Giro del mondo in barca a vela: un sogno a portata di mano
Partire per un giro del mondo in barca a vela è il sogno nel cassetto di molti velisti. Per la maggior parte di essi rimarrà per sempre un sogno e probabilmente è giusto così: avvicinarsi ai propri sogni può anche significare vederseli sbriciolare sotto agli occhi e poi restare senza nulla da sognare che è una delle condizioni più tristi della vita.
Spesso tuttavia anche i velisti sognatori più ostinati rimangono in banchina sopraffatti dalla domanda regina: quanto costa realmente fare il giro del mondo in barca?
Il giro del mondo in barca: un viaggio da pascià o da spiantati
Come per qualsiasi viaggio, anche il giro del mondo a vela lo si può affrontare con stili e budget diversi. Molti giramondo sono coppie o solitari con un “budget” minimo, possiedono barche quasi sempre inferiori ai 10 metri, spesso in acciaio e con vistose tracce di ruggine, attrezzatura essenziale, non frequentano porti e marina se non per reale necessità, si fanno tutti i lavori di manutenzione da soli. Anche la loro cambusa è essenziale e utilizzano il minimo necessario il propulsore di bordo. Praticando questo stile di vita certamente possono spendere molto poco.
Per contro ci sono anche coloro che navigano con budget sostanziosi, hanno nuove di dimensioni rigorosamente superiori ai 15 metri, spesso firmate da cantieri famosi, dispongono di tutti gli accessori più sofisticati (elica di prua, generatore, desalinizzatore, condizionatore, etc.). Gli stessi affidano tutta la manutenzione della barca a personale specializzato, frequentano circoli e marina e a terra si spostano solo con auto a noleggio o taxi. Ecco sono due modi opposti di fare lo stesso viaggio, con spese naturalmente altrettanto diverse.
Quanto costa il giro del mondo in barca?
Ci sono anche i giramondo che sono una via di mezzo tra gli spiantati e i ricconi. Anzi probabilmente questa è la categoria più diffusa. Quelli per intenderci che navigano in coppia o in famiglia, hanno barche dagli 11 ai 13 metri, magari un pò “vecchiotte” ma di affermati cantieri e noti progettisti, sempre tenute in modo eccellente, dispongono di tutte le attrezzature necessarie, ma tengono in debito conto i consumi energetici e i costi di manutenzione; non rifuggono i marina turistici, ma vi sostano solo per il tempo necessario o se non vi sono altre possibilità. In somma cercano di non farsi mancare nulla, senza strafare.
Le variabili che incidono sui costi di un giro del mondo a vela sono diverse: il tipo di barca, la scelta della rotta, il tempo che si vuole impiegare, le abitudini e la propensione a spendere di chi sta a bordo, sono alcuni fattori decisivi. Quello che è certo è che oggi come oggi un giro del mondo a vela costa meno di quanto si possa immaginare. Abitare a bordo di una barca a vela che naviga in posti lontani è molto meno caro che vivere in una qualsiasi delle nostre città: si azzerano le spese di telefoni fissi, affitto dell’abitazione, garage, luce e gas, abbonamenti televisivi, e così via.
Cambusa a basso costo o cene al ristorante
In un giro del mondo della durata di due anni metà del tempo lo si passa a navigare e quando si è nel mezzo di un oceano il denaro difficilmente serve. Lo si usa principalmente per fare cambusa e anche questa spesa può essere ridotta se si impara a utilizzare i prodotti disponibili nei mercati locali, come riso, cocco, banane, patate dolci che si trovano in Paesi come Panama Venezuela, Thailandia e Indonesia e si rinuncia alle costose merci di importazione in Paesi cari, come Polinesia Francese, Nuova Caledonia e Seychelles.
Il costo base per il vitto di due persone a bordo praticando questo stile alimentare è di circa 300 euro al mese, che moltiplicati per due anni fanno 7.200 euro: sembra poco, ma è una media assolutamente realistica. Una cifra minima che ovviamente può crescere a dismisura se quando si fa tappa nei luoghi più attrezzati per il turismo si decide di passare ogni sera al ristorante.
Pratiche burocratiche e passaggi obbligati
Una altra voce importante di spesa in un giro del mondo a vela sono le pratiche burocratiche. La burocrazia infatti ormai è globale e ogni volta che si entra in uno stato si devono affrontare le pratiche di ingresso, ossia immigrazione, dogana, sanità ed eventuale permesso di navigazione (il cosiddetto “Cruising Permit”), tutte pratiche che in alcuni stati non costano nulla. ma che in altri, come per esempio l’Australia o le Isole Samoa americane possono essere piuttosto care. In media per le pratiche burocratiche si spendono circa 100 euro per stato, che moltiplicati per i 30 stati sulla rotta classifica del giro del mondo producono un rispettabile risultato di 3.000 euro, cifra che può facilmente salire a 4.000-4.500 se ci si appoggia a un agente doganale.
Anche i passaggi obbligati rappresentano un costo considerevole: 800 dollari Usa si pagano per attraversare il Canale di Panama e 400 dollari per transitare in quello di Suez per un totale di 1.200 dollari (circa 1.000) che possono salire a 2.500 con gli agenti e le assicurazioni.
Assicurazioni e comunicazioni
Ci sono poi i costi di assicurazione che vanno tenuti in debito conto. Navigando fuori dal Mediterraneo sulle stesse rotte in teoria non è necessaria alcuna assicurazione. In Italia tuttavia la Rc è obbligatoria. Se poi si decide di stipulare un assicurazione kasko per la barca e una sanitaria per l’equipaggio, l’esborso risulterà ancora più considerevole mano a mano che ci si dirigerà in Paesi lontani. In questo caso cavarsela con meno di 4.000 l’anno è molto difficile.
Per quanto riguarda invece le comunicazioni, la maggior parte dei giramondo per parlare con le altre barche o con i familiari a casa utilizza la radio SSB. Comunicare con la radio non costa nulla e non ci vogliono permessi speciali, al di là della patente di radioamatore. Con l’ausilio di un modem e di un computer, sempre con la radio si possono inviare e ricevere email illimitate al costo di 250 euro, per esempio con Sailmail, o a costo zero se si è radiomatori e si usa Winlink. Se però si aggiungono un telefono satellitare e un apparato di trasmissioni dati più pesante i costi possono lievitare fino a qualche migliaio di euro.
Carte nautiche, portolani e carburante
La documentazione può essere un’altra importante voce di spesa. Considerate che per l’intera circumnavigazione servono circa 400 carte nautiche e una ventina di portolani. Se si compra tutto nuovo si spendono circa 12.000 euro. C’è chi si accontenta di usare le fotocopie invece che le carte originali o di fare scambi con altre barche o ancora di comprare portolani usati e utilizzare anche la cartografia elettronica non proprio ufficiale. In questo modo il costo di questa voce può arrivare a essere molto contenuta.
C’è poi il carburante. Il vento non costa nulla e il 99 per cento del giro del mondo lo si fa a costo zero. Per il restante 1 per cento di navigazione si usa il propulsore per entrare e uscire dai porti, per entrare negli atolli, per navigare controvento. Insomma molto poco con un’esigenza di circa un minimo di 30 litri di gasolio al mese e altrettanti di benzina per il fuoribordo. Il carburante in molti Paesi casta molto meno che in Italia e quei 60 litri al mese di idrocarburi costano circa 1.200 euro, che possono però facilmente raddoppiare o triplicare se si ha un generatore o un desalinizzatore.
Manutenzione, rotture e carena
Infine ci sono le manutenzioni ordinarie della barca. Al di là di tutto quello che a bordo si rompe in un viaggio del genere di 2 anni bisogna prevedere almeno un alaggio per fare carena e per eventuali riparazioni a più o meno a metà del percorso. Si può entrare in cantiere alle Fiji, in Indonesia o in Thailandia dove tutto costa poco. Ma può essere difficile trovare i ricambi e manodopera specializzata. Oppure in Nuova Zelanda o in Australia dove si trova tutto ma che sono molto più cari. Tra carena, alaggio e varo, anti anti-vegetativa e riparazioni la spesa minima è di circa 1.500 euro.
Concludendo per vivere in barca in due persone occorre disporre di un “budget” di circa 20.000 euro all’anno. Cosa non difficile per una coppia che disponga di due discrete pensioni o della rendita derivante dalla locazione di qualche immobile. Non per nulla la maggior parte dei giramondo di questo tipo sono coppie di mezza età che finalmente dopo avere tanto sognato finalmente realizzano la loro felicità.
David Ingiosi
Appassionato di vela e sport acquatici, esperto di diporto nautico, ha una lunga esperienza come giornalista professionista per testate nazionali e internazionali.
3 commenti
Paolo
Bellissimo l’articolo ! In effetti quel “cassetto dei sogni” lo tengo socchiuso, prima o poi mollerò gli ormeggi e tanti saluti a tutti!! So già che mi ci vorranno ancora 4-5 anni prima di farlo ma mi preparo con calma, voglio approfondire la conoscenza di ogni dettaglio della mia adorata prima di sentirmi pronto….
Buon vento a tutti!!
Paolo
paolo
Non posso che allinearmi con il mio omonimo che mi ha preceduto. Anche io ci sto lavorando, e sto aspettando con ansia di poter togliere gli ormeggi. Concordo pienamente che l’aspetto economico è la prima scusa che viene utilizzata, ma raramente è davvero quello il freno che ci tiene a terra.
David
Grazie per l’articolo, davvero molto interessante!