La pesca a traina in barca a vela e altre tecniche per pescare in crociera
La pesca a traina in barca a vela. Durante la stagione estiva, dopo il maltempo, le piogge e le mareggiate, i pesci sono ormai nel loro pieno ciclo vitale. È proprio questo il momento ideale, quindi, per dedicarsi alla pesca. Per coloro che se ne vanno in crociera in barca a vela quale occasione migliore allora per tirare a bordo lucci, cefali, spigole, occhiate e tonni?
Pescare in barca è sempre una festa perché oltre a vivacizzare la giornata di navigazione contribuisce ad arricchire il menù del giorno. Certo, non tutti i velisti sono anche bravi pescatori ma sicuramente su quasi tutti i cabinati a vela che si noleggiano per il charter stivati in qualche gavone ci sono una lenza e qualche amo con cui praticare la pesca alla traina. La barca a vela, infatti, per sua natura, date le velocità contenute, si presta a questo tipo di pesca. Certo, manovrando le vele non è proprio facilissimo tenere un’andatura regolare, tuttavia è proprio la velocità dello scafo a selezionare il tipo di preda che può essere catturata.
Per togliersi qualche soddisfazione a bordo con amo e filo bisogna tenere conto di una serie di parametri tecnici che con il tempo diventano familiari: temperatura dell’acqua, marea, correnti, fasi lunari, ma aiuta molto anche conoscere le varie specie ittiche e soprattutto utilizzare l’attrezzatura giusta.
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Regola numero 1: mai sottovalutare la preda
La prima cosa da non sottovalutare quando si pesca sono proprio loro, le prede. Quasi tutti i pesci infatti sono molto astuti, veloci e hanno una sensibilità molto accentuata: percepiscono odori, rumori e movimenti già da piccoli e più crescono più migliorano queste doti. Anche per tale ragione però è bello cimentarsi con questa sfida e con la pratica, la pazienza e l’esperienza anche noi diventeremo dei pescatori più abili.
Il kit da pesca del velista: canne e mulinelli
La pesca a traina in barca a vela. Per godere appieno di questa attività oltre alla classica bobina di filo avvolta su una tavoletta di sughero vale la pena imbarcare qualche attrezzatura un po’ più evoluta. L’ideale è dotarsi di una canna adeguata e un mulinello. La canna infatti è in grado di ammortizzare la tensione sulla lenza e gli strattoni che provoca la navigazione a vela, inoltre la sua oscillazione e il rumore della frizione del mulinello sono un efficace segnale che la preda ha abboccato. Altro vantaggio del mulinello è che permette di recuperare agilmente anche grosse prede: regolando infatti la forza della frizione del mulinello si può lascare la lenza se se il pesce tira troppo evitando la rottura del filo e quindi assecondando i guizzi del pesce.
La canna da pesca è costituita da due elementi, il manico e il fusto ed è classificata in base alla sua potenza espressa in libbre. I materiali più usati sono la fibra di vetro, il carbonio e la grafite. Se si vogliono contenere le spese ci si può dotare di una canna di fibra di vetro con potenza dalle 30 alle 50 libbre di lunghezza compresa tra 1,60 e 2,10 metri. Il mulinello deve essere dimensionato alla canna. Tra i vari modelli meglio orientarsi su una bobina rotante, meno veloce di quella fissa, ma più potente. La potenza del mulinello è indicata da un numero seguito da uno 0 (il 6/0 per esempio è adatto per una canna da 50 libbre).
Le lenze da usare: lunghezza, spessore e colore giusto
Anche di lenze ce ne sono molti tipologie, secondo lo scenario di pesca in cui si lavora. Le misure del filo sono espresse in centesimi di millimetro e indicate sulla bobina insieme al carico di rottura. Per la traina in mare si può usare come lenza principale un monofilo trasparente di nylon o fluoro carbon da 0,60 o una treccia in dacron con anima piombata. A questa va collegato un terminale di una decina di metri di nylon in genere di dimensioni inferiori (diametro da 0,20 per mare calmo e da 0,25 con mare mosso) e l’unione va effettuata con una “girella” per evitare che la rotazione dell’esca si trasmetta a tutta la lenza.
La pesca a traina in barca a vela. Per quanto riguarda il colore del nylon per realizzare i terminali è esclusivamente neutro, mentre per la lenza madre è a discrezione del pescatore. In genere è meglio utilizzare colori accesi e ben visibili in modo da riuscire a individuare facilmente la direzione della lenza. Ai fini della cattura sarà invece ininfluente scegliere un colore rispetto a un altro perché la parte che dovremo rendere invisibile all’occhio del pesce sarà il terminale.
Pesca alla traina: tutti i trucchi
Se le condizioni meteo lo permettono si può approfittare dei piccoli trasferimenti a vela sotto costa per dedicarsi alla traina costiera, mentre se ci si allontana dalla terraferma praticando lunghe navigazioni allora la traina d’altura darà grandi soddisfazioni. Come esche nel primo caso si possono utilizzare piccoli rapala o cucchiaini piombati, oppure predisporre esche più complesse, come per esempio 8-9 piume con un cucchiaino al termine. Le piumette avranno all’interno un robusto amo del 4 o del 6, in base alle misure dei pesci presenti nella zona di mare interessata. Questa esca potrà essere calata in acqua tra i 40 e i 600 metri dalla costa e va filata a poppa della barca. Quando l’ultimo degli ami a noi più vicino sarà in mare lo allontaneremo dalla poppa per 40-70 metri.
La pesca a traina in barca a vela. Questa attrezzatura va trainata a 3-4 nodi muovendola costantemente con la mano e tirandolo e lasciandolo andare in modo da simulare l’accelerazione di un piccolo pesce in fuga. Con questa semplice tecnica di traina si possono pescare piccole ricciole, lucci di mare e gustosi tonnetti.
La traina d’altura, che soddisfazione!
Nella traina d’altura il primo elemento a variare è la velocità della barca: l’ideale è tra i 4 e gli 8 nodi. Poi cambiano le dimensioni delle esche che aumentano di molto per permettere di essere avvistate e sentite dai pesci di grande taglia. L’ideale come esca sarebbe un rapala da 14 centimetri a testa rossa al quale aggiungere un piombo a sigaretta da 80-120 grammi bloccato da un girella in inox con salvanodo a 10 metri di distanza dal rapala per favorirne l’affondamento e creare bolle d’aria che incuriosiscono i pesci. Nel caso si utilizzi una doppia canna si possono tenere a distanze variabili: la prima a 80 metri dalla poppa, mentre la seconda a 150-17o metri in scia.
La pesca a traina in barca a vela. Oltre a canne, mulinelli, esche e lenze, nel perfetto kit da traina del velista-pescatore non può mancare un guadino per recuperare le prede, uno slamatore, un coltello multiuso e ricambi vari da conservare in una di quelle apposite cassette multi scomparto. Può essere utile anche procurarsi un reggicanna da fissare alla battagliola della barca.
Dopo ogni battuta di pesca infine è bene prendersi cura della propria attrezzatura. Il sale infatti secca e rovina le nostre lenze, oltre che il mulinello e le canne da pesca. Si consiglia quindi di sciacquare sempre il filo del mulinello con acqua dolce facendolo scorrere su uno straccio per asciugarlo. Inoltre è sempre bene pulire con un panno umido il mulinello e sciacquare la canna.
David Ingiosi
Appassionato di vela e sport acquatici, esperto di diporto nautico, ha una lunga esperienza come giornalista professionista per testate nazionali e internazionali.