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Come salpare l'ancora in 6 mosse

Come salpare l'ancora

– 9 Agosto 2019 – Vita a bordo

Come salpare l'ancora
Vita a bordo

Come salpare l’ancora in 6 mosse

Dopo che si è goduto dei piaceri della sosta in rada immersi nella natura e lontano dal chiasso dei porti arriva il momento di salpare l’ancora e ripartire. Un’operazione tutto sommato semplice ma che richiede l’esatta conoscenza della procedura corretta e un equipaggio autonomo e affiatato. Ecco, passo passo, come comportarsi per liberare la barca dal fondale anche in caso di condizioni di mare e vento critiche, comprese le situazioni di emergenza.

01 Allentare la tensione della catena

Tensione della catena

Avere un’ottima tensione sulla catena dell’ancora, oltre al calumo giusto che è 3-4 volte l’altezza del fondale, è uno dei principi del buon ancoraggio in rada. Al momento di salpare il ferro tuttavia eliminare questa tensione sulla catena è la prima operazione da compiere. Su barche sotto ai 10 metri di lunghezza, con poco vento, si può tranquillamente recuperare a mano prima la catena e poi l’ancora. In caso invece di vento fresco o teso e mare formato, con o senza salpancora bisogna comunque allentare la tensione della catena. Acceso il motore della barca si inserisce la marcia avanti e si porta la barca sulla verticale dell’ancora, il che consente di sollevare più agilmente l’ancoraggio a mano.

Un piccolo trucco: prima di accendere il motore, aspettate che lo scafo, mentre oscilla da un lato e l’altro per effetto del vento, sia il più possibile prua al vento. Mettete il pilota in rotta quindi date gas quel tanto che basta per allentare la tensione della catena, quindi andate a prua a sollevare ancora e catena.

02 Passare l’ancora dal musone di prua

Ancora e musone

Mentre si sta completando il sollevamento dell’ancoraggio non bisogna far passare a forza l’ancora nel musone di prua della barca. Quando infatti il ferro arriva al musone pende in verticale e la trazione orizzontale esercitata dalla catena faticherà a farlo raddrizzare di modo che l’asta dell’ancora si infili orizzontalmente nel musone. Un piccolo trucco: non occorre esercitare una forza di trazione orizzontale come verrebbe istintivo, ma applicare una trazione verso l’alto, quindi sarà necessario sollevare l’ancora a mano. La manovra è più semplice con un musone basculante che permette di esercitare una trazione diagonale. Spesso diventa troppo difficile liberare l’ancora dal musone per sistemarla sia perché la prua della barca è appuntita, sia perché lo strallo e l’avvolgifiocco ci infastidiscono, inoltre durante la manovra siamo in equilibrio instabile.

C’è allora una pratica alternativa. Si tiene sempre legata una piccola cima alla testa dell’ancora, lasciando l’altra estremità libera. La cima può essere in fibra galleggiante, come per esempio il polipropilene, così non corre il rischio di impigliarsi quando l’ancora è sul fondale. Prima di inserire l’asta nel musone, si blocca la catena e si prende in mano la cima: a questo punto si può contare su una posizione più confortevole e stabile per issare l’ancora al livello del ponte senza farla passare nel musone e farla scendere direttamente nel gavone.

03 Mettere in chiaro cima, catena e ancora a bordo

Salpare le ancore

Una volta terminato l’ancoraggio, soprattutto in condizioni di vento teso e mare formato, può capitare che nella concitazione della manovra la catena, la cima e la stessa ancora rimangano disposte alla rinfusa nella zona di prua. È bene non cominciare a navigare senza che tutto sia messo in ordine e rizzato a dovere per non intralciare nelle eventuali manovre di prua. Per sistemare tutto, in particolare in caso di rande affollate occorre stabilizzare la barca manovrando velocemente. Il modo migliore è mettere lo scafo col vento in poppa: con il propulsore acceso si innesta la marcia indietro, si blocca il timone in asse e si regola la manopola del gas  in modo tale che la barca contrasti la spinta del vento rimanendo ferma.

Con questa manovra la barca si mantiene nell’asse del vento ed è molto stabile . A questo punto un altro membro dell’equipaggio torna a prua e sistema al meglio i componenti dell’ancoraggio.

04 Salpare l’ancora con vento forte

salpare ancora

Se il vento raggiunge i 20 nodi e c’è un po’ di mare formato, sollevare l’ancora non è semplice anche se si può contare su un salpancora elettrico. In questo caso per sollevare l’ancora, ci si comporta come al solito: si accende il motore, si inserisce il salpancora, si imposta il pilota automatico nell’asse del vento, si dà un buon colpo di motore e l’uomo di prua si tiene pronto con i guanti ben indossati e le scarpe per proteggere mani e piedi da eventuali colpi. Facendo avanzare la barca fino alla perpendicolare dell’ancora , anche se un po’ a fatica, si può riuscire a recuperare a mano i 10 metri di cima. La barca con il vento può a mettersi a 45 gradi e rendere difficile tenere la catena nella puleggia di prua e nel salpancora  perché si muove e tira con forza.

Non si deve lasciarla filare quando la barca sale sull’onda e si deve approfittare dei momenti in cui scende per recuperarla. Il salpancora elettrico fa il suo lavoro, ma bisogna anche in questo caso approfittare dei momenti in cui la barca scende per recuperare la catena, in particolare quando si avvicina il momento in cui tirare l’ancora fuori dall’acqua.

05 Liberare l’ancora incagliata

Salpare ancora

L’ancora è soggetta ad incaglio ogni qualvolta che lascia il ponte della nostra barca. Alcuni marinai hanno una particolare familiarità con l’evento, ad altri capita più raramente. Il motivo di questa differenza non è tanto la sfortuna che può perseguitare uno skipper piuttosto che un altro, quanto l’attenzione che lo skipper mette nella manovra d’ormeggio. Aldilà della nostra distrazione, ci sono casi in cui non si può far nulla se non tentare di riparare i danni provocati da altri.

Come salpare l’ancora in 6 mosse. Per risolvere il problema si può ricorrere alla grippia, lo spedatore per eccellenza. Scomodo, ingombrante, faticoso da gestire, è però, lo strumento che tra tutti dà le migliori garanzie di successo nelle operazioni di spedamento. In sostanza si tratta di una cima lunga quanto la nostra linea di ancoraggio. Ci si deve procurare una cimetta non galleggiante, di lunghezza appena superiore al fondale sul quale si intende dare ancora. Un capo della cima va legato al diamante dell’ancora, l’altro ad un parabordo o a un gavitello. Si dà ancora come sempre. Il gavitello resterà a galla sulla verticale dell’ancora. In caso di problemi, lo si raggiunge e, tirandolo, si speda l’ancora.

06 Emergenza: abbandonare l’ancora

Ancora nautica

Come salpare l’ancora in 6 mosse. Può capitare, soprattutto nella stagione estiva, di avere ormeggiato in una rada affollata. All’improvviso ecco un salto di vento che fa perdere presa a diverse imbarcazioni ancorate vicine a voi. È il momento di andarsene, ma manca il salpancora e il vento e il mare sono troppo forti per recuperare l’ancoraggio da soli. La salvezza sta nel mollare l’ancoraggio: prendete un parabordo (meglio se ha scritto sopra il nome della barca) e una cima che sia un po’ più lunga della profondità dell’acqua. Mettete la cima tra la catena e il parabordo in un punto qualsiasi della catena e tagliate con un coltello la legatura. La catena a quel punto è libera e il tutto cade in acqua. Tornerete più tardi, con tutta calma, a recuperare l’ancoraggio.

 

Appassionato di vela e sport acquatici, esperto di diporto nautico, ha una lunga esperienza come giornalista professionista per testate nazionali e internazionali.

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