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Navigare sotto costa in Italia: regolarsi con distanze e regole

– 7 Marzo 2025 – Vita a bordo

Vita a bordo

Navigare sotto costa in Italia: regolarsi con distanze e regole

Quando si naviga in acque italiane, è fondamentale tenere a mente che in tema di distanza dalla costa quando si tratta di ormeggiare e transitare non esiste una legge univoca valida per ogni tratto di mare. La ragione? Ogni Capitaneria di Porto ha il potere di stabilire le proprie regole, creando un vero e proprio mosaico normativo. Ecco perché informarsi è il primo passo per una navigazione serena e senza sorprese, visto che ormeggiare o ancorare troppo vicino alla riva può costare caro agli equipaggi, e non solo in termini economici.

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Il Codice della Nautica e i principi generali

Il Codice della Nautica, pur definendo i limiti massimi di navigazione (6, 12 miglia o senza limiti), non specifica le distanze minime dalla costa. Queste infatti sono demandate alle ordinanze locali che vengono emanate dalle Capitanerie di Porto. Tali ordinanze, che hanno valore di legge, hanno l’obiettivo di tutelare sia la sicurezza dei bagnanti e dei subacquei, sia la possibilità di ancorare in sicurezza.

Quindi, come comportarsi quando ci si avvicina a una costa sconosciuta? Il consiglio principale è uno: informarsi. Prima di gettare l’ancora o avvicinarsi troppo alla riva, è essenziale conoscere le ordinanze specifiche di quel tratto di mare. Questo significa consultare i siti web delle Capitanerie di Porto, chiedere informazioni ai porti turistici locali, o utilizzare app di navigazione che riportano le zone con limitazioni.

 

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Distanze minime tra spiagge e scogliere

In linea di massima, la distanza minima dalla costa varia tra i 100 e i 500 metri, a seconda della conformazione del litorale. Ovviamente, ci si dovrà tenere più lontani dalle spiagge affollate, mentre ci si potrà avvicinare un po’ di più alle scogliere rocciose. L’obiettivo è sempre lo stesso: evitare collisioni con nuotatori e garantire la sicurezza di tutti. Per le moto d’acqua, le regole sono ancora più stringenti, con distanze minime più elevate e limiti di allontanamento dalla costa.

Anche la possibilità di ancorare è soggetta a regole locali. In alcuni casi, potrebbe essere vietato ancorare a meno di 200 metri dalla costa, anche in zone apparentemente isolate. Prima di buttare l’ancora, è sempre bene controllare la posizione con il Gps e verificare la profondità con l’ecoscandaglio, per evitare multe salate.

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Cosa rischi se sbagli: le sanzioni per i trasgressori

Chi non rispetta le distanze minime dalla costa rischia sanzioni amministrative non indifferenti. Le multe variano a seconda del tipo di imbarcazione, partendo da un minimo di 103 euro per i natanti e arrivando fino a oltre 1.000 euro per le imbarcazioni più grandi.

Navigare in sicurezza significa prima di tutto rispettare le regole, ma anche essere consapevoli dei propri diritti. In caso di contestazioni sulla distanza dalla costa, è sempre possibile presentare un ricorso scritto, facendo valere le proprie ragioni.

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