Noleggio Barche
Miglior prezzo garantito
I vantaggi per i nostri clienti
Testimonianze
Contatti
marenauta®
noleggio barche, un nuovo modo per vivere il mare
Sign out?
+39 0112171011
Contattaci per qualunque motivo!
  
Marenauta Blog
il blog del mare

Capi tecnici da barca: quale cerata portare in crociera?

– 16 Settembre 2020 – Vita a bordo

Vita a bordo

Capi tecnici da barca: quale cerata portare in crociera?

Capi tecnici da barca. Vento, freddo e umidità sono gli immancabili compagni di viaggio di chi parte per una crociera a vela e impongono un abbigliamento adatto: capi specifici, resistenti al salino, in grado di proteggere il corpo e nello stesso tempo essere funzionali alla vita in barca. Il capo più importante è senza dubbio la cerata indispensabile nella stagione fredda e utile quando il vento rinforza o nell’umidità della notte. Vediamo quali caratteristiche deve avere e quali modelli scegliere.

La perfetta tenuta stagna è la caratteristica principale che si chiede a questo importante indumento. Oggi le cerate vengono realizzate con tessuti sintetici trattati, un po’ come una volta, con sostanze dalle proprietà idrorepellenti. La resistenza all’acqua di una cerata viene di solito espressa in millimetri che rappresentano l’altezza della colonna d’acqua cui il tessuto è in grado di resistere (secondo specifici test di laboratorio) prima di lasciare passare il liquido.

Oltre al tessuto principale l’impermeabilità deve essere garantita anche nelle parti deboli, come le cuciture e le cerniere lampo di chiusura. Queste ultime dovrebbero essere di plastica dura anticorrosione, apribili sia verso l’alto che verso il basso e protette da un lembo della stessa cerata chiudibile con una striscia di velcro. Le cuciture invece dovrebbero essere incollate, o meglio ancora saldate a caldo per evitare infiltrazioni d’acqua.

Leggi anche: Come Vestire Chic in Barca senza Rinunciare alla Libertà

Photo Credits: Musto.

Gore-tex: i micropori che traspirano

Capi tecnici da barca. Una cerata completamente stagna tuttavia non serve a nulla se non è in grado di fare “respirare” il corpo. L’acqua che non riesce a penetrare dall’esterno, infatti, viene compensata dal sudore e soprattutto dalla condensa che si formano sotto il tessuto e che non traspirando si raffreddano e finiscono con l’assorbire il calore della pelle. Effetto che naturalmente si moltiplica nel caso si sia impegnati alle manovre con le vele.

Per questo motivo da qualche anno nei capi per la nautica vengono utilizzati tessuti multistrati, nati per l’alpinismo e collaudati per la vela nelle regate d’altura, cosidetti “traspiranti” come il Gore-tex. Si tratta di filati dotati di micropori che lasciano passare dall’interno all’esterno le molecole d’acqua della traspirazione e bloccano invece il passaggio dell’acqua in senso inverso garantendo così l’impermeabilità. Inoltre per impedire che i micropori siano occlusi da agenti grassi, la membrana intermedia riceve un trattamento chimico olio-repellente. I tessuti microforati consentono anche una migliore elasticità del capo che risulta più comodo e favorisce la libertà di movimento.

Vestirsi “a cipolla” per mantenere il calore

Tra lo strato esterno che protegge dagli agenti atmosferici e quello interno che trasferisce la traspirazione, dovrebbe poi esserci uno strato termico, quello cioè che consente di trattenere il calore sviluppato dal corpo. Quest’ultimo attualmente è realizzato in fibra di poliammide, di polipropilene o di poliestere, tipo il pile. Lo spessore totale di questa giacca multistrato, che riprende il classico principio di protezione “a cipolla” sempre valido, dovrebbe essere scelto in base al periodo, ai luoghi e al tipo di navigazione che s’intende effettuare.

Capi tecnici da barca. Per una navigazione costiera con bel tempo, è sufficiente una cerata medio-leggera, mentre per una navigazione d’altura nelle stagioni invernali è meglio orientarsi su un capo a protezione totale, con una buona imbottitura, che asciughi velocemente e che sia in grado di “respirare”.

Capi tecnici da barca
Photo Credits: Helly Hansen.

Cappuccio, polsi chiusi: l’acqua entra da lì

Capi tecnici da barca. Fondamentale è la protezione di testa e collo. Il cappuccio deve circondare completamente la testa, essere sufficientemente largo per indossare anche un ulteriore copricapo, regolabile in profondità, altezza e contorno del viso mediante cordoncini autoserranti e infine dovrebbe essere premodellato con una apertura frontale che consenta una visibilità di almeno 180 gradi. In caso di navigazione con bel tempo, inoltre, dovrebbe potere rientrare comodamente nel colletto, anche questo abbastanza alto in modo da proteggere le orecchie. Il bavero per il collo deve essere alto (almeno fino al naso) in modo da difendere da vento e spruzzi gran parte del viso, e possibilmente foderato con materiale termico non assorbente.

Anche sui polsi la giacca cerata deve garantire la massima protezione dagli agenti esterni. Di solito le cerate moderne hanno una doppia chiusura: una interna in lattice o in neoprene a chiusura elastica che mantiene il calore corporeo e una esterna in tessuto impermeabile con chiusura regolabile in velcro. L’effetto stagno in questo modo è garantito. Utili sono anche le tasche, due come scaldamani sul petto, meglio se con imbottitura in pile rovesciabile all’esterno per una veloce asciugatura, e due più grandi con appositi fori per favorire la fuoriuscita dell’acqua.

Capi tecnici da barca

Niente lacci e fibbie che a bordo s’impigliano

Capi tecnici da barca. Importante anche il fattore sicurezza: efficace la presenza di bande retroriflettenti su spalle, cappuccio e maniche, per favorire la visibilità anche in condizioni di luce scarsa, così come la possibilità di indossare sulla cerata un giubbotto salvagente o avere una cintura incorporata. Da tenere in considerazione anche l’ergonometria della giacca, ovvero il taglio lineare, l’assenza di lacci, fibbie, anelli o cuciture, in grado di “impigliarsi” involontariamente nelle manovre o nelle sporgenze di bordo. Una cerata che si rispetti dovrebbe inoltre essere resistente alle abrasioni e all’usura, comoda (meglio una taglia in più) e facile da indossare e sfilare.

Capi tecnici da barca
Photo Credits: Zhik.

Pantaloni impermeabili e facili da infilare

Più funzionali quelli a salopette. I pantaloni sono un elemento importante della “divisa” del velista. Complemento naturale della giacca cerata, in realtà si utilizzano più spesso di quest’ultima, quindi la scelta deve orientarsi su un capo resistente, comodo e in grado di proteggere efficacemente le gambe e il corpo degli agenti atmosferici. I migliori sono quelli a salopette, abbastanza alti in modo da coprire stomaco e parte del torace, e dotati di bretelle regolabili o comunque in tessuto elastico.

Capi tecnici da barca. Quanto all’impermeabilità vale lo stesso discorso della giacca cerata: sono da preferire i moderni tessuti microforati con una buona percentuale di resistenza all’acqua e al tempo stesso capaci di agevolare la traspirazione interna per evitare lo spiacevole “effetto serra”. In questo caso la maggior parte dei modelli in commercio in particolare sulle gambe sono privi di fodera interna per facilitare la vestizione e l’asciugatura, mentre nella parte che avvolge la schiena e il torace possono avere una reticella traspirante.

Capi tecnici da barca
Photo Credits: Musto.

Viva il velcro salva cerniere

Capi tecnici da barca. Al fine di evitare infiltrazioni d’acqua dal basso le estremità del pantalone devono avere un elastico in materiale stagno tipo neoprene con chiusura regolabile in velcro, in modo da aderire perfettamente alle caviglie o allo stivale. Importanti sono i rinforzi sulle parti più soggette a usura come quelli in corrispondenza di ginocchia e glutei con cuciture antiabrasione, magari anche dotate di speciali imbottiture. La chiusura principale con cerniera lampo sul davanti deve garantire la perfetta tenuta stagna, quindi meglio se protetta ulteriormente da una fascia con chiusura in velcro e canali autodrenanti. Possono essere utili delle fasce elastiche laterali e lombari per assicurare la massima libertà di movimento, mentre una cintura regolabile in vita può aumentare il comfort dell’insieme.

Il pantalone deve essere inoltre munito di una tasca laterale all’altezza del petto con imbottitura reversibile e una tasca portautensile sul fianco (per la torcia o il coltello) con foro drenante. Infine le bretelle, un elemento importante che ha il compito di tenere su la salopette, e che quindi va valutato con oculatezza al momento dell’acquisto. Meglio quelle larghe che sono più comode, in tessuto elastico e dotate di due o quattro fibbie in plastica con attacco rapido. Anche in questo caso l’indumento deve agevolare i movimenti, essere facile da infilare e sfilare, quindi si può considerare di prendere una taglia più grande.

Appassionato di vela e sport acquatici, esperto di diporto nautico, ha una lunga esperienza come giornalista professionista per testate nazionali e internazionali.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Offerte speciali? Iscriviti alla nostra newsletter!
Iscriviti