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Cucinare e mangiare bene in barca - Marenauta Blog

– 17 Novembre 2020 – Vita a bordo

Vita a bordo

Cucinare e mangiare bene in barca

Cucinare in barca. Oggi che la cucina fai-da-te, la gastronomia e la cultura del buon cibo rappresentano una vera tendenza che appassiona migliaia di persone, durante una crociera a vela a maggior ragione mangiare bene e dedicarsi alla preparazione di pietanze prelibate e manicaretti non fa che aggiungere divertimento alla navigazione e un buon umore generalizzato tra l’equipaggio difficilmente rimpiazzabile da altre cose. Quando si è in porto poi c’è sempre tempo per scendere a terra e apprezzare la cucina locale proposta da ristorantini marinari, trattorie e osterie sparse per il Mediterraneo.

Per cimentarsi al meglio tra gli spazi della cucina di bordo, quello che serve è un sano spirito pratico, un certo equilibrio, soprattutto quando la barca è sbandata, e una certa dose di organizzazione che comprende la gestione della cambusa e delle attrezzature di bordo per cucinare. Partiamo innanzitutto da come è fatta la cucina a bordo dei moderni cabinati a vela e quali attrezzi sono necessari per destreggiarsi tra i fornelli durante la nostra crociera a vela.

Leggi anche: La cucina di bordo e la gestione della cambusa in barca

Allestire uno spazio di lavoro pratico e funzionale

Cucinare in barca. Gli interni di uno yacht a vela tra i 12 e i 15 metri in genere prevedono una cucina cosiddetta “a murata”, ossia poggiata a una paratia dello scafo e che si affaccia sul quadrato. Questo layout è sicuramente efficace per ottimizzare lo spazio vivibile e migliorare la circolazione all’interno della barca, ma non è il massimo durante la navigazione visto che quasi sempre non offre sufficienti punti di appoggio per cucinare a barca sbandata o in presenza di onda. In questo senso le più classiche configurazioni a “L” o a “U” offrono maggior confort e sicurezza allo chef navigante. Se poi volete contare su generosi spazi cucina e ampi piani di appoggio non c’è dubbio che il catamarano con la sua enorme superficie interna sia la soluzione privilegiata.

Cucinare in barca.

Piano di cottura, il re della cucina

Cucinare in barca. Per quanto riguarda il “re della cucina”, ossia il piano di cottura, questo è sempre basculante e dotato di fermi per le pentole, oltre che di valvola che chiude in automatico il gas quando la fiamma del fornello si spegne. L’alimentazione dei fornelli di bordo, a meno che non si tratti di yachts davvero importanti, è sempre a gas e a questo proposito ai fini della sicurezza occorre porre estrema cura nello stivaggio e sulla manutenzione corretta delle rispettive bombole di combustibile. Un gavone apposito collocato in pozzetto potrebbe essere la soluzione migliore. Altro elemento sempre più apprezzato da chi vive in barca e fa lunghe crociere è il forno, accessorio estremamente utile e gratificante per sfornare pizze, pane fresco, focacce e torte, così come una griglia da collocare però rigorosamente in pozzetto o comunque all’esterno della barca.

Le cucine in barca più funzionali, proprio come quelle di casa, sono quelle che offrono abbondanza di piani di lavoro, in cui si possono integrare i lavelli e i relativi rubinetti. Tutti questi componenti dovrebbero essere dotati di maniglie e tientibene con la possibilità di assicurarsi ad essi tramite una cintura di sicurezza mentre si cucina. Inoltre è buona norma prevedere un certo numero di sgocciolatoi e rastrelliere porta-stoviglie.

Cucinare in barca.

Frigo, ghiacciaia e stipetti per tutto

Anche il frigo ha un’importanza vitale su un cabinato da crociera e non solo in estate: un modello con una capienza di 100-130 litri è sufficiente per qualche giorno di navigazione senza essere troppo ingombrante. Spesso il frigo sugli yachts a vela è a pozzetto, ma ci sono anche modelli con apertura frontale, molto pratici ma meno capienti. Da menzionare anche la tradizionale ghiacciaia che richiede solo di rifornirsi di ghiaccio e si rivela decisiva per la riserva giornaliera di bevande fredde.

Cucinare in barca. Gavoni, stipetti e sentina sono poi il luogo deputato per la conservazione di cibi secchi e in scatola, nonché delle bevande. In questo caso occorre solo stivarli con cura tenendo conto della distribuzione dei pesi a bordo e posizionare gli oggetti più pesanti, come bottiglie, cassette di lattine o cartoni nella parte bassa della barca.

Cucinare in barca.

Gli utensili del cuoco: pentole, padelle e stoviglie

Cucinare presuppone poi la presenza a bordo di un minimo di attrezzatura specifica. Non si può pretendere certo di avere a disposizione tutto quello che contiene la cucina di casa, ma con qualche accorgimento giusto, ce la si può cavare egregiamente anche ai fornelli “fronte mare”. Un vero “must” della cucina di bordo è la pentola a pressione, utilissima per tante preparazioni e dalle caratteristiche molto interessanti, tra cui per esempio la velocità di cottura. A questa sarebbe bene affiancare una pentola classica per cuocere la pasta (con relativo scolapasta), un paio di padelle anti-aderenti di dimensioni diverse, un bollitore per il latte, un pentolino per l’acqua del thé e una caffettiera, meglio se due di dimensioni diverse, oppure una macchina con le cialde. Gli utensili poi possono limitarsi a un paio di cucchiai di legno, un mestolo, un coltello da cucina, un pela patate e una grattugia. Ovviamente non potranno mancare forbici da cucina, cavatappi, apribottiglie e un apriscatole.

Cucinare in barca. Per quanto riguarda invece l’apparecchiatura della tavola, questa richiede piatti sia piani che fondi, posate e un paio di insalatiere e contenitori simili, un paio di tovaglie, bicchieri di varia foggia, tazze e tazzine, sotto-pentola e tutta quella serie di piccole accessori che completano la nostra piccola ma completa attrezzatura da cucina. Visto che la navigazione a vela è ecologica per natura, piatti di plastica usa e getta sarebbero proprio da evitare. Sul mercato esistono validissime alternative in diversi materiali che possono essere lavati con sapone ecologico.

Cucinare in barca.

Ogni alimento al suo posto

Cucinare in barca. L’organizzazione della cambusa va fatta con attenzione, prima di tutto tenendo conto della pianificazione del viaggio e delle varie soste in porto previste che danno la possibilità di acquistare cibi freschi. Ma anche la possibilità di pesca a bordo va considerata. È importante stendere una lista di cibi conservati e freschi, quindi deperibili. Bisogna avere una idea precisa di quali alimenti necessitano di essere conservati in frigorifero, come per esempio carne, pesce, latte e formaggi freschi, alcuni salumi ed alcune verdure e quali invece possono essere conservati in luoghi freschi e arieggiati della barca, come alcuni tipi di frutta, formaggi secchi e stagionati, uova. Di conseguenza occorre organizzare i menù giornalieri tenendo conto di una certa priorità dei cibi freschi rispetto a quelli deperibili.

Con un minimo di cognizione di causa si può organizzare una cambusa completa, ricca e varia, bilanciata e gradevole e si potrà stivare tutto secondo il principio del “tutto al suo posto” avendo poi cura di mantenere questa sistemazione in modo che tutti sappiano sempre dove trovare ogni cosa. Questa sarà poi l’occasione di sbizzarrirsi e divertirsi con gli ingredienti: alternare, mischiare e usare in chiavi diverse gli alimenti per non dare la noiosa impressione di mangiare sempre le stesse cose. Il trucco è utilizzare gli ingredienti in modo creativo mischiandoli e riproponendoli con altri condimenti ed altre spezie.

Cucinare in barca.

Bere bene, non vuol dire ubriacarsi

Cucinare in barca. Oltre agli alimenti, vanno considerate le bevande. Particolare attenzione va data all’acqua da bere. Il quantitativo minimo deve essere 2 litri al giorno a persona, più un 30% per gli imprevisti. Quanto al vino, è meglio imbarcare quello imbottigliato e tenerlo al buio e nel punto più fresco della barca che di solito è la sentina, avendo cura di avvolgere le bottiglie singolarmente in fogli di giornale. Lattine di birra e casse d’acqua possono essere stivate invece all’asciutto, per esempio nei gavoni sotto i divani del quadrato.

A proposito di alcool ricordiamo che la crociera è un momento di grande convivialità dove un paio di birre o un calice di vino regalano la gioia di un momento comune che può aiutare a cementare lo spirito di gruppo e l’armonia di ogni equipaggio. Resta valido tuttavia il principio fondamentale di non esagerare mai. E non solo per una questione di sicurezza legata alla navigazione o allo spostarsi sopra e sottocoperta, ma anche per evitare spiacevoli inconvenienti e litigi con i propri compagni di viaggio, per non parlare poi del fastidioso mal di mare che può essere innescato proprio dall’abuso di alcool.

Appassionato di vela e sport acquatici, esperto di diporto nautico, ha una lunga esperienza come giornalista professionista per testate nazionali e internazionali.

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