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Navigare di notte: ecco come preparare sé stessi e la barca

– 15 Dicembre 2021 – Vita a bordo

Vita a bordo

Navigare di notte: ecco come preparare sé stessi e la barca

Navigare di notte significa freddo, stanchezza e soprattutto tensione. Le prime volte è anche una sfida tra la curiosità di quell’orizzonte nero e la paura di quel buio fitto che circonda la barca. Per vivere al meglio questa esperienza e tutte le intense sensazioni che comporta, come sempre accade in mare, dobbiamo prepararci. Preparare cioè noi stessi e il mezzo a bordo del quale navighiamo.

Leggi anche: Come cambiare le vele di notte

Navigare di notte

Predisporre i turni di guardia notturni

La preparazione alla navigazione notturna inizia prima del tramonto, quando ancora c’è la luce a facilitarci il lavoro. Per prima cosa si predispongono i turni di guardia. La loro lunghezza e frequenza dipende dal numero delle persone di equipaggio ma in ogni caso, soprattutto se si è in equipaggio ridotto, è bene non predisporre turni troppo, diciamo lunghi superiori alle 3 ore. In condizioni di tempo buono, è sufficiente che stia di guardia in pozzetto una sola persona. Il secondo, ossia la cosiddetta “guardia franca”, può rimanere in quadrato al caldo, ma vestito di tutto punto, pronto a uscire in coperta in caso di manovra. Il resto dell’equipaggio invece si dedica al riposo in vista dei turni successivi.

Navigare di notte

Ridurre le vele navigando di notte

Altro fattore essenziale è l’assetto della barca. Prima di tutto controlliamo e chiudiamo tulle le prese a mare e gli osteriggi di scafo e coperta. Poi se si naviga a vela, a meno di condizioni meteomarine davvero buone e stabili, di solito è bene ridurre la tela. Certo la velocità diminuisce, ma guadagniamo tanto sul piano della sicurezza. Di notte infatti si percepiscono più lentamente le variazioni dello stato del mare, soprattutto se si naviga con andature portanti. Inoltre ci sono meno persone pronte alla manovra e lavorare con il buio è più complicato.

Navigare di notte

Sgombrare la coperta prima che faccia notte

In coperta tutto deve essere in ordine: cime addugliate, parabordi rizzati, attrezzature di ogni genere riposte e fissate. La jack-line, ossia il cavo fissato da poppa a prua dove agganciarsi con il moschettone, deve essere sempre armata prima che arrivi la notte. In pozzetto devono esserci a disposizione della guardia alcune cose fondamentali: una torcia, un binocolo, luci di via portatili di emergenza e possibilmente, per evitare il via vai dal quadrato, acqua e qualche snack o frutta. Va benissimo anche un thermos preparato prima con un caffè o un thè. Da evitare invece alcolici e superalcolici. Bevuto un buon bicchiere di vino a cena è inutile, anzi dannoso, cercare di riscaldarsi con il famoso grappino. Otterremmo l’effetto opposto. L’alcol infatti è un vasodilatatore e dopo una prima sensazione di calore, questo si disperde più velocemente.

Navigare di notte

Anticipare la cena, per godersi la notte

Anche la cena dell’equipaggio è bene prepararla prima di una navigazione di notte. A meno che non ci sia mare troppo mosso e non si preferisca risolvere con qualche panino o uno snack veloce, la cena è sempre un appuntamento piacevole durante le lunghe navigazioni, quindi è un peccato rinunciarvi. È sufficiente prepararla prima dell’inizio dei turni, in modo che quando una parte dell’equipaggio è a riposo non ci sia nessuno che debba rassettare in quadrato. Se si naviga a vela, è necessario poi iniziare la notte con le batterie di bordo sempre ben cariche. Dare motore per ricaricarle significa infatti impedire il fondamentale riposo all’equipaggio che non è di turno.

Navigare di notte

Mettersi in sicurezza, soprattutto di notte

Dopodiché chi resta in coperta indossa il salvagente e si aggancia alla jack-line. Di notte, anche a motore e con mare piatto, essere legati è da considerare una fondamentale misura di sicurezza. Recuperare un uomo in mare è già difficile di giorno, figuriamoci di notte quando è pressoché impossibile vedere una persona caduta in acqua già dopo qualche secondo. Se poi ci sono 30 centimetri di onda le probabilità di recupero sono praticamente nulle. La zattera di salvataggio deve essere facilmente raggiungibile e non seppellita sotto quintali di attrezzature in fondo a un gavone. I tempi di esecuzione di notte per qualsiasi procedura di emergenza sono mediamente più lunghi. Ricordarsi delle dotazioni di sicurezza che devono essere controllate e riposte in un luogo facilmente raggiungibile. Il Vhf acceso e sul canale 16.

Di notte in barca ripararsi dal freddo

Di notte il freddo è uno dei nemici principali. Va da sé che ci si deve coprire bene e ben prima di avvertire il freddo. Per cercare di aumentare il comfort di bordo, l’equipaggio di guardia può anche trascorrere di vedetta il suo turno al riparo sotto la cappottina, ma attenzione a non abusare del pilota automatico. Prima di tutto per un consumo di batterie e poi perché la mancanza di operatività abbassa la soglia di attenzione e combattere il sonno diventa più difficile.

Cambio vele notturno in sicurezza

Studiare fari e fanali della zona

Per quanto riguarda le luci, prepararsi alla notte significa controllare prima del buio che tutto funzioni e avere a bordo lampadine di riserva e, se possibile, avere un set di luci di via di emergenza a batteria. Le luci da accendere sono le luci di via, la verde di dritta e la rossa a sinistra e la bianca sulla poppa. Dobbiamo farlo al tramonto, quindi l’orario varia con le stagioni, e spegnerle all’alba. Se si naviga a motore su una imbarcazione a vela si deve accendere anche la luce bianca che si trova in testa d’albero e che copre il settore di 225 gradi verso prua. Tutte le altre luci si devono tenere spente per non compromettere la visione notturna del timoniere. Oltre ad avere sul tavolo da carteggio la carta relativa alla zona in cui ci troviamo, se stiamo navigando vicino alla costa dobbiamo avere individuato in precedenza i fari e fanali che incroceremo e magari esserci segnati a matita sulla carta con caratteri grandi il loro periodo e, in base alla loro portata, potremmo tratteggiare con un compasso il cerchio entro il quale teoricamente potremmo avvistarli. In questo modo, tutto è più visibile a prima vista.

 

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