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Specie marine esotiche: colpa di yachts e traffico marittimo

Specie marine esotiche nel mediterraneo

– 4 Ottobre 2019 – Vita a bordo

Specie marine esotiche nel mediterraneo
Vita a bordo

Specie marine esotiche nel Mediterraneo: colpa di yachts e traffico marittimo

Specie marine esotiche nel Mediterraneo. Sono alcuni anni ormai che il Mediterraneo è invaso da specie marine esotiche e pericolose, come pesci, alghe, meduse e altri organismi marini provenienti da ecosistemi lontani. Le chiamano specie “aliene” o esotiche proprio a sottolinearne il carattere di estraneità in senso biologico rispetto alla fauna del mare nostrum. Sempre più diversificati e abbondanti, questi animali provenienti da altri mari non solo rappresentano un rischio per gli equilibri ecologici, ad esempio occupando le medesime nicchie delle specie autoctone e alterando i naturali rapporti tra di esse, ma in alcuni casi sono potenzialmente pericolosi per l’uomo, sia per semplice contatto che attraverso l’ingestione.

Tra le specie più note, protagoniste di questa insolita migrazione, c’è il coloratissimo pesce scorpione e il pesce palla maculato. Due specie da cui è bene guardarsi. La prima per via del potente veleno sprigionato dalle spine, lunghe e colorate che ne adornano la livrea. Le sue punture sono dolorosissime e il veleno resta attivo anche fino a 48 ore dopo la morte del pesce. La seconda specie, invece, è rischiosa per l’alta tossicità delle sue carni che non scompare nemmeno dopo la cottura. È estremamente velenoso a causa di una potente neurotossina (Tetradotossina) presente nella sua pelle, nel fegato e in altri organi, che può uccidere in poche ore dopo l’ingestione. Provoca, inoltre, paralisi respiratoria e gravi scompensi cardiocircolatori.

Pesci velenosi e alghe invasive

Pesci velenosi esotici mediterraneo

Altra specie marina esotica, in particolare oceanica, presente in Mediterraneo è la Caravella portoghese. Non è una medusa ma un sifonoforo, ossia un celenterato composto da quattro distinti organismi che danno vita a una creatura tanto affascinante quanto pericolosa. I suoi lunghissimi tentacoli urticanti lunghi anche a 30-50 metri possiedono una tossina estremamente urticante, capace di indurre dolori lancinanti. È raramente letale, ma può indurre choc anafilattico e anche annegamento a causa del dolore insopportabile che può provocare.

Specie marine esotiche nel Mediterraneo. Non meno pericolosa è la Caulerpa cylindracea, una macroalga verde di origine Indo-Pacifica, tipica delle zone tropicali, che modifica i fondali che colonizza in modo da garantirsi un vantaggio competitivo rispetto alle specie native. La sua presenza è stata rilevata addirittura sull’isola di Capraia, inserita nella rete del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano e caratterizzata da condizioni ambientali incontaminate. Qui, sui fondali sabbiosi, i ricercatori hanno potuto osservare la “lotta” fra la specie aliena Caulerpa e la pianta nativa Posidonia presente in rigogliose praterie fino a profondità di oltre 30 metri.

Riscaldamento globale e traffico marittimo

Riscaldamento globale e traffico marittimo

Ma come sono arrivati questi pesci tossici nei nostri mari? Tutto è cominciato agli inizi degli Anni 90 quando i pescatori hanno cominciato a trovare nelle loro reti qualcosa di strano che non avevano mai visto, se non in qualche documentario né, tanto meno, pescato. Da allora le specie esotiche rinvenute e studiate dai ricercatori si sono moltiplicate. Sul banco degli imputati di queste migrazioni c’è innanzitutto il riscaldamento globale. Il Mar Mediterraneo è minacciato ogni anno dalle ondate di calore che colpiscono i suoi strati più profondi, dove la temperatura può aumentare fino a 2 gradi rispetto alla media. Il fenomeno si avverte soprattutto nello Ionio e nella zona sud occidentale. È quanto emerge dalla ricostruzione di 35 anni di storia dei cambiamenti climatici nel Mar Mediterraneo, dal 1982 e al 2017.

Specie marine esotiche nel Mediterraneo. Anche il Canale di Suez è una delle cause delle presenze aliene nel mare nostrum. Il passaggio è divenuto da tempo una specie di autostrada per pesci e varie specie tropicali che lo attraversano senza troppe difficoltà. La questione è talmente seria che anche l’Ispra (Istituto per la protezione e la ricerca ambientale) spesso rilancia campagna di allerta.

Anche le barche da diporto responsabili delle migrazioni

Yacht e barche da diporto

Specie marine esotiche nel Mediterraneo. Non da ultimo a incrementare il fenomeno migratorio di specie esotiche è il traffico marittimo, compreso quello delle barche da diporto. Lo rivela un recente studio realizzato dall’Università di Pavia sul biofouling, ossia le incrostazioni di origine organica su carene e parti immerse in acqua. Navi commerciali e petroliere arrivano in Mediterraneo dai porti internazionali con il loro carico di alghe e animali provenienti da oceani lontani, immessi nei nostri mari e nei porti dalle chiglie infestate di questi organismi e dalle acque di zavorra.

Le specie aliene incrostano però, anche se in misura minore, le stesse carene delle barche a vela. Questi cabinati spostandosi da una marina all’altro consentono agli “intrusi”, peraltro molto ostinati, di compiere lunghi trasferimenti e a insediarsi in habitat nuovi. Ecco quindi che i porti turistici più frequentati diventano dei vettori di specie invasive che il traffico da diporto contribuisce a diffondere da un sito all’altro. Secondo un altro studio pubblicato sul Journal of Applied Ecology dove sono state analizzate le chiglie di 600 imbarcazioni da diporto in vari porti nel Mediterraneo è risultato che il 70% di queste carene presentava almeno una specie aliena.

Per contribuire a ridurre il problema i diportisti possono utilizzare vernici antivegetative di qualità; e quando possibile, scendere in acqua al largo a pulire la carena. Tutto tace invece a livello di normativa. In alcuni paesi, come Australia e Nuova Zelanda, è infatti vietato entrare in un porto con lo scafo incrostato di organismi, mentre in Europa non esiste, per ora, una simile legislazione.

Appassionato di vela e sport acquatici, esperto di diporto nautico, ha una lunga esperienza come giornalista professionista per testate nazionali e internazionali.

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