Consigli per essere diportisti davvero ecocompatibili
Diportisti ecocompatibili. Che i mari del mondo, Mediterraneo compreso, sono in pericolo è sotto gli occhi di tutti. Solo in Italia riversiamo al largo e sottocosta circa mezzo milione di rifiuti plastici. Gli oceani del pianeta sono soffocati da sversamenti di carburante, oli esausti, immondizia di ogni tipo e soprattutto microplastiche. I diportisti, così come i surfisti, i pescatori e tutti coloro che vivono in prima persona questo ambiente naturale per sport o per diletto sono i primi testimoni di questa catastrofe, ma sono anche coloro che con un minimo di impegno possono collaborare alla salvaguardia del pianeta.
Chi viaggia in barca a vela sa bene quanto questo mezzo sia uno dei più ecologici e a minore impatto ambientale. Ma solo se la si usa bene e se si naviga informati sulle possibili ripercussioni ambientali di alcune azioni, apparentemente innocue, che al contrario possono essere devastanti. Ogni membro dell’equipaggio infatti quando utilizza la barca, sia in navigazione che durante le soste in porto o in rada, dovrebbe compiere la propria parte per preservare l’ambiente circostante e difenderlo dall’inquinamento. Ecco allora una serie di consigli per trasformare la nostra crociera in un’esperienza a impatto zero.
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Regola numero 1: sfruttare il vento
Diportisti ecocompatibili. Una barca a vela durante una crociera o un trasferimento dovrebbe sfruttare al massimo gli elementi, in particolare vento e correnti. Ogni equipaggio prima di mollare gli ormeggi ha a disposizione centinaia di siti meteo, carte sinottiche aggiornate, bollettini della Guardia Costiera, applicazioni sul proprio smartphone per conoscere l’evoluzione meteorologica e sapere esattamente dove soffia il vento. Sulla base di queste informazioni può allora pianificare una rotta adeguata che limiti al minimo l’utilizzo del motore e permetta di navigare esclusivamente a vela. Per rendere la navigazione a vela ancora più efficiente anche nelle brezze leggere si possono utilizzare piani velici più efficienti e vele ad alte prestazioni, come per esempio il Code 0 o il Parasailor.
Rifiuti: ridurre, differenziare e riciclare
Negli oceani del pianeta, ma anche in Mediterraneo vengono continuamente scoperte isole intere formate da rifiuti, la cui estensione è incalcolabile. I pesci e le piante marine sono le prime vittime di questo inquinamento tanto che tartarughe, cetacei e piccoli pesci si cibano ormai costantemente di plastica e rifiuti. Gli studi ambientali calcolano che di questo passo nel 2050 avremo più sacchetti in mare che pesci. Per ridurre il nostro impatto ambientale in barca è assolutamente vietato gettare rifiuti non biodegradabili in mare. Basta metterli da parte e una volta in porto si possono differenziare negli appositi punti di raccolta. Bisognerebbe anche evitare che eventuali buste di plastica e salviette lasciati in coperta siano spazzate via da un colpo di vento. Rifiuti speciali come oli esausti, bottiglie di vetro, lattine, batterie e medicinali andrebbero collocati in un gavone apposito pronto per essere smaltito una volta a terra. È importante anche cercare di riciclare confezioni, imballaggi e ogni oggetto di uso comune prima di disfarsene.
Energia elettrica: ridurre i consumi
Diportisti ecocompatibili. Una delle risorse più critiche a bordo che impatta anche sull’ambiente è l’energia elettrica. Più aumenta il fabbisogno giornaliero di ampère infatti più è necessario tenere accesi propulsori e generatori per ricaricare le batterie. Per limitare al minimo i consumi elettrici bisognerebbe istruire l’equipaggio su come utilizzare al meglio le utenze di bordo (luci, monitor, radio Vhf, salpancora, etc.), conoscerne il loro funzionamento ed evitare errori grossolani. Il frigorifero per esempio è uno dei componenti che succhia più energia. Un suo utilizzo corretto al fine di risparmiare preziosi ampère dovrebbe essere quello di aprirlo il meno possibile, tenere aperto lo sportello solo per lo stretto necessario e soprattutto non spegnerlo di notte per evitare picchi di consumo al momento della riaccensione.
Un altro componente che assorbe grandi quantità di elettricità è il salpancora. Anche in questo caso tuttavia ci sono degli accorgimenti per ridurne i consumi quotidiani. Un salpancora elettrico che ala una catena che si trova a piombo sotto la prua, dovrà issare solo il peso della catena, mentre lo stesso verricello che tira a bordo la catena prima che questa sia a piombo sotto la barca, dovrà issare sia il peso della catena, sia sforzarsi per trascinare la barca che avanza verso l’ancora. In questo caso l’assorbimento di energia sarà inevitabilmente maggiore. Un altro modo per limitare i consumi di energia a bordo è quello di dotare la barca di luci a led. Queste ultime sono piccole, efficienti, consumano pochissima energia, durano più a lungo e non hanno praticamente bisogno di manutenzione.
Acque nere e grigie: smaltire come dice la legge
Diportisti ecocompatibili. Su ogni barca ci sono materiali poco amici dell’ambiente. Per esempio i liquami biologici del wc. In gergo marinaresco si chiamano “acque nere” e il loro corretto smaltimento è oggetto di specifica normativa. La legge italiana non vieta in assoluto lo scarico delle acque nere in mare, ma lo vincola a determinate condizioni: la Direttiva del Ministero dell’Ambiente del 29 luglio 2005 dispone infatti il divieto di effettuare scarichi dei servizi igienici per le unità da diporto in prossimità delle zone balneari, nelle acque portuali, negli approdi e presso gli ormeggi dedicati alla sosta. Quando invece l’imbarcazione è al largo, si deve rispettare l’obbligo di smaltire i liquami “trattati” chimicamente oltre le 3 miglia dalla costa, mentre quelli “non trattati” oltre le 12 miglia. L’ideale sarebbe dotare la propria barca di appositi contenitori posti in prossimità del wc che permettono di conservare a bordo i liquami per poi consegnarli al momento opportuno ai porti attrezzati.
Motore, carburante e rifornimenti: evitare sprechi
Diportisti ecocompatibili. L’utilizzo del motore su una barca da diporto compromette sicuramente la salute degli oceani, anche se in misura minore rispetto alle navi. Il vero pericolo sono gli sversamenti accidentali in mare di gas, olio e carburante che uccidono pesci, piante acquatiche e uccelli e risultano molto difficili da smaltire. Su una barca a vela bisogna allora ridurre al minimo l’utilizzo del propulsore, ossia solo per le manovre in porto o gli ancoraggi in rada, così come per controllare la barca nelle situazioni critiche o nelle emergenze. Altro accorgimento che riduce il nostro impatto ambientale è durante i rifornimenti di carburante: occorre per esempio conoscere l’esatta capacità del serbatoio ed evitare di riempire “a tappo” il serbatoio con possibili sgocciolamenti. Sarebbe bene poi utilizzare un panno assorbente per raccogliere eventuali gocce di gasolio mentre si tiene in mano la manichetta del carburante e infine controllare che non ci siano perdite o fessure nel serbatoio o nelle taniche di scorta.
Un’alternativa ancora più ecosostenibile è quella di dotare la propria barca di un propulsore elettrico, puro o ibrido, con una serie di indiscutibili vantaggi: meno inquinamento, zero emissioni di fumo e sostanze oleose, nessun rumore, libertà di accesso nelle aree marine protette, etc.
Saponi e detersivi: usare solo quelli “bio”
Una componente da non sottovalutare dell’inquinamento dei mari sono i saponi e i detersivi. Arrivano soprattutto dagli scarti delle grandi produzioni industriali riversati nei fiumi e dai lavaggi abusivi e sciagurati delle navi al largo. Ma anche a bordo di una piccola barca da diporto è possibile ridurre l’impatto di questi prodotti su pesci e fauna marina. Per l’igiene personale l’equipaggio può utilizzare appositi saponi “green”, ossia a base di sostanze di origine naturale altamente biodegradabili che rispettano il mare. Saponi marini specifici e biodegradabili esistono anche per fare il bucato e lavare i piatti. Se poi dovete pulire la barca, potete fare a meno dei detergenti, ma semplicemente ricorrere a svariate taniche di acqua dolce, qualche spugna e olio di gomito. Tuttavia, se desiderate fare le cose per bene ed usare dei veri e propri saponi, esistono varie alternative verdi ed eco-sostenibili al posto dei classici detergenti, adatte anche alla pulizia della vostra barca.
Diportisti ecocompatibili. Un ultimo consiglio riguarda la crema solare. Tutti vogliamo proteggere la nostra pelle dai raggi UV, ma è bene scegliere con cura il prodotto. Olii e creme solari infatti, specie se particolarmente grassi, possono avere delle serie ripercussioni sull’ambiente marino. Vengono a contatto con l’acqua quando, dopo esserci spalmati per bene il corpo, ci tuffiamo per fare un bagno. Pertanto è sempre importante controllare gli ingredienti delle lozioni e in tal caso rivolgersi ad alternative sostenibili.
Ancoraggio: preservare le posidonie
Diportisti ecocompatibili. Anche durante le soste in una baia possiamo adottare un comportamento di salvaguardia dell’ambiente. In particolare dei fondali evitando per esempio di aggredire selvaggiamente con la nostra ancora la flora e la fauna che vi abitano. L’ancora e la catena con i loro movimenti continui causati da vento, correnti e moto ondoso possono infatti avere un forte impatto su questi organismi. A farne le spese maggiori sono soprattutto le praterie di posidonia, una pianta marina che non solo costituisce una fonte di nutrimento per pesci e crostacei, ma produce ossigeno e protegge i litorali sabbiosi e le coste dall’erosione. L’ancora di un cabinato a vela calata su un fondale di posidonia è in grado di distruggere fino a 34 fasci di piante, ovvero circa un metro quadrato. Prima di gettare l’ancora diamo allora un’occhiata accurata ai fondali e se ci sono piante di posidonia cerchiamo un altro posto per la sosta.
David Ingiosi
Appassionato di vela e sport acquatici, esperto di diporto nautico, ha una lunga esperienza come giornalista professionista per testate nazionali e internazionali.