Arenamento e incagli, il vero pericolo per i velisti
Arenamento e incagli. Il buon marinaio teme il maltempo e lo evita; ma soprattutto ha paura di scogli, secche e bassi fondali che sono uno dei pericoli maggiori per chi va in barca a vela. Come comportarsi nel caso in cui la nostra barca durante la crociera s’incagli? Bisogna distinguere tra incaglio e arenamento. L’incaglio tra rocce e scogli è pericoloso perché nell’urto si possono aprire falle nello scafo. In genere è un sinistro raro ed è dovuto a un’avaria al timone o al motore o ancora a un errore di navigazione o a un colpo di sonno del timoniere. In caso di arenamento al contrario l’urto con il fondale è meno traumatico per lo scafo dato che la barca rallenta piano fino a bloccarsi.
Vediamo allora come agire di fronte a una tale situazione, quali manovre porre in essere per liberare la barca in sicurezza e come ridurre al minimo le occasioni di incaglio e arenamento.
Come affrontare arenamento e incaglio
Dopo l’urto, verificare la presenza di falle
Arenamento e incagli. Subito dopo l’incaglio vanno verificate le condizioni dell’equipaggio, quindi va spento il motore e ammainate le vele. Dopodiché va eseguita un’attenta ispezione allo scafo, in particolare all’altezza del bulbo, per verificare la presenza di eventuali falle. Queste andrebbero immediatamente otturate con gli appositi tappi turafalle; oppure con uno stucco a presa rapida o ancora con qualsiasi cosa possa servire per arrestare il flusso d’acqua. Altro consiglio è di chiudere tutte le prese a mare.
Quando la situazione è sotto controllo occorre quindi ragionare sulle manovre da porre in essere per tirarsi fuori dei guai, anche valutando la possibilità di sfruttare i cambi di marea e di alleggerire lo scafo vuotando per esempio i serbatoi dell’acqua o sbarcando alcuni membri dell’equipaggio sul tender di servizio.
Come liberare lo scafo con il tonneggio
Se la barca si è incagliata senza inclinazione, occorre “tonneggiare” come si dice in gergo marinaresco, ossia creare uno “sbandamento” dello scafo con qualsiasi mezzo a disposizione. Nel caso di un piccolo cabinato a vela potrebbe risolvere rapidamente il problema lasciando il boma e posizionando, all’estremità dello stesso, una o più persone dell’equipaggio per fare peso. In questo modo, facendo leva con il boma, si favorisce lo sbandamento dell’imbarcazione.
Arenamento e incagli. In alternativa, per scafi anche più grandi, si può passare una drizza in testa albero e poi con il tender o un’altra imbarcazione tirare la barca da un lato avendo cura di coordinarsi con l’equipaggio del mezzo di soccorso dato che ogni manovra errata po’ causare più danni di quelli causati dall’incaglio. Al minimo movimento della barca, si aprono le vele o si accende il motore e ci sia allontana il più possibile dai bassi fondali.
Richiesta di soccorso e normativa sulla ricompensa
Arenamento e incagli. Un altro sistema per liberarsi è quello di tonneggiare la barca legando una cima all’ancora e calando quest’ultima a circa 30 metri dalla barca con l’aiuto del tender. Si procede a tali operazioni solo se le condizioni meteorologiche sono favorevoli. Viceversa con maltempo e mare formato meglio indossare i giubbotti di salvataggio; e mettere in mare il tender di servizio assicurandolo allo scafo e prepararsi ad abbandonare anche temporaneamente l’imbarcazione.
Un’osservazione importante nel caso in cui si faccia richiesta di soccorso a un’altra imbarcazione per liberare lo scafo dall’incaglio o dall’arenamento. Le leggi che regolano il diporto nautico prevedono delle particolari disposizioni che danno diritto alla barca che presta soccorso a cospicue ricompense commisurate in base al valore dello yacht in difficoltà. Prima di ricevere aiuto, quindi, lo skipper della barca incagliata o arenata deve discutere con i soccorritori al fine di concordare un’eventuale cifra ragionevole e giusta.
Studiare le carte e tenere l’equipaggio in allerta
Per evitare l’incaglio o l’arenamento quello che è importante è agire d’anticipo pianificando la rotta, studiando le carte nautiche e portolani, in particolare le linee batimetriche, e utilizzare gps, chart plotter e solcometro soprattutto in caso di navigazioni notturne. Importanti sono anche le escursioni di marea. Oltre a fare affidamento sui dispositivi tecnologici, quando si naviga in acque sconosciute, soprattutto in prossimità della costa, è bene condividere tutte le informazioni sulla navigazione; e i possibili rischi con l’equipaggio e se è il caso navigare anche a vista con una vedetta a prua.
David Ingiosi
Appassionato di vela e sport acquatici, esperto di diporto nautico, ha una lunga esperienza come giornalista professionista per testate nazionali e internazionali.