano che l’inglese. I paesaggi sono ricchi di rilievi che vanno dai 250 ai 600 metri di altezza. Le acque sono particolarmente rinomate per lo snorkeling e le immersioni. E non mancano diversi ancoraggi dove mettersi alla fonda per sbarcare a terra.
In generale l’idrografia delle carte di navigazione nelle Fiji è piuttosto complessa e pericolosa se non si ha una competenza specifica di queste acque. Quindi per visitare le Yasawa il consiglio è di arrivare nelle prime ore del mattino, quando il sole permette di interpretare al meglio i fondali. Quando si sbarca in uno dei villaggi, la tradizione locale vuole che l’equipaggio con lo skipper si presentino al grande capo e partecipino a una cerimonia di benvenuto per ottenere il diritto di visita. In questa occasione, la comunità locale offrirà ai visitatori in segno di benvenuto la cosiddetta “Yaqona”, ossia la kava locale.
Isola di Yasawa, la più grande dell’arcipelago
L’isola più settentrionale dell’arcipelago porta il nome dell’intero gruppo. A Sud è possibile ancorare tra le isole Yasawa, Sawa-i-Lau e Nacula, di fronte al piccolo villaggio di Nabukeru. Qui, le poche barche ancorate in 15-20 metri d’acqua sono circondate da colline, montagne e scogliere. Le spiagge delle tre isole sono piacevoli da visitare e lo scenario cambia a seconda delle maree. Sul terreno le strade non sono segnalate ed è comune avere l’impressione di camminare attraverso i giardini degli abitanti. Il villaggio, che conta circa 50 abitanti, merita una visita: le piccole case sono costruite con pareti di lamiera e tetti di palma. Spesso sono costituite da un’unica stanza. Talvolta con un fornello arrugginito sulla sabbia. L’accoglienza è sorridente e la gente del posto di solito approfitta della visita dei diportisti per presentare l’artigianato locale.
Dall’altra parte, sulla spiaggia dell’isola di Sawa-i-Lau, è possibile visitare due grotte. Dopo aver pagato un biglietto d’ingresso, la prima è facilmente accessibile, mentre per visitare la seconda occorre attraversare un tunnel sottomarino muniti di una torcia. La visita è guidata e generalmente veloce. Anche qui ci sono bancarelle di artigianato locale, tra cui tapas, parei, gioielli e sculture in legno.
Il ritmo gentile dell’isola di Nacula
L’isola più a Sud si chiama Nacula Island. Richiede una navigazione di 6 miglia dal precedente ancoraggio e offre per l’ormeggio la bella baia di Malakati, sulla costa occidentale. La zona è tranquilla e permette di ancorare in 5-10 metri d’acqua, di fronte all’omonimo villaggio. L’ampia spiaggia sabbiosa è comoda anche per l’approdo del tender di servizio e per incontrare la gente del posto. Anche qui la popolazione vive in comunità, in un piccolo villaggio lungo 200 metri e largo 100 metri. C’è solo una chiesa e poche case.
Per quanto riguarda lo stile di vita degli abitanti, ogni mattina i bambini partono insieme in una grande barca per la scuola che si trova in un villaggio più a Sud. La sera, i più piccoli tornano in barca e i più grandi camminano a piedi lungo la spiaggia.
Tra i resort e le piantagioni di Nanuya Lailai
Quasi 7 miglia nautiche più a Sud, c’è l’ancoraggio sulla costa occidentale dell’isola Nanuya Lailai che si trova di fronte al Nanuya Island Resort. Ospita circa 20 barche in 12-20 metri d’acqua, circondate dalle isole di Tavewa e Matacawa Levu. Non esiste un villaggio tradizionale su questo lato dell’isola che è occupato da due hotel di lusso: uno molto visibile e un secondo più discreto, che sembra vivere al ritmo delle barche che passano. I velisti di passaggio in genere si incontrano alla Nanuya Boat House per un drink al tramonto. Mentre un piccolo negozio permette di fare acquisti di emergenza o ordinare frutta e verdura per la cambusa. Il Nanuya Island Resort offre tra l’altro intrattenimento per scoprire la musica e la danza figiana e polinesiana.
Dallo scalo del resort, dove alcuni abitanti delle Fiji producono copra e olio di cocco, si accede alla strada e poi al sentiero che attraversa l’isola da Ovest a Est. Con una passeggiata di 30 minuti a piedi si attraversano le strutture alberghiere, le coltivazioni di frutta e verdura e i recinti dei maiali, quindi la vegetazione dell’isola. Il sentiero offre anche splendide viste sulla costa, prima di raggiungere il piccolo villaggio sulla costa orientale. In fondo si trova il Lo’s Tea Shop, dove offre bevande e spuntini in riva al mare. Marea permettendo, il ritorno alla zona di ancoraggio può essere fatto attraverso mangrovie e poi lungo la spiaggia, seguendo la costa meridionale e occidentale dell’isola.
Il bagno con le mante a Drawaqa
A 20 miglia a Sud dell’isola Nanuya Lailai, è possibile ancorare sulla costa occidentale dell’isola Drawaqa. Ai margini delle montagne, il fondale si abbassa rapidamente e bisogna fare attenzione ai numerosi coralli vicino alla costa. L’area è ben riparata e perfetta per lo snorkeling. A pochi minuti di gommone, il passaggio tra Naviti Island e Drawaqa Island è un luogo famoso per le immersioni.
Equipaggiati con pinne, maschere e boccagli, ed eventualmente accompagnati dal gommone per le immersioni in mare aperto, tutto si svolge in sicurezza. Ci sono molte specie di pesci e coralli da scoprire, ed è comune incontrare diverse mante che vivono nella pass.
Ormeggiare a Nord dell’isola di Waya
L’isola di Waya è l’ultima tappa di questa panoramica dell’arcipelago delle Yasawa. La navigazione di 12 miglia nautiche dal precedente ancoraggio è piacevole: le isole di Nanuya Balavu e Nanara hanno molti rilievi e formano bei paesaggi. Ci sono diverse possibilità di ancoraggio intorno a Waya Island. È possibile mettersi alla fonda in 10 metri d’acqua nella piccola baia a Nord Ovest dell’isola, di fronte all’Octopus Resort. Tuttavia questo ancoraggio può essere un po’ accidentato e l’equipaggio può avere difficoltà a sbarcare a terra.
A Nord dell’isola, l’area di ancoraggio è più tranquilla. Dominato dalla montagna, il luogo è particolarmente adatto per esplorare il villaggio di Nalauwaki e incontrare la gente del posto, molti dei quali pescano dalle rocce a fine giornata.